The Gunk (PC)

the gunk recensione

Voto:

Non tutti i videogame necessitano di decine e decine di ore per narrare una vicenda. Spesso anche titoli che fanno dell’esplorazione una parte interessante del proprio gameplay, non mettono il giocatore di fronte ad una lista infinita di secondarie più o meno interessanti da completare col solo scopo di arrivare alle fatidiche 80 ore. Avventure come quelle raccontate in The Artful Escape, The Red Strings Club o To The Moon, solo per citarne alcune, sono perfettamente in grado di trasmettere emozioni e lasciare ricordi al giocatore con appena 4/5 ore.

Con questo non sto dicendo che i giochi lunghi siano per forza di cose noiosi o vuoti, tutt’altro; sto solo affermando, ancora una volta se ce ne fosse bisogno, che ogni minuto di gameplay deve essere pregno di significato, giustificando così il tempo trascorso in compagnia di un videogame. The Gunk, avventura 3D con forti influenze platform e puzzle sviluppata da Image & Form e disponibile anche sul catalogo Xbox Game Pass, per molti giocatori potrebbe essere giudicata come troppo breve. Per me, invece, dura semplicemente il giusto per quel che la software house ha deciso non solo di narrare con la sua storia, ma anche di sviluppare con il suo gameplay.

The Gunk illuminazione
Il buon sistema di illuminazione dona ancora più magia alle ispirate ambientazioni di The Gunk.

In The Gunk si prende il controllo di Rani, giovane esploratrice spaziale che, coadiuvata dalla sua amica Becks, è continuamente alla ricerca di materiali rari da rivendere. Più volte i due scavenger, attraverso i dialoghi, fanno intuire quanto la loro situazione economica sia precaria e quanto gioverebbe loro trovarsi di fronte ad una scoperta dall’importante valore monetario. La più preoccupata dei due è senz’altro Becks, una ragazza dalla personalità estremamente pragmatica che difficilmente fa trasparire il proprio affetto per Rani, e che solo in situazioni estremamente concitate e pericolose mostra il suo lato più caloroso.

Rani invece non nasconde la sua espansività e la sua innata capacità di preoccuparsi anche di persone/animali con cui ha magari appena fatto conoscenza. Un personaggio decisamente idealista e intraprendente che si butta a capofitto nelle proprie avventure senza pensarci due volte, al costo di pentirsene successivamente, a mente fredda. Il duo funziona perfettamente e i dialoghi tra le due amiche rappresentano senz’altro una delle parti meglio riuscite di tutta la produzione, così densi di ironia e mai scontati. Ovviamente tanta differenza caratteriale si riflette anche sulle loro vicissitudini, in maniera coerente con il plot imbastito dal team svedese.

The Gunk Beck e Rani
Becks e Rani condividono un importante rapporto di amicizia e fiducia reciproca.

Sin dalle prime battute, The Gunk mette il giocatore di fronte alla meccanica principale su cui si fonda il gameplay. Il pianeta su cui sono appena atterrate Rani e Becks, infatti, è pervaso da una poltiglia scura con tinte rossastre che a volte sembra avere addirittura una mente pensante, un agente altamente inquinante che impedisce il proliferare di fauna e flora, chiamato per l’appunto “gunk“.

Rani, attraverso l’utilizzo del suo guanto multiuso, è in grado di aspirare tale materia e di liberare il circondario dalla sua influenza nefasta. Premendo il grilletto destro si attiva la funzione di aspirazione, che funziona in maniera del tutto simile a quanto visto in Luigi’s Mansion 3 e che, fortunatamente, dona la stessa sensazione di appagamento. Una volta ripulita la zona si assiste ad una veloce cutscene in cui la natura, finalmente rinvigorita, riesce a riconquistare i suoi spazi e offrirci, ad esempio, nuove sezioni dove saltare per raggiungere l’area successiva. Sappiate che aspirare gunk sarà la vostra principale attività per quasi tutta la durata del gioco.

The Gunk
Il gunk in tutta la sua putrida e maestosa presenza

Nel corso della breve avventura in realtà c’è spazio anche per scontri con nemici più o meno corazzati ma, in ogni caso, l’utilizzo del potere aspirante del guanto rimane l’unico modo per sopravvivere. Purtroppo i combattimenti con queste bestiali creature aliene si configurano come le parti meno interessanti di tutto il gameplay, e hanno il solo scopo di spezzare il ritmo tra un puzzle e l’altro. Sebbene abbia apprezzato l’ottimo bilanciamento del gioco, che alterna esplorazione, platforming, scontri e puzzle in modo intelligente, restituendo anche una giocabilità decisamente organica, i poteri di Rani sono così limitati e i suoi movimenti sono così poco adatti al combattimento, da bloccare sul nascere ogni velleità di progettare delle sezioni action più avvincenti.

L’esplorazione invece funziona molto bene, dato che The Gunk la incentiva solo per raccogliere materiali al fine di potenziare il guanto, lasciando completa libertà a chi invece preferisce non investirci molto tempo. Gran parte del merito va senz’altro al level design, ottimamente concepito, che impreziosisce anche i puzzle e aiuta nella loro risoluzione. Questi ultimi infatti, sebbene risultino sempre di facile soluzione, non sono mai banali e lasciano comunque al giocatore la soddisfazione di sciogliere la matassa. Malgrado funzioni tutto ottimamente, già dopo metà avventura ed ettolitri di gunk aspirato si rintraccia però una certa stanchezza nella progressione. Niente di preoccupante, ma un po’ di freschezza non avrebbe guastato superate le 2/3 ore, magari sfruttando il sistema di crafting che, purtroppo, risulta alquanto superficiale, dal potenziale completamente inespresso.

The Gunk puzzle
Diversi puzzle di The Gunk prevedono la rotazione di piattaforme utili a superare determinati ostacoli.

Image & Form, alle prese con il suo primo titolo 3D dopo gli apprezzati SteamWorld, è riuscita anche in questo caso a donare personalità e qualità al comparto artistico. Ogni ambientazione di The Gunk sprizza creatività e ispirazione, con visuali che spesso premiano anche la buona draw-distance del titolo. La varietà che non si rintraccia nel gameplay permea invece l’ambientazione di gioco, che subisce anche un deciso cambio di setting dalla metà in poi, complici le vicende di cui Rani è protagonista. Quello che sembrava un pianeta abitato esclusivamente da forme animali ospita in realtà i resti di un’antica società. Questa scoperta rende profonda e avvincente la trama, che riesce anche a regalare un paio di colpi di scena niente male. In generale sia la narrativa che l’intreccio funzionano molto bene, amalgamandosi in modo convincente con il gameplay e le ambientazioni.

I modelli, sia dei personaggi che di piante e animali, avrebbero giovato di qualche poligono in più, ma comunque è impossibile non premiare il buon character design, il sistema di illuminazione e, più in generale, tutto il comparto grafico. La menzione d’onore va però alla colonna sonora che, oltre ad accompagnare perfettamente ciò che viene mostrato sullo schermo, in diverse occasioni diventa autentica protagonista, riuscendo a settare in modo efficiente il mood dell’avventura. In due frangenti, in particolare, sono rimasto impressionato dal lavoro memorabile compiuto simultaneamente dall’ambientazione e dalla colonna sonora che, in un gioco che di certo non ha tinte horror, sono riuscite comunque a farmi passare qualche brivido lungo la schiena.

The Gunk civiltà aliena
In quello che sembrava un pianeta deserto, Rani trova i resti di un’antica società.

Le mie sensazioni giocando The Gunk sono state positive, ed è chiaro come Image & Form fosse oramai pronta a sviluppare un’avventura 3D di livello. Purtroppo la produzione manca del mordente necessario per fare il salto di qualità, soprattutto (come già detto) nella varietà del gameplay e nel tasso di sfida. Sono sempre pronto a premiare titoli da giocare in modo più rilassato, che non presentino un livello di difficoltà crescente e da godersi in completa distensione. The Gunk però non è Animal Crossing, ma un’avventura 3D dove puzzle e scontri mantengono una difficoltà pressoché simile dall’inizio alla fine, con un boss finale peraltro di facile risoluzione.

Una più attenta calibrazione dei poteri del guanto, una migliore implementazione del crafting e una maggior diversificazione nelle situazioni di gioco (nemici inclusi) avrebbero donato all’avventura quel tocco in più che purtroppo manca. Un videogioco da mangiare in un sol boccone, soprattutto se possessori di Xbox Game Pass, ma che lascia ampi margini di miglioramento al team di sviluppo, il quale comunque ha mostrato ampiamente di cosa è capace.

The Gunk ambientazione
Alcune ambientazioni di The Gunk lasciano decisamente a bocca aperta.

The Gunk è un videogame con tante qualità. Tra queste spiccano senz’altro l’ambientazione, il ragionato level design e l’ispirato comparto tecnico, trama inclusa. A Image & Form tuttavia manca quel guizzo finale per donare l’attrattiva giusta ad un titolo che, con un gameplay più stratificato, sarebbe entrato di diritto nell’olimpo degli indie. Aspetto con ansia il prossimo lavoro della casa di sviluppo svedese che, sono sicuro, non mi deluderà.

Se volete osservare in maniera più approfondita The Gunk, vi rimando infine alla mia serie completa di gameplay disponibile sul canale YouTube Nerdevil’s Hellplay.

Special thanks to Plan of Attack

Vivo nella costante speranza che venga finalmente costruita un'astronave per Namek. Nell'attesa, tra una tazza di caffè d'orzo e una pizza Hawaiiana, impiego il mio tempo videogiocando e discutendo di argomenti che non interessano a nessuno. Nelle ore diurne sono un architetto.

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