Stone Fruit, di Lee Lai – I fallimenti ci salveranno

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Il mondo è solito crollare addosso a persone che già hanno problemi per altre faccende: dopo che lotti e stai male da tutta la vita per affermare la tua indipendenza, la tua identità di genere o la tua semplice esistenza, il fato ha pure il coraggio di metterti davanti una crisi di coppia, farti morire il gatto o dimezzarti lo stipendio. E poi ti rendi conto che in realtà il destino non c’entra niente, che ci sono delle cose tue che devi risolvere per stare bene per davvero, ma non sai da che parte cominciare. Sbagli, fallisci, ritorni sui tuoi passi. E poi riparti.

stone fruit ray e bron

Questo e molto altro è Stone Fruit, meraviglioso fumetto di Lee Lai che parla della gioia portata dall’immaginazione pura e consapevole di una bambina, di transessualità, saffismo, contesti familiari tutt’altro che facili e un amore fortissimo che però non può funzionare se prima non si sanano ferite e complessi nascosti sotto il tappeto. Come le migliori storie di questo tipo, Stone Fruit non offre soluzioni facili e nette perché non ce ne sono, ma non è neanche così inutilmente nichilista e pessimista da lasciar intendere che non ci siano modi per sistemare le cose. Permettetemi di raccontarvi la trama (senza spoiler).

Ray e Bron stanno insieme da qualche anno ormai, e hanno ambedue alle spalle famiglie che non le capiscono quasi per nulla: la sorella della prima, Amanda, è una madre single che all’apparenza non vede di buon occhio la relazione tra di loro, forse perché sta con un’altra donna o perché quest’ultima pare essere instabile; i genitori di Bron invece sono fortemente cattolici, e la transizione della figlia da uomo a donna e il fatto di essersi fidanzata con una ragazza asiatica ha inasprito il rapporto con lei a tal punto che non si parlano da tempo.

I loro più grandi momenti di felicità sono quelli dove badano alla bimba di Amanda, Nessie, che con la sua immaginazione piega la realtà (e le vignette) e trasforma sé stessa e le sue amorevoli zie in delle creature magiche che danno la caccia a un cane argentato cantando filastrocche surreali.

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Purtroppo, come già scritto sopra, non tutti riescono ad affrontare i problemi di petto o a vivere bene semplicemente lasciandoseli alle spalle, e Bron ancora non si sente a posto con sé stessa: non sa neanche lei se è per i conflitti irrisolti con i suoi genitori, per la mancanza di amicizie, per aver abbandonato la sorellina o chissà cos’altro, ma sente di aver bisogno di tornare a casa per vedere se lì può mettere a posto qualche pezzo andato perso.

Ray è sconvolta, si sente colpevole per non essere riuscita ad aiutare la persona che ama di più al mondo e averla condannata a tornare in un luogo di bigotti con una madre che non l’approva; per quanto non si lascino realmente ma si prendano una “pausa”, non può fare a meno di pensare che la sua vita sia sprofondata nel buio. Così da una parte abbiamo una persona trans che prova a riallacciare legami frantumati tanto quanto lo è lei dentro di sé, e dall’altra una donna che dorme poco e male, che non sa più come comportarsi con sua nipote e non capisce se appellarsi a sua sorella per un po’ di conforto, vista la tensione latente tra di loro.

Non voglio rivelarvi altro, ma come ho già detto non ci si abbandona a facili tragedie e negatività lancinante, come neanche a risvolti e finali a pizze e fichi, e ognuno può trarne ciò che vuole.

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Le emozioni trasmesse e lasciate da questa graphic novel sono difficili da spiegare, complice lo stile grafico che varia da figure molto semplici e realistiche al mondo onirico di Nessie, con anche le varie fasi intermedie. Certo è che quando si termina la lettura di Stone Fruit si hanno i brividi e il batticuore, e non si può fare a meno di rifletterci a lungo, commossi. Sono 240 pagine che volendo scorrono in meno di 2 ore, da leggere in un assolato pomeriggio primaverile ascoltando Current Joys.

Un ringraziamento speciale a Coconino Press

Chirano Articoli
Diplomatə al corso e al Master di Sceneggiatura alla Scuola Internazionale di Comics di Torino, laureatə in Letteratura Giapponese a UniTO e felice di essere qua :)

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