Piccioni, lumache e tartarughe è una raccolta abbastanza corposa di racconti ad opera di Ayako Ozaki, pubblicata da Shockdom per la collana Shin Manga.
Da molto tempo la casa editrice si sta avvicinando agli autori asiatici, importando in Italia svariate opere, anche di nomi meno noti ai più, diversificando così le proposte e permettendo di scoprire ogni volta stili e sensibilità differenti. Il “problema”, se così possiamo definirlo, è quando queste pubblicazioni vengono fatte in modo poco ponderato.
Dico questo perché appunto Piccioni, lumache e tartarughe è un’antologia discontinua, che non dimostra lo stesso livello qualitativo in ogni racconto. Sarebbe stato mille volte meglio avere un volume ridotto, ma tutto di alta qualità e coerente, anziché uno corposo, ma non in grado di soddisfare costantemente.
I racconti, tutti a tema fantastico, alternano personaggi e situazioni, cercando attraverso diversi espedienti di scuotere il lettore, di lasciargli un messaggio, cosa che purtroppo avviene solo occasionalmente. Le varie storie, tutte indipendenti l’una dall’altra, partono nel mezzo della narrazione, spingendo il lettore in un mondo ogni volta nuovo, ma questo non sempre riesce bene, specialmente quando la trama è più complessa. Ogni mondo ideato da Ayako Ozaki è unico, però questo sforzo viene vanificato quando è tutto talmente favoloso da fagocitare personaggi e tematiche.
Non c’è un filo conduttore che unisca i vari racconti, a parte appunto il contesto fantastico, e si sente la mancanza di una base solida in grado di tenere unito tutto il volume ed elevarlo qualitativamente. Spesso, nel caos e nella fretta di dover passare da una storia a quella seguente, ci si sente smarriti, non si ha il tempo di metabolizzare quello che si è letto e tantomeno di godere delle corde emotive pizzicate. Per me si tratta di un grande difetto, che purtroppo penalizza le varie trame rendendole dimenticabili, se non per piccolissimi dettagli che fortunatamente rimangono più impressi.
Un altro punto fondamentale che purtroppo penalizza la raccolta è la discontinuità anche nei disegni. Il tratto non si mostra coerente, ci sono racconti curati fin nei minimi dettagli, anche per quel che riguarda i paesaggi, e altri che invece danno l’impressione di essere disegnati di fretta, quasi non fosse la stessa mano a essersene occupata. Tale incoerenza emerge anche nello stile in generale dei dialoghi (dei racconti sono quasi wordless, mentre altri presentano dialoghi lunghi e articolati). La varietà può essere un punto di forza, ma bisogna saperla sfruttare, altrimenti, come in questo caso, si rischia di avere un volume che sembra raffazzonato e realizzato da più persone, anziché da un solo autore.
Bisogna ammettere tuttavia che Piccioni, lumache e tartarughe, nel suo caos, include delle piccole storie brillanti, eccezionali a livello grafico, in grado di catturare l’attenzione del lettore e trasmettere messaggi importanti, smuovendo sentimenti che raramente vengono chiamati in causa durante una lettura antologica. In generale, quindi, una pubblicazione senza infamia e senza lode, un volume che avrebbe potuto dare di più se curato con maggiore attenzione, ma che nonostante tutto regala anche belle emozioni.
Un ringraziamento speciale a Shockdom
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