Cosa scegliereste voi tra la libertà – che tuttavia porta alla miseria – e il dovere, che rende potenti ma anche schiavi, obbligando persino il più virtuoso degli uomini ad assecondare vili smanie di palazzo commettendo atti atroci?
Il giovane Mikedi, figlio di un signore della guerra, è stato allevato da suo padre per diventare lo sposo dell’imperatrice-figlia, non importa a quale prezzo. Dal nulla però arriva Miyamoto Musashi, che prende con sé il ragazzo per addestrarlo e fargli percorrere la leggendaria via della spada. L’obiettivo è renderlo forte abbastanza da essere degno di sposare l’imperatrice, così come previsto dal padre, ma il ronin ha intenzione di aprire gli occhi del ragazzo, facendogli capire che non tutto ciò che si fa per onore o dovere è anche giusto. L’allenamento non sarà certo dei più facili e porterà Mikedi a provare odio per il suo maestro, che vive assecondando solo ed esclusivamente la ricerca della libertà e della giustizia e per questo – agli occhi del giovane – costretto alla miseria.
Ciò che il cieco allievo non vede è che Miyamoto sa apprezzare la vita molto più dei samurai con il quale il giovane è cresciuto e solo lui fa ciò che è davvero giusto, a dispetto dei tanto potenti cavalieri, piegati dal dovere al punto da non saper più distinguere il bene dal male. Ma, soprattutto, il giovane Mikedi ignora quale sia la storia del proprio maestro e non sa cosa lo abbia portato a scegliere la vita, l’amore e la libertà a discapito di fortuna e gloria. Tuttavia proprio l’ossessione che sviluppa per Musashi e le sue abilità sarà altrettanto responsabile della strada che, infine, percorrerà. La via della spada, dunque, lo condurrà dove suo padre vuole portarlo o dov’è giusto che il ragazzo vada?
Con queste ottime premesse inizia il viaggio descritto da Mathieu Mariolle e Federico Ferniani, La via della spada – edito da Magic Press – che racconta in chiave fantasy parte della vita del vero ronin Miyamoto Musashi, tra i più abili spadaccini che il Giappone ricordi. Sebbene possa sembrare quasi indebito il termine fantasy, è giustificato dalle stesse parole di Thomas Day, autore del libro omonimo dal quale le splendide pagine del fumetto prendono vita. Nel prologo al volume una breve riflessione di Day spiega al lettore che, essendo già stata scritta in chiave realistica la vita del ronin, ha optato per questo tipo di approccio; il che, ovviamente, non toglie assolutamente fascino alla figura dell’abile spadaccino, anzi, ne amplifica la visione romantica attraverso degli splendidi flashback che intrecciano abilmente realtà e leggenda.
Il fascino del volume – che raccoglie i tre capitoli già pubblicati separatamente – risiede anche e, forse soprattutto, in questo; abbandonando ogni pretesa di realismo, le tavole di Ferniani si animano di passione, che sia quella per la giustizia nella monotona scala di beige e grigi che contraddistinguono spesso la realtà – macchiati però dell’intenso rosso sangue dei nemici di Miyamoto – ma specialmente la passione che anima il passato del ronin, in tavole in cui i colori freddi e caldi si mescolano con estrema delicatezza. Merito certamente del lavoro originale fatto da Thomas Day, che per primo ha calcato questo tipo di strada; è tuttavia indiscusso il valore degli autori del fumetto, che hanno saputo dare una nuova e vibrante vita a quelle pagine. Ciò che salta infatti subito all’occhio è la grande varietà negli stili utilizzati all’interno di ogni capitolo: nonostante Ferniani sia l’illustratore principale, ogni flashback – che racconta una leggenda diversa – è realizzato da un autore diverso, dando corpo così ad una pluralità di voci che corrisponde ad un’altrettanta varietà di stili.
Difficile non innamorarsi già nelle prime pagine del vero protagonista del fumetto, perché se è vero che l’intera storia è raccontata in prima persona da Mikedi, l’azione – nonché la ricerca stessa del ragazzo – si concentra prevalentemente sul ronin e le sue gesta. Il dolore da lui provato, le scelte prese e reazioni uguali e contrarie che esse hanno provocato, sono raccontate con dovizia di particolari dal giovane allievo, che sulle prime non ne capisce il valore.
La via della spada, infatti, non è prezioso solamente per le splendide tavole di Ferniani e dei suoi collaboratori, ma anche per l’abilità narrativa dimostrata da Mathieu Mariolle; ogni capitolo del volume è un microcosmo già completo in sé, comprendendo tutte le fasi di un arco narrativo che si rispetti: inizio, crisi e risoluzione finale. In questo già equilibrato sistema cui spunta il racconto leggendario, abilmente posizionato per risultare valido sia come sospensione del tempo narrativo che come approfondimento del personaggio. Non fosse per l’ovvio spiraglio lasciato aperto – quello che riguarda il destino di Mikedi – ogni capitolo sarebbe quasi autoconclusivo e perfettamente bilanciato.
Nelle sanguigne tavole, nonché in quelle decisamente più delicate delle storie ascoltate da Mikedi, c’è tutto il rispetto che una figura leggendaria come Miyamoto Musashi merita, e in tal senso tanto Ferniani quanto Mariolle hanno fatto perfettamente centro, concedendo al romanzo di Thomas Day una veste ammaliante e pressoché priva di difetti. Non ci sono, infatti, errori imputabili ai due autori principali, se non una certa difficoltà a volte nel decifrare l’ordine dei balloon, ma si tratta di una pecca che non inficia fin nel profondo la capacità di decodifica dei dialoghi ma che, anzi, lascia un ampio respiro alle incredibili tavole per far sì che le sinuose linee non siano chiassosamente interrotte dagli spazi bianchi che il balloon esige. Siamo inevitabilmente di fronte ad un’opera tra le più visive degli ultimi anni e il desiderio di mostrare una figura in tutto il suo splendore giustifica la difficoltà che a volte si ha nel leggere i dialoghi in ordine.
Anche in tal senso La via della spada è un’opera preziosa che tutti gli amanti del genere e della cultura giapponese non devono in alcun modo perdere e che soddisferà anche il palato più esigente proprio grazie al perfetto intreccio di splendide tavole e un arco narrativo assolutamente incredibile.
Un ringraziamento speciale a Magic Press
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