Grimorio – Il libro delle streghe

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Sono sicura che la prima immagine che vi viene in mente pensando a una strega è quella della classica befana a cavallo di una scopa; altri penseranno invece a quella loro amica o amico wiccan che brucia salvia per purificare l’ambiente dalle energie negative, altri ancora alle arcigne streghe del Macbeth che cantano attorno a un gorgogliante paiolo. Nell’immaginario più comune e condiviso, la strega è sempre intenta ad armeggiare con qualche strumento attraverso il quale esercita la sua arte magica. Tuttavia, sono pronta a scommettere che quasi nessuno di voi penserebbe a una strega impegnata a scrivere o consultare il suo Grimorio.

Il Grimorio è quel libro in cui la strega raccoglie i propri appunti, le proprie esperienze, ricette e incantesimi per servirsene in futuro o per tramandare la sua conoscenza alle streghe che verranno; è un libro personale, privato, ma che allo stesso tempo è teso al futuro e alla conservazione della sapienza magica.

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Per la sua raccolta di racconti e testimonianze sulla stregoneria, ABEeditore sceglie proprio il titolo di Grimorio: una vera e propria raccolta di esperienze, fatti, appunti e modi diversi di vedere e interpretare l’immagine della strega, come a voler ricordare l’eclettismo di questa figura e le contrastanti percezioni che ne ha, e ne ha avuto, la società.

L’introduzione di Giulia Ciarapica ruota proprio attorno alla percezione della figura della strega, alla sua dualità e alla “zona moralmente grigia” in cui va a collocarsi: guaritrice ma capace di fare il malocchio, benefattrice e assassina, capace dell’estrema bontà e allo stesso tempo delle più perfide azioni. Sostanzialmente, la strega risponde solo alla propria volontà e non alle regole della società della quale vive ai margini. Ciarapica identifica la pericolosità della strega nel suo essere fuori dalle leggi del patriarcato e nel metterne in discussione la solidità con la sua sola esistenza libera. L’emarginazione della strega è necessaria a mantenere lo status quo nella sua comunità di riferimento, ma è anche la condizione che ne decreta spesso la sentenza capitale.

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Sì, ma quindi, chi sono le streghe?

Streghe sono le fattucchiere che gettano ali di pipistrello dentro al paiolo, ma anche le ragazzine appena adolescenti, condannate al rogo perché oggetto dell’invidia da parte di qualcuno del loro villaggio. In Grimorio ci sono tutte, affiancate l’una all’altra, come a ricordare che la pericolosità della narrativa attorno alla figura della strega sta proprio nella sovrapposizione di questi due livelli: quello favolistico e quello del mondo reale.

Leggerete di seducenti streghe delle paludi che ammaliano i viaggiatori per poi farne i loro servitori, di streghe in grado di dare vita a spaventapasseri con il solo ausilio di una pipa per soffiargli dentro la vita, della strega che continua a terrorizzare gli abitanti della casa sorta ai piedi del suo frassino anche molti anni dopo la sua morte, e di anelli maledetti che prendono il possesso della mente di chi li indossa. Leggerete però anche di Cotton Mather e dei suoi interrogatori alle streghe di Salem, degli strumenti e dei metodi di tortura realmente utilizzati per estorcere verità supposte a povere e poveri malcapitati, accusati di ogni sventura avvenuta al villaggio, e dei terribili processi avvenuti in Francia e Germania tra il 1500 e il 1600, in cui più di 500 persone vennero processate e uccise nell’arco di pochi mesi.

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La sovrapposizione di questi due livelli, quello della superstizione, delle favole, e quello della realtà, rende questa raccolta un esercizio di pensiero e riflessione continuo, in grado di farci capire quanto le nostre azioni siano spesso condizionate dalla paura del diverso e di ciò che non riusciamo a capire o a spiegarci.

Tra le storie in cui questo aspetto emerge più vividamente va sicuramente menzionata Il torturatore di streghe di R. Anthony, uno schiaffo a mano aperta in grado di risvegliare in chiunque la consapevolezza di quanto spesso l’uomo agisca distrattamente sulle vite degli altri, ma anche Il gatto nero di P. Escamilla, in cui realtà e immaginazione sono così mescolate nella testa del protagonista da dare la colpa di ogni male della sua vita a un gatto parlante, e Una strega al rogo di Mrs B. Reyonlds, che apre un varco di speranza alla fine della raccolta.

Tra i racconti più belli e dalla narrativa più serena vanno ricordati il già menzionato La strega della palude di E. Marriott-Watson, la favola Testadipiuma di N. Hawthorne, che non ci lascia mai senza una morale su cui riflettere, e Magia nera di F. A. Middleton, che ci porta fino in India, dove la strega è un anziano mendicante dall’aria aspra e vendicativa che prende di punta la Miss inglese che lo trattava senza alcun rispetto.

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Oltre alla varietà e alla qualità dei racconti e documenti che vanno a comporre la raccolta, anche la scelta delle illustrazioni a corredo dei testi non lascia indifferente: una collezione di splendide e grottesche incisioni d’epoca (1600-1800 per lo più) incorniciate da occhielli a tema. Il tutto racchiuso da una copertina davvero preziosa che, come tutti i volumi della collana “Ombre e creature” di ABEditore, permette di leggere il titolo e di ammirare l’illustrazione sottostante solo in controluce, come se fosse un vero libro di magia.

Grimorio, come le altre antologie della collana, non può mancare in quelle librerie curiose in cui c’è spazio per un po’ di weird, di sovrannaturale, di folklore e di storia.

Un ringraziamento speciale ad ABEditore

IndianaJuls Articoli
Appassionata di arte, illustrazione e letteratura, si è lasciata trasportare nel meraviglioso mondo del fumetto... e ora non può più farne a meno! * arte * fumetto * illustrazione * letteratura * GdR

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