Tra le varie invenzioni terribili e dannose nate in Europa, una delle più pericolose è sicuramente il binarismo: semplificare la realtà in un “sì/no”, “nero/bianco”, “maschio/femmina” e così via provoca incomprensioni, stereotipi, bullismo e mille forme di sofferenza che non si dovrebbero mai patire. La realtà, l’esistenza e l’identità andrebbero trattate come se fossero magia: libera, neutra e fluida.
Molly Knox Ostertag con il suo fumetto Il Ragazzo Strega dà un chiaro esempio di quanto le costrizioni date dai ruoli di genere facciano male e deprivino della libertà più bella e importante che ci sia: affermare e far valere il proprio Sé, scaturendone l’immenso potenziale che in quest’opera si traduce con varie forme di incantesimi e sortilegi. Senza spoiler, segue brevemente la trama.
Celate all’umanità e sparse per il mondo vivono diverse famiglie magiche, che insieme formano delle piccole comunità. Nonostante le varie differenze, una regola imperitura vige per tutti questi gruppi: i maschi usano la magia per mutare forma e assumere forme animalesche, mentre le femmine controllano le piante e fanno pozioni, e nessuno si sogna di fare il contrario, perché le donne e gli uomini nascono diversamente e quindi è giusto così, senza tante spiegazioni.
Astor però non vuole mutare forma, non gli interessa scoprire la sua natura bestiale e tantomeno combattere: lui vuole essere una strega come la madre e le altre parenti. Purtroppo gli vanno tutti contro, i cugini lo bullizzano perché è scarso nei giochi di movimento e le sorelle lo mettono da parte perché i segreti della natura non possono essere rivelati agli uomini, cosa che lo costringe a spiare le lezioni e esercitarsi di nascosto, anche se ne soffre molto. La sua unica amica è una ragazzina umana chiamata Charlotte, che scopre i suoi talenti per caso e lo supporta in tutto, permettendogli così di sfogare le sue frustrazioni e scoprire altri modi di pensare e di vivere.
Come se ciò non bastasse, un ragazzo della famiglia sparisce in circostanze misteriose la notte in cui avrebbe dovuto scoprire il suo animale guida, e nessuno si raccapezza sul da farsi. Un potere all’apparenza oscuro e terribile incombe, e forse solo Astor può salvare la situazione; tuttavia, se vuole anche solo tentare, deve trovare il coraggio di essere sé stesso e superare le convenzioni e i ruoli imposti.
Non c’è aspetto di questo fumetto che non faccia innamorare: i disegni sono meravigliosi e curati tanto quanto i colori, accesi e vivi; i dialoghi e le varie soluzioni di sceneggiatura sono d’impatto e semplici, e già con questo si distacca da molti fantasy dove si fanno spiegoni interminabili per il contesto perdendo d’occhio la storia. Tutto questo racchiuso in una costruzione delle tavole in genere regolare e funzionale, che di tanto in tanto diventa più dinamica in accordo con le emozioni del protagonista. Altro punto a favore, è che nonostante questo sia il primo volume di una trilogia risulta perfettamente autoconclusivo, quindi si prova soddisfazione piena una volta finito.
Molly Ostertag e sua moglie Noelle Stevenson (creatrice del remake Netflix di She-Ra) hanno provato sulla loro pelle questo tipo di sensazioni, e le hanno sapute rappresentare nel migliore dei modi nei loro diversi lavori. Qui l’autrice ha dimostrato perfettamente il dolore che si subisce e si provoca con la segregazione dei ruoli di genere, la mancanza di comprensione, la derisione e il rifiuto dell’inclusività di chi, per caratteristiche di nascita o per scelta, non vuole e assolutamente non deve conformarsi.
Un grazie davvero gigantesco e accorato all’autrice e alla casa editrice italiana Il Castoro, ricca di altre opere belle e innovative come questa, per aver portato nelle librerie e nelle fiere quest’esplosione di emozioni e ispirazione.
Commenta per primo
Questo sito è protetto da reCAPTCHA e si applicano le Norme sulla Privacy e i Termini di Servizio di Google.