Quanti di noi, leggendo manga, non hanno sognato di vivere in Giappone? Grattacieli a perdita d’occhio, luci al neon, strade gremite di persone, sale arcade luminescenti, action figure introvabili, ramen deliziosi: insomma, l’eden di ogni otaku. Ma, come ogni altro paese al mondo, anche il Giappone non è tutto rose e fiori e le difficoltà che un expat si trova ad affrontare non sono poche. È proprio dall’esperienza in prima persona del suo autore, Peppe, che nasce il manga Mingo: Non pensare che tutti gli italiani siano popolari con le ragazze!, finalmente arrivato anche in Italia grazie a Dynit Manga dopo il successo riscosso in Giappone.
Il mangaka nostrano è riuscito nell’impresa a dir poco eccezionale di pubblicare un manga in Giappone e qualcuno di voi potrebbe averlo visto anche nel reality show giapponese Terrace House, su Netflix, dove ha mostrato al pubblico alcuni aspetti della vita frenetica dei mangaka giapponesi, scandita da orari massacranti e scadenze serrate. Sebbene l’opera sia stata scritta innanzitutto per un pubblico giapponese, come si può intuire dalle didascalie sotto gesti tipici o pietanze italiane, il manga è a dir poco esilarante anche per il pubblico del nostro paese.
Primo di quattro volumi, quest’albo segue le vicende di un timido ragazzo italiano di nome Mingo alla scoperta del Giappone e, soprattutto, alla disperata ricerca di una ragazza giapponese! Trasferitosi dopo aver studiato all’università Ca’ Foscari di Venezia, il nostro protagonista è arrivato da poco in Giappone e le sue giornate trascorrono fra lezioni di lingua, passeggiate tra i quartieri di Tokyo alla ricerca di action figure rare e serate con gli amici. Nonostante le sue competenze linguistiche siano di buon livello, però, non sembra riscuotere alcun successo con le ragazze del posto.
L’evento che cambierà le sue sorti è un incontro totalmente casuale con un talent scout che gli propone di lavorare come modello. Attratto dalla possibilità di guadagnare soldi da poter spendere in merchandise otaku e manga, Mingo finisce per accettare, seppure piuttosto titubante. Di lì a poco si ritrova catapultato in un mondo completamente nuovo e sarà costretto a rapportarsi con una realtà fino a quel momento estranea, fatta di abiti firmati, discoteche assordanti, modelle da favola e latin lover del bel paese pronti a elargire consigli su come conquistare le tanto ambite donne giapponesi.
Fra incertezze e dubbi sul proprio abbigliamento e impacciate tattiche di abbordaggio, Mingo perde la testa per una bellissima modella giapponese, Mena, e decide di darsi da fare per conquistarla. Con indosso il suo inconfondibile maglione che ritrae il personaggio di un anime, una sorta di rassicurante copertina di Linus, Mingo tenterà di cambiare stile e attitudine nei modi più improbabili. Mettere in pratica i bizzarri e alquanto dubbi consigli dei suoi amici italiani, però, si rivelerà più difficile del previsto.
Fra scenette esilaranti e situazioni imbarazzanti che vedono protagonista Mingo, Peppe traccia il profilo di un Giappone realistico e ricco di contraddizioni, dove un giovane studente pieno di sogni deve scontrarsi con una realtà non sempre semplice. Fra konbini aperti 24 ore su 24 dove una mela costa 500 yen (quasi 4 euro al cambio attuale), le impegnative lezioni di lingua, il lavoro da modello che si ritrova a fare un po’ per caso e le barriere culturali con le quali si scontra, il percorso di Mingo sarà innanzitutto quello verso una maggiore autoconsapevolezza, costellato però da tante risate e una miriade di rimandi a videogiochi e anime.
I tratti fondamentali di amici e conoscenti di Mingo vengono estremizzati al punto da farli diventare personaggi caricaturali, un elemento che però funziona bene in questo manga in cui predomina l’elemento comico. Antonio e gli altri italiani servono soprattutto ad un pubblico giapponese che, attraverso le loro opinioni e comportamenti esasperati, può così avvicinarsi alla cultura italiana. Mingo si distingue da tutti loro come il solo personaggio davvero sfaccettato dell’intero volume, in quanto l’unico capace di mettere in dubbio gli stereotipi sbandierati costantemente dai suoi amici italiani, contraddicendone numerosi coi suoi comportamenti abituali.
In questo modo, la figura di Mingo va a smorzare gli spassosi luoghi comuni sugli italiani dimostrando come non siano mai del tutto veritieri. Il calcio, la pasta, i vestiti firmati, il mito dell’italiano latin lover diventano allora il pretesto perfetto non solo per creare situazioni divertentissime, ma anche per ragionare sull’omologazione verso la quale il protagonista viene spinto e che, puntualmente, si rivela la scelta sbagliata.
Manca per ora un personaggio realmente rappresentativo della cultura in cui è immerso il nostro protagonista, ruolo che in questo primo volume è svolto marginalmente solo da Mena. L’incantevole modella giapponese entra in scena avvolta da un’aura quasi angelica, ma le sono concesse solo poche battute, lasciandole per adesso un ruolo piuttosto piatto. Contrariamente a Mingo, la ragazza non perde mai la sua compostezza e non mostra particolari reazioni alle situazioni in cui si trova. Mena riappare di tanto in tanto facendo trapelare un certo feeling con Mingo, ma l’attrazione fra i due viene paradossalmente ostacolata dagli interventi esterni, che non fanno che complicare le loro interazioni.
I disegni di Peppe brillano particolarmente per l’ottima resa dell’espressività dei personaggi e gli sfondi curatissimi, in cui da un lato emerge la bellezza di Tokyo e dall’altra si tocca con mano la cappa soffocante che aleggia in una metropoli che non dorme mai. Sebbene le gag comiche rendano scorrevole e piacevolissima la lettura, scene come quella dell’audizione o quelle svolte in discoteca riescono a trasmettere al lettore un’ansia sociale piuttosto marcata, che va a controbilanciare l’apparente leggerezza del manga.
Mingo è un mix vincente di humor e frammenti di vita vera. Se vi incuriosisce il Giappone e cercate tante risate, è la lettura che fa per voi!
Un ringraziamento speciale a Dynit
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