Star Wars: The Bad Batch – stagione 1

star wars the bad batch stagione 1 recensione

Voto:

Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana, esisteva una squadra di cloni difettati nota come la Bad Batch, che si ribellò al nascente Impero galattico di Palpatine. Sono proprio loro i protagonisti dell’ultima serie animata dell’universo di Star Wars, uscita su Disney + in occasione dello Star Wars Day e creata da Dave Filoni, che si è già occupato di altri famosi prodotti del franchise quali The Mandalorian e la serie animata Star Wars: The Clone Wars .

La Bad Batch aveva già fatto la sua comparsa nell’ultima stagione di The Clone Wars, e attraverso questa serie impariamo a conoscere meglio i suoi componenti, che sebbene condividano lo stesso DNA presentano caratteristiche e personalità ben precise. Ritroviamo Hunter, il leader del gruppo, che grazie ai suoi sensi potenziati sa sempre come cavarsela e come proteggere i suoi fratelli: Echo, un clone con componenti robotiche che lo rendono a tutti gli effetti un cyborg; Tech che rappresenta la mente geniale del gruppo a cui si contrappone l’ingenuità e forza bruta di Wrecker; infine Crosshair, un cecchino infallibile ligio al dovere e spesso scontroso. In questa serie però abbiamo anche una new entry all’interno della squadra, ovvero la piccola Omega, un clone di genere femminile (unica della genia di Jango Fett per il momento) che risiede a Kamino insieme agli altri cloni e lavora assieme alla scienziata kaminoana Nala Se.

the bad batch equipaggio

La trama della prima stagione, composta da 16 episodi, si presenta come una perfetta continuazione di quello che è il finale di The Clone Wars, ma anche se non avete visto quest’ultima (che consiglio comunque di recuperare se siete fan della saga) è perfettamente godibile conoscendo già soltanto la trilogia prequel (Episodio I, II, III). La serie inizia proprio con l’ascesa al potere di Palpatine e l’esecuzione da parte dei cloni dell’Ordine 66, che decretò la morte di numerosi Jedi e Padawan. Sebbene si rivedano personaggi delle serie precedenti (The Clone Wars e Rebels), questi vengono introdotti al pubblico senza forzature, riuscendo ad emozionare chi li riconosce e instillando curiosità in chi invece non li ha mai visti prima.

Il primo episodio ci presenta la squadra, nota anche come Clone Force 99, impegnata a lottare al fianco degli Jedi nella guerra contro i Separatisti, e assistiamo a quella che è la fine della Repubblica e dei cavalieri del lato chiaro della forza, con i cloni che obbediscono all’Ordine 66 e attaccano gli Jedi. I membri della Bad Batch, fatta eccezione per Crosshair, si rifiutano di obbedire e uccidere un giovane Padawan (vediamo in questo modo come è sopravvissuto Caleb Dume, meglio noto come Kanan Jarrus in Star wars: Rebels) e fanno ritorno su Kamino mentendo sull’esito della missione, dichiarando il ragazzo deceduto. Ci viene mostrata la vita dentro il laboratorio/caserma kaminoano e vediamo che, nonostante siano superiori per capacità fisiche e mentali, Hunter e i suoi fratelli vengono trattati come emarginati, ed è per questo che la piccola Omega si sente affine a loro e cerca di unirsi alla squadra che inizialmente la rifiuta.

the bad batch missione

In questa prima puntata ritroviamo un famoso cattivo della saga, l’ammiraglio Tarkin, che mette alla prova la Squadra 99 ordinandogli di sterminare dei ribelli nascosti su un pianeta. Una volta arrivati sul posto, quello che trovano è però un gruppo di persone disarmate, guidate da Saw Gerrera (apparso già in Clone Wars), che vuole solo mettersi in salvo, e la Bad Batch si rifiuta di uccidere degli innocenti, per questo motivo vengono tutti arrestati una volta tornati su Kamino. Crosshair viene prelevato dal gruppo e gli viene inserito un chip inibitore che lo porta a schierarsi dalla parte dell’Impero, mentre i suoi fratelli aiutati da Omega fuggono su una navicella spaziale prima che tocchi anche a loro la stessa sorte, dandosi da quel momento in poi alla macchia. Per sopravvivere iniziano a svolgere missioni in cambio di protezione da parte di Cid, ex-informatrice degli Jedi e proprietaria di una locanda a cui devono costantemente soldi.

Come in The Mandalorian, ritroviamo lo stratagemma narrativo delle missioni ad ogni episodio, che però a lungo andare risulta un po’ trito e ritrito, soprattutto quando si tratta di missioni di salvataggio che seguono sempre il solito schema. Pertanto ci saranno puntate che risulteranno un po’ più noiose rispetto ad altre, e a volte si cerca di compensare con l’inserimento di personaggi noti ai fan come il capitano Rex o la cacciatrice di taglie Fennec Shand. La trama si sviluppa sul serio solo verso la fine della prima stagione, dove ci vengono rivelati dettagli su Omega e sui piani dell’Impero.

the bad batch ricognizione

Per quanto riguarda la scrittura dei personaggi, i membri della Bad Batch risultano un po’ delle macchiette stereotipate già viste: anche qui infatti ritroviamo il capo carismatico, lo scienziato, l’energumeno che vuole risolvere tutto con la forza, l’esperto di robotica e infine il tipo cupo e scontroso. Tuttavia a controbilanciare queste figure c’è Omega, che a differenza di quello che temevo inizialmente non è la piccola principessina da salvare (sebbene ci siano episodi in cui questo accade), ma è un personaggio molto più sfaccettato che dimostra di sapersela cavare anche da sola e, anzi, grazie al suo ingegno riesce a salvare più di una volta i suoi fratelli. Senza fare spoiler ho inoltre apprezzato molto la mancata redenzione di un personaggio della serie, che personalmente avrei trovato eccessivamente scontata e forzata per come si sviluppano gli eventi.

Lo stile di animazione riprende quello di The Clone Wars con i personaggi e la grafica in 3D, ma con qualche miglioria, e qualitativamente parlando ci troviamo sempre di fronte a un grande prodotto di animazione come ci si aspetterebbe da Lucasfilm Animation e Disney. La scelta della colonna sonora è sempre adatta alla situazione e permette di immergersi ancora di più nel fantastico mondo creato da George Lucas.

Parlando invece delle voci del doppiaggio italiano non posso che elogiare il lavoro svolto, in particolar modo mi riferisco alle capacità attoriali di Alessandro Ballico che presta la voce a tutti i cloni presenti nella serie e riesce in qualche modo a differenziarli e caratterizzarli alla perfezione.

Nel complesso The Bad Batch (tra l’altro già rinnovata per una seconda stagione) si presenta come una buona serie d’animazione, degna di essere recuperata. Dave Filoni anche in questo caso è riuscito a rendermi una fan felice, perché sebbene ci venga presentato un sistema di narrazione a missioni ormai già visto e i personaggi risultino “semplici” (ma comunque non banali), lui e il suo team sono stati in grado di rendere interessante e bella da guardare una serie senza Jedi o altri personaggi sensibili alla forza. Inoltre è impossibile non apprezzare il modo in cui vengono inseriti nella trama i personaggi delle serie precedenti senza farli mai risultare delle forzature, ma al contrario viene voglia di conoscerli meglio.

Se non avete ancora visto The Bad Batch e attendete l’uscita della terza stagione di The Mandalorian o la serie dedicata ad Ahsoka Tano, questa e le altre serie animate sono un buon modo per continuare ad esplorare il vasto universo di Star Wars, conoscendo ancora meglio dettagli su pianeti e razze aliene che lo popolano.

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La mia passione per i videogiochi nasce sin da bambina con la prima Play e Pokemon Blu per GameBoy e non mi ha mai abbandonata. Amo in particolare i GDR e rilassarmi con Animal Crossing. Oltre ai videogiochi, mi interessano molto le serie tv e l'animazione nelle sue varie forme.

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