Nonostante sia ormai lontana quasi un secolo, la Seconda Guerra Mondiale rimane uno dei periodi storici più macabri – ma per questo anche affascinanti – della storia recente. Sono tantissimi i racconti ambientati in quel momento storico, e lo sono di più probabilmente quelli che utilizzano i nazisti ed i loro “esperimenti segreti” come plot device, andando a creare quasi un sottogenere della fantascienza ucronica prettamente tedesca.
Neun, del mangaka giapponese Tsutomu Takahashi – già autore di bellissime opere come Tetsuwan Girl e Detonation Island – ricade esattamente in questo filone narrativo, ma riesce a mantenere l’attenzione altissima grazie ad una realizzazione pressoché perfetta.
Il manga è ambientato nel 1940, proprio all’apice del potere della Germania Nazista, e segue la storia di Theo Becker e del suo “protetto” Neun, il nono clone di Hitler nato proprio da un esperimento segreto che, per ordine del Führer e del suo braccio destro Heinrich Himmler, deve esser chiuso cancellandone ogni traccia. Takahashi riesce a rappresentare l’orrore nazista non solo tramite la sceneggiatura, ma anche servendosi del suo tratto sporco e super-cinetico, delineando i volti delle figure chiave del partito (Hitler, Himmler, Goebbels) con delle leggere deformazioni, per rendere la loro vista inquietante a livello non solo “ideologico” ma anche visivo.
Non credo di essere l’unico a pensare che questa tecnica – ma soprattutto il tratto generale dell’autore – sia stata sicuramente d’ispirazione per Hajime Isayama, mangaka de L’Attacco dei Giganti, nella sua evoluzione come disegnatore, ma anche per Tsutomu Nihei (Blame!), nato proprio come assistente di Takahashi. L’autore inoltre è un maestro dello “show, don’t tell“: riesce a delineare un paese – la Germania di quegli anni – in preda di una “psicosi collettiva” con pochissime tavole e dialoghi concisi ma significativi, rappresentando ad esempio un villaggio rurale tedesco nel quale tutti gli abitanti sono entusiasti – sentendosi quasi benedetti – dall’arrivo delle SS, salvo poi venir sterminati proprio dai loro connazionali per insabbiare la loro missione segreta.
La forza di Neun si trova proprio nella sua costruzione: il suo essere conciso, ma mai superficiale, permette di raccontare tantissimo in poche pagine, affrontando temi come il razzismo – anche in senso moderno – trasposto nella sua “epoca d’oro”, o l’importanza e la nobiltà della diserzione come gesto di vero nazionalismo e fedeltà contro un regime dittatoriale folle. Anche l’eugenetica ed il darwinismo sociale vengono trattati con grande grande rispetto dei classici della narrativa del genere, ma sempre sotto una nuova e originale luce.
A tutto ciò dona ulteriore immersività la ricchezza di dettagli delle tavole, che creano un contesto storico verosimile – anche ricalcando e modificando foto reali, ma riuscendo a fonderle talmente bene da non creare mai uno stacco “evidente” – nel quale far muovere una storia di fantasia ricca di messaggi sociali, ma non per questo priva di pathos, anche solo in questo primo volume.
Tsutomu Takahashi è uno dei mangaka più interessanti degli ultimi 20 anni, e non posso che essere contento della scelta di J-Pop di portare in Italia un’altra delle sue opere, in un’edizione di pregevolissima fattura (come nella tradizione della casa editrice).
Vi consiglio assolutamente la lettura di Neun poiché, partendo da un punto più che abusato, riesce a mettere le solide basi per uno sviluppo che si preannuncia originale, lasciando nel finale del volume anche un accenno di “occultismo” inaspettato, che sicuramente permetterà al manga di decollare nei suoi 6 volumi, in attesa che Takahashi riprenda la serializzazione in Giappone con la già annunciata seconda parte.
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