Cyberpunk 2077 ha fatto parecchio parlare di sé in questi mesi. Anni di sviluppo, il nome CD Projekt Red e una martellante campagna marketing avevano spinto le aspettative dei videogiocatori oltre ogni limite.
Motivi per cui il deludente lancio del gioco ha bruciato ancor di più: ad un prodotto acerbo e decisamente non rifinito, al limite della giocabilità su console, si è unita l’amara scoperta del “tradimento” da parte della software house polacca, che fino a quel momento era stata percepita come un esempio virtuoso di trasparenza e di attenzione ai videogiocatori prima che al profitto.
Ma perché si sta parlando di questo videogioco? Sulle pagine di Nerdevil.it è già presente un’approfondita recensione del titolo e anche un’analisi delle architetture di Night City, quindi a che pro citarlo ancora?
Per La tua voce, spin-off a fumetti che la nota catena GameStopZing ha scelto di regalare a chiunque avesse prenotato o preordinato la versione “day one” del gioco. Il piccolo albo in copertina rigida contiene una storia originale e non legata alla trama del videogioco, ma comunque ambientata nell’universo cyberpunk di cui 2077 fa parte. Tra i nomi legati a questo volume spicca quello di Danijel Žeželj, già disegnatore della serie Days of hate (Eris Edizioni), qui impegnato a illustrare la sceneggiatura scritta da Aleksandra Motyka e Marcin Blacha. Il tutto coronato dai colori di Krzystof Ostrowski.
Un accenno alla trama è doveroso, ma è meglio non dilungarsi eccessivamente: la gestione delle informazioni fornite al lettore è uno dei punti di forza di La tua voce, motivo per cui una parola di troppo potrebbe essere davvero dannosa.
La storia prende avvio da un incontro particolare: un anonimo cittadino di Night City, Todd, si imbatte per caso in una giovane donna in fuga da alcuni membri della gang Maelstrom. L’uomo la aiuta a scappare, la donna lo ringrazia e poi si dilegua tra le vie della megalopoli. Le loro vite si sono intrecciate per poco tempo, ma Todd vuole rivederla a tutti i costi. Trovare una persona a Night City non è impossibile, ma ogni favore ha un prezzo e a volte può essere molto più alto di quanto si creda.
I primi momenti della narrazione vengono lasciati volutamente poco chiari, quasi caotici, per mettere sullo stesso piano Todd e chi sta sfogliando le pagine: tanto il protagonista quanto il lettore non riescono a capire fino in fondo cosa stia accadendo e quale piega possano prendere gli eventi. L’unica cosa che si intuisce fin da subito è che la faccenda scotta. L’adrenalina inizia a scorrere sin dalle prime battute, la posta in gioco si alza continuamente e il ritmo narrativo si fa via via più serrato e mozzafiato.
Gli sceneggiatori riescono a mantenere alta la tensione grazie a felici scelte registiche. Rinchiudono le fasi più concitate della storia in vignette piccole e frammentate, in cui si affollano momenti drammatici sottolineati dall’uso di inquadrature strette. A ciò alternano grossi riquadri e splash pages a cui affidano ampie panoramiche della città, capaci di restituire il senso di smarrimento che si prova dinnanzi dall’enormità di Night City. Non esiste una gabbia predefinita, tutto si muove nel rispetto di una sola regola: appassionare.
La tua voce calamita chi legge e lo trascina nelle pericolose vie della città, la cui ombra ipertecnologica e alienante non si limita a pesare solo sui personaggi.
Si avverte concretamente l’incombere dei grattacieli e del pericolo, che prendono vita grazie al tratto sporco e frastagliato di Žeželj e alle chine pesantissime utilizzate per scolpire paesaggi e personaggi. Aggiungiamo poi l’eccellente lavoro del colorista Krzystof Ostrowski e questa miscela si trasforma in nitroglicerina pura.
Ostrowski sceglie di utilizzare una palette scura e di cercare sempre la tonalità più opprimente; riesce a fare ciò, senza rendere illeggibili le tavole, azzerando i chiaroscuri e ricorrendo ampiamente all’uso di una bicromia netta e marcata. Una dualità cromatica che non resta fissa: ogni porzione della storia è caratterizzata con un colore adatto a ciò che si sta raccontando, con risultati di grande espressività e intensità emotiva.
Va anche detto che queste qualità avrebbero forse beneficiato di un’edizione di dimensioni maggiori, che GameStopZing non ha potuto realizzare probabilmente per contenere i costi. Alcune vignette particolarmente scure possono richiedere più di una lettura, non per disattenzione di chi le ha realizzate ma proprio per il poco spazio cartaceo. Incertezze che tuttavia non impediscono una lettura agile e fluida.
La tua voce conta circa 80 pagine e questa sua brevità si presenta come una caratteristica necessaria. La tensione non può essere mantenuta a lungo, consapevolezza che ha portato gli sceneggiatori a sacrificare soprattutto l’approfondimento dei personaggi, che rimangono piccole pedine con caratteri appena accennati. Rinunce importanti ma contestualizzate, adatte al tipo di storia e al modo in cui viene raccontata.
Infatti, dopo aver posato l’albo rimane chiara una cosa: nulla è stato lasciato al caso. Ogni vignetta, ogni dettaglio trova spazio entro un mosaico ordinato e solido, retto da un’abile strutturazione dell’intreccio e del suo progressivo rivelarsi. In La tua voce vibra lo spirito di Night City, di cui si avverte la vorace e pericolosa essenza, pronta a divorare chiunque sia abbastanza folle da avventurarsi nei suoi meandri più oscuri.
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