Doveva essere un’operazione semplice, liscia e di sicuro successo. Prendi tre capolavori del passato, giochi divertentissimi e seminali, uno più bello dell’altro; dai loro una veste grafica più ripulita e contemporanea, implementi qualche elemento per migliorare la QoL di titoli che, per forza di cose, possono risultare indigesti e vetusti al giocatore del 2021, et voilà, applausi per lo sviluppatore, critica in visibilio e milioni di copie vendute.
Questo è, più o meno, il pensiero che abbiamo avuto noi gamer redazionali dopo aver visto i primi trailer di Grand Theft Auto: The Trilogy – The Definitive Edition (che da adesso chiamerò GTA: The Trilogy). Convinzione che si era rafforzata soprattutto per via del lavoro sul comparto grafico che lo sviluppatore Grove Street Games ha deciso di mostrare nei video di presentazione, così tanto rispettoso verso le opere originali ma, al contempo, così sorprendentemente stiloso e raffinato. Sbirciando il voto in stelline poco sopra, una sufficienza appena strappata, avrete capito benissimo che no, questa remastered di GTA III, GTA Vice City e GTA San Andreas, non mi ha convinto.
La posizione in cui mi trovo in quanto recensore è alquanto spinosa, e valutare un compendio che può contare, al suo interno, videogame così importanti per l’evoluzione del medium stesso, non è un’operazione banalissima. Per farla breve, questa Definitive Edition riesce a strappare la sufficienza esclusivamente per meriti che non appartengono all’operato di Grove Street Games, ma solo perché è impossibile non divertirsi avendo per le mani gioielli come Vice City o San Andreas. Infatti per quanto questa nuova edizione rimasterizzata faccia acqua un po’ da tutte le parti e abbia deluso le aspettative di pubblico e critica, rimane comunque il modo più attuale per godersi i titoli Rockstar Games. L’ironia dei titoli originali è ancora tutta lì, le maestose soundtrack sono state confermate nella loro quasi totale completezza, l’appagante gameplay sandbox funziona dannatamente bene tutt’oggi. D’altronde che vi aspettavate? Stiamo parlando di una triade di videogame che è stata capace di reinventare un genere e di creare l’immensa fortuna che Rockstar tuttora può vantare e che le ha permesso, col tempo, di arrivare a sfornare pietre miliari come Red Dead Redemption 2.
Giocando GTA: The Trilogy, però, non sono riuscito a scrollarmi di dosso la brutta sensazione di essere al cospetto di un’enorme occasione sprecata. La prima cocente delusione è apparsa di fronte ai miei occhi una volta lanciata la nuova versione di GTA III. Basta aprire le impostazioni per capire quanto dozzinale sia stato il lavoro di Grove Street Games. Perché mai, infatti, dovrei essere posto di fronte alla scelta tra modalità Prestazioni e Fedeltà? Perché, avendo tra le mani una macchina dalla potenza mostruosa come Xbox Series X (ma il discorso può valere anche per la poderosa PlayStation 5) devo scegliere tra risoluzione o 60 fps su giochi che, per quanto rilavorati, sono usciti agli inizi dell’attuale secolo? Non tocco inoltre l’argomento Nintendo Switch, non solo perché non è oggetto di questa recensione, ma soprattutto perché, da quel che mi è stato possibile indagare, sarebbe addirittura difficile arrivare alla sufficienza.
Operata quindi la difficoltosa selezione della modalità grafica (che nel caso mio è ricaduta su Prestazioni), ci si aspetterebbe, quantomeno, un frame rate stabile anche nelle situazioni più complesse, con svariate auto ed esplosioni a schermo. Anche qui però mi tocca deludervi, nonostante sia stato in grado di testare la trilogia dopo la prima corposa patch correttiva. Purtroppo in moltissime occasioni si assiste impietriti a vertiginosi cali di stabilità, con scatti evidenti anche in occasioni che, sulla carta, non dovrebbero creare difficoltà alla nuova ammiraglia Microsoft. A mio parere tutto ciò è inqualificabile.
Merita un paragrafo a parte l’enorme quantità di glitch e bug che ho incontrato, alcuni dei quali mi hanno costretto addirittura a riavviare il gioco. Soprattutto in GTA III, che più degli altri avrebbe giovato di un lavoro di attualizzazione, si può incappare in bug visivi e fisici tanto comici quanto frustranti. C’è una particolare zona di Liberty City, ad esempio, in cui si può letteralmente sprofondare nell’iperuranio, per poi ritrovarsi in un tunnel di collegamento tra le isole. Oppure, fin troppo spesso, mi è capitato di incontrare l’ostacolo fisico di una staccionata che però aveva la propria texture proiettata qualche metro più in là. A complicare le cose, per quanto incredibile, interviene il meteo; la pioggia è infatti quanto di peggio possa accadervi quando avete per le mani GTA: The Trilogy. Le gocce d’acqua sono così numerose, grandi e opache da rendere quasi impossibile vedere l’azione in game e, malgrado la patch correttiva, scompare nelle sezioni di schermo dove viene inquadrato il mare, come evidenzio nella foto sottostante.
Discorso ben più personale e orientato dai propri gusti estetici è quello volto a valutare il lavoro artistico operato in questa Definitive Edition. Se da un lato mi sento di sposare le scelte fatte sulla complessità del nuovo sistema di illuminazione, sulle nuove texture degli edifici e sui modelli dei personaggi (che finalmente hanno le dita!), dall’altro è impossibile non notare come alcuni volti risultino persino meno curati di quelli ottenibili attraverso le mod su PC. Non posso chiudere un occhio neanche sulle pose alquanto strambe che a volte vedono protagonisti i personaggi dei tre giochi, e questo è dovuto alla non perfetta calibrazione dei nuovi modelli. Fin troppo spesso, tra l’altro, sembra che questi ultimi siano fatti di plastica, con pelle e capelli che riflettono in modo del tutto inverosimile la luce, quasi fossero presi da un videogame LEGO.
La maggiore potenza offerta dalle nuove console, inoltre, permette un campo visivo decisamente più profondo di quanto apprezzabile sulla vetusta PlayStation 2 e ciò, almeno in teoria, rappresenterebbe un pregio. Tuttavia vi basterà prendere il volo in San Andreas per rendervi conto di quanto sia disturbante riuscire a percepire i confini di tutta l’area di gioco, che nella versione originale, invece, era sapientemente avvolta in una nebbiolina riuscendo a far sembrare la mappa più estesa e profonda.
I tanto sbandierati interventi di QoL (Quality of Life) operati sui tre titoli incidono davvero troppo poco per rendere il titolo appetibile ai tanti giocatori che, per questioni anagrafiche, riescono ad associare il brand a GTA V o, tutt’al più, al capitolo di Niko Bellic. La nuova mappatura dei comandi nelle fasi di guida, ad esempio, risulta senz’altro più intuitiva e al passo coi tempi, ma rende più macchinoso sparare lateralmente. Il sistema di mira, per quanto più immediato e fluido, rimane ben lontano dal restituire sensazioni simili a quelle offerte da GTA V. L’inserimento dei checkpoint, infine, rende per fortuna la vita del giocatore molto più semplice, non essendo più costretto a tornare al punto di inizio delle missioni una volta che queste vengono fallite, ma è palpabile in modo davvero convincente solo in GTA San Andreas. Questi e pochi altri piccoli interventi, come le rinnovate mappe o i percorsi GPS, sebbene vadano nella giusta direzione e restituiscano un’esperienza più piacevole (soprattutto a chi i titoli originali li ha spolpati in ogni angolo come il sottoscritto), non contribuiscono abbastanza a svecchiare videogame che, per tantissimi aspetti, sentono fortemente il peso degli anni.
Per fortuna, come detto in apertura di recensione, è di GTA III, GTA Vice City e GTA San Andreas che stiamo parlando; tre videogame di cui è davvero quasi impossibile stancarsi. Poterli rivivere in questa edizione rimasterizzata, malgrado i tanti problemi evidenziati, mi ha comunque strappato più di un sorriso insieme a ore di divertimento. Purtroppo l’operato di Grove Street Games in questa versione, ribattezzata Definitive Edition, non arriva neanche a sfiorare la qualità dei titoli originariamente pubblicati. Una collezione di videogame dalla cura dozzinale e dal prezzo esagerato, da acquistare solo nella speranza che future patch correttive possano alleviare i tanti problemi, soprattutto tecnici.
Nonostante le ottime premesse Grand Theft Auto: The Trilogy – The Definitive Edition non mi ha convinto, e probabilmente non ci riuscirà neanche con tutti coloro che non hanno giocato i titoli originali quando furono pubblicati oltre un decennio fa. Una collezione di capolavori rimasterizzata in maniera estremamente frettolosa e insoddisfacente che appagherà solo chi, divorato dalla nostalgia e disposto a pagare l’esagerato prezzo a cui è proposta, sarà capace di chiudere entrambi gli occhi di fronte alle sue numerose falle.
Un ringraziamento speciale a Cidiverte
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