Ogni pagina dell’incantevole volume Botteghe di Tokyo, pubblicato da L’Ippocampo Edizioni, è un piacere per la vista e un balsamo per il cuore. Scritta e illustrata da Mateusz Urbanowicz, quest’opera curata nei minimi dettagli è frutto di un progetto iniziato nel 2016, quando l’autore, che vive già da molti anni in Giappone, iniziò a illustrare le botteghe che più lo avevano colpito, partendo dalle foto scattate durante le sue passeggiate.
Come Urbanowicz ci racconta nell’introduzione dell’opera, la prima volta che giunse a Tokyo trascorse la notte nei dintorni di Takashimadaira, una zona della città poco conosciuta, che gli stessi abitanti del posto reputano priva di particolare interesse. Ma il suo sguardo curioso si è posato anche su quegli angoli di cui un passante distratto potrebbe non curarsi, assaporandone ogni dettaglio e fantasticando su quale storia quelle piccole botteghe potessero avere alle spalle.
Per Urbanowicz il Paese del Sol Levante è stato fonte inesauribile di perle nascoste fin dal primo incontro. Quel luogo scoperto prima da lontano, attraverso foto e racconti altrui, si è materializzato davanti ai suoi occhi quasi come uscito da un sogno, e ogni pagina di questo volume trasuda infatti non solo un entusiasmo e una curiosità inesauribili, ma anche un senso di nostalgia, quasi come fosse già passato di lì prima ancora di atterrare nella capitale giapponese. Un vero colpo di fulmine, insomma. Visitare vecchie botteghe di Tokyo ha consentito inoltre a Urbanowicz di parlare con i loro proprietari, scavando nella loro storia personale e in quella dell’edificio.
Il volume si divide in 6 capitoli, ognuno dedicato a un diverso quartiere della grande metropoli giapponese di Tokyo, preceduto da una mappa che ci mostra la collocazione delle varie botteghe. La serie di acquerelli non si propone come un lavoro di stampo architettonico, quanto piuttosto un compendio fortemente personale, ricco di dettagli e curiosità su ogni bottega che lo ha colpito.
Un’altra caratteristica che rende davvero speciale questo volume è il testo in due lingue, italiano e giapponese: questa alternanza nello scritto, unita ai primi piani su dettagli che hanno colpito l’autore, crea una grande armonia sulla pagina, capace quasi di farci sentire proprio lì davanti, a guardare i fūrin oscillare al vento, sentire il profumo dei fiori e sbirciare dalle vetrate. È presente inoltre un’appendice dedicata alle tecniche di disegno impiegate da Urbanowicz e il materiale utilizzato.
Alcune delle botteghe ritratte sono purtroppo scomparse, e questo rende ancora più importante il lavoro di Urbanowicz che, con Botteghe di Tokyo, ha lasciato traccia indelebile di questi tesori nascosti e ricchi di storia. Fra negozi di ceramiche, macellerie, ristoranti e librerie, troviamo botteghe che mescolano elementi moderni e tradizionali, e altre che hanno cambiato volto nel tempo, come una ex sartoria diventata un assortimento di articoli retrò.
Le didascalie che accompagnano i dettagli di ognuna delle botteghe regalano curiosità e approfondimenti su cibi o oggetti tradizionali giapponesi, come le kawara, le tegole in ceramica che costituiscono la tettoia di alcuni edifici, o i fūrin, piccoli campanelli ornamentali in vetro. Troviamo anche chicche come una locandina affissa in un ristorante di Jinbōchō, la quale attesta che il celebre scrittore Edogawa Ranpo era un cliente abituale.
Botteghe di Tokyo è un volume semplicemente splendido, da sfogliare con un sorriso, immaginandosi a passeggiare fra le stradine di Tokyo, fra i colori, i profumi e le storie di una città in continuo movimento, cercando di conservare nel cuore le sensazioni legate a tutte le piccole ma preziose perle scovate durante il cammino. Consigliato a tutti gli amanti del Giappone e utilissimo, inoltre, a chiunque stia studiando il giapponese e voglia destreggiarsi con i testi in questa lingua, aiutandosi con l’italiano a fronte.
Un ringraziamento speciale a L’Ippocampo Edizioni
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