Saturn Return – Volume 2

Un amico che inaspettatamente scompare, un’autrice che cerca la sua ispirazione, otto donne che hanno ricevuto una proposta di matrimonio lo stesso giorno e dallo stesso uomo. Gli ingredienti per una storia d’investigazione ci sono tutti nel secondo volume di Saturn Return, di Akane Torikai (edito in Italia da Dynit), serie che ha come protagonista Ritsuko Kaji, una scrittrice dall’esordio molto promettente che tuttavia sta attraversando un’impasse creativa apparentemente senza uscita.

Alla fine del primo volume avevamo lasciato Ritsuko in uno stato irrequieto e confusionale in seguito alla morte del suo migliore amico Nakajima, la cui prematura scomparsa era stata curiosamente anticipata dal romanzo d’esordio di Ritsuko, che aveva per protagonista un alter-ego dello stesso Nakajima.

Ritsuko inizia a indagare sugli ultimi giorni dell’amico, che scopre essere stato una persona completamente diversa da quella con cui era cresciuta. I ritmi lenti e meditativi del primo volume, incentrato sulla vita sentimentale ed emotiva di Ritsuko e del suo nuovo editor, Shunpei Koide, cedono il passo a una caccia al tesoro nelle strade di Osaka. Shunpei e Ritsuko ripercorrono i luoghi vissuti da Nakajima e finiscono addirittura in uno host club dove, oltre a bruciare il già gramo stipendio di Shunpei, vengono a conoscenza di sconcertanti verità sul passato del ragazzo.

La narrazione introspettiva, intimista e “Ritsuko-centrica” che aveva caratterizzato il primo arco narrativo di Saturn Return si evolve assieme alla storia coinvolgendo anche altri personaggi, che restituiscono un’immagine molto variegata del mondo artistico e editoriale giapponese. Se infatti il cuore del primo volume era stato il personalissimo e straniante rapporto tra autore e opera (e quindi tra Ritsuko e la sua unica Opera), qui l’argomento principe è il rapporto spesso simbiotico tra autore e editor, descritto come fortemente e a volte forzosamente passionale più che intellettuale e platonico.

Oltre che dal vissuto di Ritsuko, una riflessione sul rapporto autore-editor emerge anche dalla relazione lavorativa (e non) che Shunpei si trova a dover instaurare con una nuova autrice a lui affidata, per la quale “l’editor è l’amore spirituale di uno scrittore”, ma che sembra pretendere dal giovane professionista ben altro. Oltre a essere “life coach” e consulente letterario dell’artista, l’editor spesso emerge qui come musa nonché cavia che permette allo scrittore di sperimentare in prima persona quei sentimenti e quelle passioni che poi verranno trasferiti su carta.

Questo legame molto fisico con l’arte viene sottolineato da coincidenze sconcertanti, a partire dalla morte dell’alter-ego di Nakajima nel romanzo, cui segue quella nel mondo reale, o come la scomparsa di un figlio che genera la distruzione di ogni manoscritto concepito nello stesso periodo della gravidanza. L’artista è a tutti gli effetti creatore o creatrice dell’universo immaginato ma anche della vita attorno a lui/lei. Quest’identificazione assoluta con il proprio creato è esagerata e vissuta nella sua totalità da Ritsuko, che sembra vivere in un mondo astratto molto simile a quei sogni in cui si è protagonisti indiscussi della realtà e in cui ogni oggetto o soggetto altro smette di esistere quando esce dalla nostra portata visiva.

L’indagine compiuta da Ritsuko sulla morte dell’amico, nata inizialmente per combattere la noia, sembra però portarla verso un risveglio della coscienza e verso la realizzazione di un mondo vivo attorno a lei che va avanti a prescindere dalla sua persona. Si riscopre piccola in un vasto e complicato mondo che non si ferma quando lei si ferma o quando lei decide di fermarlo.

Il tratto estremamente espressivo di Akane Torikai accompagna una storia di rinascita e di riconoscimento del Sé che in questo secondo volume decolla chiassosamente sfruttando il ritmo crescente e incalzante del risveglio di Ritsuko.

Un ringraziamento speciale a Dynit