Con il suo terzo volume, La taverna di mezzanotte di Yarō Abe torna sugli scaffali per trasportarci nelle vite dei clienti di un locale a dir poco peculiare, aperto da mezzanotte alle sette del mattino e nascosto fra i vicoletti di Tōkyō.
Il sorriso enigmatico del proprietario accoglie le persone più disparate che, nel corso delle lunghe notti nell’assordante metropoli giapponese, desiderano godersi un pasto delizioso o trascorrere semplicemente un po’ di tempo in compagnia. Come nei due volumi precedenti, anche questo nuovo albo propone una suddivisione in capitoli estremamente brevi e apparentemente slegati fra loro, ma in realtà fortemente legati da un filo conduttore dai poteri inaspettati: il cibo.
Nell’atmosfera rassicurante di questa atipica taverna notturna trovano ristoro più persone di quante potremmo immaginare, ed ognuno intuisce quasi istintivamente che si tratta di un porto sicuro, un luogo dove rimuovere ogni maschera e ricongiungersi con il proprio io più profondo, tutto questo grazie al magico potere del cibo.
In questo locale, i clienti possono ordinare ciò che desiderano, a condizione che il cuoco abbia a disposizione gli ingredienti necessari. La libertà assoluta concessa ai clienti li invoglia a scavare nei ricordi dell’infanzia, a trarre ispirazione dai loro sogni o semplicemente a lasciarsi influenzare da un cliente che mangia rapito o dalla scelta di qualcuno per il quale si prova affetto o ammirazione. Nelle brevi pagine dedicate a ogni personaggio, molto della loro personalità e delle loro vite trapela proprio dalle pietanze ordinate e dalle espressioni dipinte sui loro volti mentre le assaporano. Non di rado accade che vengano prese decisioni importantissime dopo aver scelto con cura il pasto da consumare.
Non mancano in questo splendido albo pietanze improbabili e individui bizzarri, come l’uomo che corre al contrario, alla disperata ricerca di un passato che non tornerà e che si illude di poter trattenere a sé. E forse sarà proprio la pietanza giusta o un incontro fortuito ad aprirgli gli occhi e spingerlo a rivolgere lo sguardo verso il futuro. Nel piccolo spazio della taverna di mezzanotte, infatti, i cuori si espandono ed emergono tratti inaspettati di sé stessi e degli altri sotto allo sguardo rassicurante del cuoco che, quasi come un direttore d’orchestra, guida i visitatori nella giusta direzione attraverso sapori e profumi.
Con un riuscitissimo equilibrio fra humor e momenti estremamente toccanti, quello che La taverna di mezzanotte riesce a mostrarci è come le differenze fra gli esseri umani non debbano condurre sempre a litigi o separazioni, ma possano anzi diventare l’occasione per arricchirsi reciprocamente.
Forse ancora più dei precedenti, questo volume affronta il delicato equilibrio delle differenze generazionali, e lo fa mostrandoci quanto di frequente cadiamo vittima di fraintendimenti, interpretando come un freno critiche costruttive o presupponendo che una persona più anziana non possa in alcun modo comprendere delle scelte di vita, perché ancorata a preconcetti ormai superati. Quest’ultimo aspetto emerge con grande delicatezza e humor nella bellissima amicizia fra la spogliarellista Marylin e un’anziana signora alla quale cerca di non rivelare la sua professione.
Deliziosi anche i racconti in cui si affacciano nella taverna clienti stranieri alla scoperta di sapori per loro del tutto nuovi.
Nella taverna di mezzanotte, ricordi e speranze si mescolano oltrepassando i confini dell’individuo e sbocciano con estrema naturalezza rapporti fra i clienti: poco importa che durino solo una notte o un’intera vita, perché quel momento di empatia e comprensione avrà segnato per sempre il percorso di ognuno.
Quello che Yarō Abe costruisce sulle pagine de La taverna di mezzanotte è un microcosmo dove si incontrano persone di ogni estrazione sociale, di angoli anche lontanissimi del Giappone o addirittura provenienti da altri paesi, capaci però di trovare un punto di contatto nel cibo e di tornare a casa col sorriso.
Un ringraziamento speciale a Bao Publishing
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