I videogiochi hanno l’incredibile potere di trasportarci in mondi straordinari e non sempre alla portata di tutti, come lo spazio o le profondità del mare. È possibile esplorare quest’ultime grazie a giochi come Subnautica o Abzu, ma il mare che ci viene mostrato lì è quasi sempre incontaminato e ricco di flora e fauna. Il mondo sottomarino che ci mostra Samudra invece è devastato dall’inquinamento e invaso da rifiuti di ogni tipo, oltre che da creature mutanti amichevoli e non. Uno scenario catastrofico e distopico che dà da riflettere sul futuro che ci aspetta se continuiamo a maltrattare il nostro stesso pianeta.
Samudra è un affascinante puzzle-platform in 2D sviluppato da Khayalan Arts, studio indipendente che ha deciso di sensibilizzare il pubblico su queste tematiche, attraverso l’avventura di un ragazzino con indosso uno scafandro, di cui però non conosciamo nulla, neppure il nome. Nel corso del gioco, composto da 5 capitoli, il protagonista scapperà da un mondo devastato dall’inquinamento evitando di essere catturato dagli adulti, che ci appaiono tutti come colletti bianchi privi di anima che pensano solo al lavoro. Durante la fuga incontrerà creature bizzarre e misteriose che gli riveleranno la verità sulle cause dell’inquinamento del mare. La cosa più incredibile è che tutte queste informazioni ci vengono date senza utilizzare le parole, ma sfruttando un comunicazione non verbale fatta di immagini simili a pittogrammi disposte lungo il cammino.
Il gameplay è quello tipico di un’avventura platform in 2D, e specialmente nel primo capitolo mi ha ricordato molto Inside per la suspense e la paura di essere scoperti e catturati, ma anche per il sistema di trial end error necessario ad andare avanti. Man mano che proseguiamo con la storia avranno invece molta più rilevanza gli enigmi.
Samudra offre al giocatore una vasta quantità di enigmi non sempre risolvibili in fretta, ma c’è da dire che quelli che richiedono più tempo una volta risolti lasciano particolarmente soddisfatti, soprattutto quelli che si trovano nelle aree nascoste del gioco. È possibile giocare sia con la tastiera che con un controller, ma in entrambi casi è richiesto un timing perfetto nel premere il tasto d’azione (la barra spaziatrice o la A del controller), e questo a volte può risultare frustrante. Inoltre, soprattutto nelle fasi iniziali non è immediatamente chiaro quando bisognerà utilizzare questo tasto.
Non mancano i collezionabili a donare più gusto alla sfida. Tuttavia non si tratta di oggetti di valore, bensì di rifiuti che inquinano i nostri mari, come mascherine, cannucce e buste di plastica. Questa pulizia dei mari non è fine a sé stessa, in quanto per ogni oggetto raccolto si verrà premiati con bellissime illustrazioni e sketch.
Visivamente, Samudra è un’esperienza incredibile grazie agli straordinari disegni in 2D che sembrano dipinti fatti a mano. Nonostante la presenza dei rifiuti, le ambientazioni sono capaci di incantare per la loro bellezza, ma anche di far riflettere su quanto la presenza dell’uomo e l’inquinamento stiano danneggiando i fondali dei nostri mari. Sebbene prevalgano gli ambienti industrializzati invasi dalla plastica, man mano che scendiamo nelle profondità riusciamo anche a ritrovare affascinanti architetture del passato, antichi templi e grotte nascoste.
Da sempre i livelli acquatici dei videogame sono caratterizzati da colonne sonore che trasmettono molta calma, una serenità apparente che cozza quasi sempre con la difficoltà del gameplay. Ma in Samudra (che è un gioco tutto subacqueo) la calma è assai rara, perciò oltre a pezzi rilassanti che ci trasportano magicamente in fondo al mare, troviamo dei bellissimi brani capaci di trasmettere diverse emozioni, specialmente la tristezza e la paura durante i momenti stealth e di fuga. Proprio per questo motivo è consigliatissimo l’utilizzo delle cuffie, così da godersi appieno l’esperienza e sentirsi più immersi nell’avventura.
Quando si trattano temi importanti come l’ambientalismo i rischi che si corrono sono principalmente due: parlarne in maniera superficiale oppure risultare pesanti e noiosi. Samudra però riesce ad evitare di essere un prodotto meramente didattico, e lo fa proprio perché non parla, ma come detto poc’anzi mostra.
Le immagini qui riescono ad essere molto più comunicativi delle parole stesse. Non abbiamo bisogno della retorica di un NPC che ci dice di non buttare la plastica in mare, perché vediamo cosa accade con i nostri stessi occhi, sia nel gioco che nella vita vera. Sicuramente il grande messaggio che questo gioco vuole trasmettere è proprio quello di essere più responsabili con il nostro pianeta perché è la nostra unica casa, e riesce a farlo nel migliore dei modi. Nonostante infatti qualche piccolo cliché narrativo, il finale di questo gioco ha una potenza che lascia spiazzati, e forse sarà in grado di smuovere qualche coscienza.
Samudra si è rivelato un gioco molto interessante, sia per l’ambientazione subacquea ben curata e la capacità di comunicare un messaggio importante come la tutela dell’ambiente con immagini di grande impatto, senza scadere nella banalità o nella vuota retorica, ma anche per la presenza di enigmi stimolanti e di una bella storia da seguire, nonostante la sua semplicità e breve durata (circa 5 ore di gioco).
Se vi piacciono i puzzle game di difficoltà intermedia e se temete gli horror ma non vi dispiace avere un po’ il battito accelerato dalla paura di essere scoperti o mangiati da qualche mostro, questo è un titolo che potrebbe fare al caso vostro, e magari potrebbe anche smuovere un po’ la vostra coscienza ecologica come ha fatto con me.
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