Se vi chiedessero di raccontare un giardino, cosa scrivereste?
Potreste attenervi alla descrizione delle piante che lo popolano, delle radici che lo attraversano, dei suoni delle creature animali che lo abitano, ma se voleste andare oltre, raccontare la storia di ogni fusto, ogni foglia, ogni seme che si è adagiato sulla sua terra, forse vi fareste prendere la mano e anche il vostro giardino, come quello di Hortus Mirabilis (Moscabianca Edizioni, aprile 2021), prenderebbe vita scrollandosi di dosso quell’immobilità che nella nostra testa è emblematica del mondo vegetale, e il vostro scritto perderebbe il piglio puramente illustrativo della tassonomia, addentrandosi nei fertili terreni della narrazione.
Lunga è la tradizione degli erbari, che fin dalle epoche più antiche hanno descritto aspetto e qualità reali e immaginarie del mondo vegetale; il primo di cui si ha traccia è il De herbis di Apuleio, II secolo d.C., passando per i trattati medicinali medievali e per le meravigliose raccolte d’illustrazioni inglesi del XVIII secolo, arrivando fino alla botanica fantastica di Leo Lionni, che nella sua Botanica parallela riprende questa tradizione facendone un puro ed elegante esercizio di stile. Tuttavia, forse a causa della loro apparente immobilità, raramente l’osservazione delle piante ha stimolato la fantasia degli scrittori tanto da far nascere una storia.
La vivacità nascosta del mondo vegetale, ma soprattutto quella sua forza di volontà che fa sì che un minuscolo seme spacchi l’asfalto e cresca esattamente dove vuole crescere, ha invece ispirato gli autori e le autrici di Hortus Mirabilis, che in 13 storie ci mostrano quanto le piante possano essere protagoniste indiscusse e attive della vita sulla Terra (e anche oltre) e quanto il loro Regno, apparentemente così distante dal nostro, si avvalga di principi simili a quelli del Regno animale. Hortus Mirabilis raccoglie storie di piante immaginarie, extraterrestri, non esistenti, ma chissà che non siano a noi sconosciute solo perché ancora non sono state scoperte, come l’Aracno-magnolia de “Il chiostro” di Elisa Emiliani, in cui la crescita di un piccolo arbusto incatalogabile accompagna la giovane Nadia per tutta la vita, nascondendo un segreto, o forse rivelandole un miracolo, che ha a che fare col senso della vita stessa.
Contro ogni nostra aspettativa d’immobilità vegetale è poi il Rotolacampo gigante di “Scie nella neve” di Maurizio Ferrero: apparentemente solo un groviglio di sterpaglie, questa pericolosa e insidiosa pianta carnivora sembra nascondersi dietro la lentezza e l’innocenza della “verdura” per seminare il panico indisturbata e precipitare il lettore in un adrenalinico inseguimento fino all’estremo nord del mondo.
Al centro della raccolta di Hortus Mirabilis, c’è il rapporto tra l’umano e il vegetale, due regni che la scuola ci insegna essere ben divisi tra loro, ma che in realtà potrebbero essere molto più vicini e intersecati di quanto non si pensi. Se c’è qualcosa che accomuna tutti i racconti della raccolta è proprio la capacità di mostrarci quanto la realtà, nonostante i nostri sforzi, non sia altro che una grande ragnatela interconnessa che sfugge agli incasellamenti, come in “Così inizia il mondo“, di Lucrezia Pei e Ornella Soncini, dove l’inquietante Vulgivaga sembra voler spingere la comunicazione e l’intersezione tra Regno animale e Regno vegetale a livelli mai visti prima, ma forse la fusione tra i regni è un’esperienza così sconvolgente e perturbante solo perché al di fuori di ogni conoscenza umana diretta o indiretta.
L’incrocio tra i due regni è protagonista anche di “Memoria esterna” di Beatrice La Tella, in cui il rapporto simbiontico tra gemelli omozigoti raggiunge accezioni estreme, mentre il pensiero vegetale e la volontà d’azione, anche se non secondo il significato più classico del termine, sono tematiche affrontate sia in “Babilonia nel cielo” di Axa Lydia Vallotto, in cui le piante sembrano voler cacciare gli esploratori spaziali percepiti come intrusi sul loro pianeta, sia in “Rapporto sulla guerra tra anemocore e mirmecofile nell’ecosistema di Sylph“, di Andrea Cassini, che racconta l’eonica e feroce battaglia all’ultimo sangue (o “all’ultima linfa”?!) tra due specie vegetali che si contendono l’egemonia sul pianeta Sylph.
Tra i racconti più divertenti, a stemperare le atmosfere spesso cariche di pathos della raccolta, merita di essere menzionato “M’ama non m’ama” di Francesco Morgante, che fa ingerire una pericolosissima Margherita gotica a una giovane studentessa, inconsapevole vittima degli esperimenti di una sbadata strega dei nostri giorni e, a proposito di stregoneria, il racconto forse più emozionante di Hortus Mirabilis è “Una storia già scritta“, di Michela Lazzaroni, che riporta a un’inquietante contemporaneità lo spettro dei cacciatori di streghe e della persecuzione del diverso con la sua Sanghirella, pianta dalle bacche in grado di controllare gli istinti più brutali di una popolazione segregata per la sua pericolosità, ma che si rivelerà essere solo un placebo.
Una raccolta di storie tanto diverse nel loro contenuto e forma quante sono le specie vegetali immaginabili non poteva che essere tenuta insieme dalle splendide tavole, ispirate all’illustrazione naturalistica tradizionale, di Gabriele Operti e dalla prefazione dell’eccentrico Danilo Zagaria, biologo e redattore che, oltre a numerosi e mai banali articoli di divulgazione scientifica, ha da poco dato vita alla rivista letteral-scientifica Axolotl, che ad oggi conta solo un numero, ma che dalle premesse si allinea perfettamente all’intento di Moscabianca di far conoscere il genere weird in tutte le sue sfaccettature a un pubblico sempre più ampio e curioso di lettori.
“Al di là del piacere, della curiosità e di tutte le emozioni che suscitano i racconti fantastici,” scrive Cvetan Todorov, grande teorico della letteratura di genere, “lo scopo reale del viaggio meraviglioso e fantastico è l’esplorazione più completa della realtà universale” ed è solo leggendo che potremo lasciarci infestare dalle inquietanti e incredibili piante di questo “giardino delle meraviglie”.
Un ringraziamento speciale a Moscabianca Edizioni
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