La storia di Aground è una di quelle interessanti, un gioco nato da un team minuscolo che partendo da un Early Access gratuito è stato capace di guadagnarsi una fama degna di nota. Successivamente Fancy Fish Games, grazie ad una vincente campagna Kickstarter, è stata in grado di garantire maggior profondità al titolo riuscendo non solo a pubblicare Aground su Steam ma, conseguentemente, a convertirlo per Nintendo Switch, una console che notoriamente si configura come il territorio ideale per indie interessanti come questo.
Aground ha rappresentato, senza mezzi termini, un progetto decisamente ambizioso per Fancy Fish Games, che è riuscita a sviluppare un titolo sterminato di cui, ammetto, anch’io tuttora non sono in grado di stimare i confini. Volendo cercare fonti di ispirazione, potremmo accostare Aground a Minecraft o a Terraria, videogiochi con cui condivide la struttura portante, ma che riesce (sotto alcuni aspetti) anche a superare, forte dell’introduzione di una trama interessante.
Questa non aiuta solamente a rendere il mondo di Aground più credibile ed avvincente, ma offre anche una pratica guida su come progredire nel gioco, che senza di essa sarebbe risultato con ogni probabilità dispersivo e fin troppo denso di opportunità. Ad ogni modo gli sviluppatori catalogano la loro ultima fatica come un Mining/Crafting RPG, una definizione per certi versi anche riduttiva, che tuttavia mette in risalto l’importanza della raccolta delle risorse e la volontà di includere alcune meccaniche RPG.
L’incipit del gioco vede il protagonista dell’avventura sopravvivere dopo uno schianto aereo in mare. Si può, in questa fase, personalizzare il proprio alter ego contando su un limitato ma pratico editor. Nonostante i cattivi presentimenti del sopravvissuto, ben presto durante l’avventura si scopre che, per fortuna, altri individui hanno raggiunto l’isola riuscendo a sopravvivere in questo ambiente estremamente pericoloso. Gli NPC incontrati in questa sezione di gioco hanno lo scopo non solo di rimpinguare numericamente il primo villaggio che creeremo, ma anche di insegnarci alcune delle meccaniche di base su cui poggia Aground.
Nelle prime ore si impareranno le basi del crafting, della caccia, della pesca e, soprattutto, dell’esplorazione del terreno, fondamentale per l’approvvigionamento di metalli. Già in questo primo insediamento si potrà comprendere la profondità del sistema di creazione imbastito dal team, con la costruzione di edifici atti alla fusione del metallo, la preparazione del cibo, lo stoccaggio delle merci, lo scambio di oggetti e così via. Ciò che più ha destato il mio interesse è stato constatare che gli altri abitanti contribuiranno in modo sensibile al mantenimento del villaggio, accumulando risorse e operando seguendo la propria mansione: cacciatore, minatore o mercante che sia.
La trama è ottimamente raccontata attraverso dialoghi testuali che, volutamente, portano il giocatore a porsi numerose domande su quanto accaduto nei pressi di questa strana isola. In tal senso, purtroppo, va registrato un confusionario e incompleto trattamento della lingua italiana, con diverse parti dei menù e dei dialoghi lasciati in inglese.
La vastità del titolo è tale da portare il giocatore dalla creazione di un villaggio rurale all’esplorazione dello spazio, passando per il combattimento contro i draghi. Avrei voluto evitare di trattare argomenti inerenti alle fasi finali del gioco, ma inquadrare l’immensa quantità di possibilità offerte da Aground è importante e comunque anche gli stessi sviluppatori, nei trailer di lancio, hanno evidenziato queste meccaniche. Certo è che gran parte dell’attrattiva del titolo risiede nella volontà di scoprire cosa ci attende dietro l’angolo, quale bestia immonda si dovrà combattere o quale altra popolazione si incontrerà solcando i mari.
È davvero complicato restituire la dimensione di questo gioco in una recensione, ma vi basti pensare che a fianco delle numerose possibilità offerte dal crafting e dall’esplorazione, gli sviluppatori hanno ben pensato di inserire anche delle meccaniche di crescita del personaggio tipiche dei classici RPG. Accumulando esperienza attraverso le varie attività si possono quindi migliorare la prestanza fisica, il danno inflitto, la velocità nell’escavazione e tante altre caratteristiche del proprio personaggio. Purtroppo questo aspetto del gioco, sebbene rappresenti un’interessante aggiunta, è uno dei punti meno riusciti di Aground, in quanto sviluppato in modo troppo semplicistico e frettoloso. Vista la già citata dimensione del mondo di gioco avrebbe inoltre giovato, sin dalle prime battute, un meccanismo di viaggio rapido, soprattutto per stemperare l’estrema lentezza degli spostamenti.
Nonostante sia chiaro, a questo punto, quanto sia valido il lavoro di Fancy Fish Games, non posso non rimproverare la software house per il povero comparto artistico con cui ha vestito Aground. Chi conosce la mia attività da recensore sa bene quanto apprezzi la pixel art e quanto poco sia attratto dai giochi dalla grafica muscolare ma poveri di contenuti (vedere le valutazioni riservate a titoli come The Red Strings Club o Valfaris, per intenderci). Qui però siamo di fronte ad un comparto artistico assolutamente incapace di reggere l’ottimo lavoro svolto sul gameplay.
La grafica di Aground è povera, piatta e poco ispirata. Con un setting di questo tipo, così variegato e sognante, si sarebbe potuto fare molto di più. Purtroppo anche il comparto sonoro, nonostante il coinvolgimento di Chase Bethea, non spicca per qualità e varietà. Sembra quasi che la stragrande quantità di energia investita dal team sia stata riservata alla costruzione di una struttura di gioco imponente dimenticando, però, l’importanza di darle una sezione artistica di rilievo o quantomeno accettabile.
Aground, ancora una volta, mette in risalto l’estrema creatività e varietà che è possibile trovare nel mercato dei titoli indie. Questo videogame dall’incredibile vastità vi porterà a vivere una lunga avventura accompagnata da crafting, mining ed esplorazione di altissimo livello. Una più curata veste grafica e una maggiore profondità delle meccaniche RPG avrebbero donato ad Aground il prestigio e l’attrattiva che un gioco così ambizioso avrebbe meritato. Un titolo comunque imperdibile per chi adora il genere, soprattutto perché venduto ad un prezzo più che onesto.
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