Come altri volumi della collana Unplugged di BeccoGiallo, Santuario 2105 nasce da una particolare sinergia che vede più artisti all’opera: l’idea del racconto è stata partorita da Ensi, uno dei più noti rapper nel panorama italiano, il soggetto è stato curato e sceneggiato da Alex Crippa, mentre copertina, disegni e colori sono tutti ad opera di Prenzy (ad eccezione della cover variant realizzata da Giulio Rincione).
Ciò che rende Unplugged una collana diversa dalle altre consiste non solo nell’essere trainata da nomi importanti (per esempio ad altre pubblicazioni hanno partecipato i Pinguini Tattici Nucleari e Murubutu), ma anche nel fatto che appunto i suoi fumetti si dovrebbero leggere seguendo un determinato accompagnamento musicale scelto dall’artista stesso. Questa idea l’abbiamo già vista in altre produzioni e in generale risulta molto sfiziosa, in quanto in grado di dare una marcia in più all’esperienza di lettura.
Tuttavia in questo caso specifico, sebbene la figura di Ensi sia decisamente presente (anche con svariate fotografie), in nessun punto del volume si trovano dei brani consigliati. Questo secondo me vanifica l’idea di una collana del genere, rendendola solamente basata su soggetti e idee di band e cantanti famosi, quando invece potrebbe dare di più.
Senza soffermarci ulteriormente sul fattore musicale, passiamo alla parte grafica: per cominciare, la copertina è accattivante, ben costruita e incuriosisce subito presentando il protagonista con alle spalle dei mostri e dei grandissimi altoparlanti (altro riferimento alla musica che però non trova corrispondenza all’interno delle pagine, dal momento che la storia non si attiene realmente a suoni o canzoni). Un ottimo biglietto da visita per un fumetto che, purtroppo, dà l’impressione di essere stato realizzato troppo di fretta.
Prenzy, che in copertina mostra di saper gestire dettagli e profondità mantenendo il suo stile, nel corso del racconto invece sembra perdersi, rendendo il tratto grossolano, semplice (tante volte il protagonista sembra essere prima mulatto, poi asiatico, poi di origine indefinita). I personaggi iniziano a confondersi tra loro, gli sfondi si perdono e così anche tutta l’emotività che potrebbe essere trasmessa visivamente dalla storia. Questa apparente frettolosità non giova neanche alle scene d’azione, che anziché risultare frenetiche diventano solo caotiche, non riuscendo a far capire bene chi stia eseguendo una determinata azione.
Bisogna però spezzare una lancia in favore di Prenzy considerando anche il suo impegno nella colorazione, lavoro ben eseguito in grado di dare le giuste atmosfere senza mai cadere nel tranello dell’eccessiva o minima luminosità. I colori inoltre aiutano più dei disegni stessi a comprendere il mondo in cui è ambientato Santuario 2105 e il clima (sociale) che lo domina.
Il problema principale di Santuario 2105, quindi, sembra quello di essere stato confezionato con troppa fretta o comunque con troppa superficialità. La storia parte anche da un’idea interessante, presentando un mondo post-apocalittico un po’ diverso dagli altri, ma viene annebbiata da una velocità di azioni esorbitante, e questo porta per forza di cose a un distacco da parte del lettore, che non riesce a empatizzare con i personaggi o immergersi nel mondo raccontato. Sarebbe anche un discreto fumetto di sola azione a scorrimento se non ci fosse il tentativo d’inserirci tematiche importanti.
L’ultimo titolo Unplugged di BeccoGiallo potrà dunque risultare interessante per i fan di Ensi, ma lascia indubbiamente un amaro senso di incompletezza, sia per quanto riguarda l’aspetto musicale, sia per non essersi spinto completamente sull’azione o sul fattore umano, ma anche per i disegni. Santuario 2105 aveva le potenzialità per essere un ottimo fumetto sotto ogni aspetto, ma la grande sensazione è che non abbia avuto il coraggio di scegliere la sua via, rimanendo qualcosa di ibrido nel tentativo di accontentare tutti.
Un ringraziamento speciale a BeccoGiallo
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