Il tempo è stato sconvolto e frantumato. Tutte le stagioni esistono separatamente e il ciclo tra il giorno e la notte si è spezzato: tutto ruota secondo i capricci della foresta. Questa terra incantata è precipitata nel caos e spetta a voi, gli scaltri mistici della foresta, domare le straordinarie creature del bosco e usare la magia per riportare l’equilibrio.
Brew è un gioco competitivo per 2-4 giocatori della durata approssimativa compresa tra 45 e 90 minuti (la cui età minima consigliata è di 10 anni), creato da Stevo Torres e illustrato da Jake Morrison e Andrew Thomson. Nel corso di una partita i giocatori dovranno vestire i panni di mistici in competizione tra loro nel tentativo di riportare l’ordine nel caos.
La dinamica principale del titolo è quella del piazzamento dadi, ogni giocatore infatti avrà una mano di 6 dadi totali (4 dadi Foraggio colorati e 2 dadi Elemento bianchi), che dovrà utilizzare con lo scopo di raccattare materie prime per le proprie pozioni o per riuscire ad addestrare le creature che lo aiuteranno nella sua impresa.
La preparazione delle partite è abbastanza semplice:
- Bisogna collocare la plancia Villaggio dal lato diurno al centro dell’area di gioco (la plancia alternerà giorno/notte nel passaggio da un turno all’altro)
- Si prepara il mazzo delle Foreste da cui pescare le carte che costituiranno la Riga delle Foreste che useremo nel primo round di gioco (il numero di carte Foresta che la costituirà dipenderà dal numero di giocatori)
- Si prepara quindi il Mercato delle Pozioni mischiando le carte apposite e rivelandone le prime 4
- Si dividono le creature in quattro pile a faccia in su in funzione della stagione di riferimento (le singole pile andranno ovviamente mischiate)
- Si dispongono tutti i segnalini nella zona di gioco
- Viene assegnato casualmente (o scelto) il personaggio associato a ciascun giocatore (sarà possibile affrontare le partite in due varianti di gioco: con o senza i poteri dei personaggi)
- Vengono distribuiti a ogni giocatore i materiali di riferimento: i 6 dadi di cui sopra, un segnalino Bacca di Energia e l’immancabile carta riassuntiva
- Si assegna il segnalino primo giocatore e si comincia a giocare
La partita si svolge all’interno di 4 round. All’inizio di ogni round i giocatori tireranno tutti i loro dadi, definendo così la propria riserva che verrà utilizzata in una serie di turni in senso orario (partendo dal primo giocatore). All’interno di un turno sarà possibile svolgere 3 azioni in qualsiasi ordine: collocare un dado della propria riserva, preparare una pozione aggiungendola così alla mano e berne una.
I dadi andranno solitamente piazzati in uno spazio disponibile tra le foreste rivelate oppure nella plancia Villaggio. Collocare un dado nelle foreste permetterà di generare l’ingrediente mostrato nell’area della carta apposita (questi ingredienti saranno usati per realizzare le pozioni) o addestrare una creatura. Oltre questo, i dadi colorati piazzati in apposite carte Foresta ci aiuteranno a definire il nostro controllo su di esse, e se in questo modo riusciremo a raggiungere la superiorità rispetto agli altri giocatori e al totale dei dadi Elemento per la fine del round ci accaparreremo i punti vittoria annessi. Collocare invece un dado in un’area specifica della plancia Villaggio ci permetterà di attivarne diversi effetti che potranno aiutare il nostro gioco e/o ostacolare gli avversari.
I dadi Foraggio recano sulle loro facce 3 simboli diversi (foglia, sasso, ramo), e le regole di piazzamento degli stessi sono molto semplici: un dado Foraggio potrà essere posizionato solo in aree recanti il suo simbolo (quindi foglia, sasso o ramo) o nelle aree del villaggio recanti la voce “qualsiasi dado”. I due dadi Elemento bianchi hanno invece delle differenti regole e dei differenti effetti: su di essi si trovano tre simboli associati appunto agli elementi (acqua, vento, fuoco), e potranno essere giocati su specifiche aree del villaggio (rispettando la regola dello stesso simbolo o della voce “qualsiasi dado”) e su qualsiasi area delle foreste.
Giocando i dadi Elemento in una foresta, attiveremo anche il potere del dado. L’acqua ci farà generare due ingredienti in più rispetto al normale, il fuoco andrà collocato su un dado avversario escludendolo così dal conteggio per la supremazia e il vento verrà posizionato su un nostro dado colorato permettendoci di riprenderlo in mano, potendo quindi riutilizzarlo in uno dei prossimi turni di gioco (i dadi Elemento usati sulle foreste ci permetteranno al contempo di raccogliere ingredienti o addestrare creature).
Preparare una pozione sarà molto facile, dovremo semplicemente verificare di avere gli ingredienti necessari alla stessa, spenderli e aggiungere la pozione alla nostra mano (se si realizzerà una pozione dal Mercato delle Pozioni bisognerà anche rivelare una nuova carta dal mazzo, così da averne sempre 4 disponibili).
Bere una pozione dalla nostra mano non ci richiederà altro che possederla e ci conferirà poteri istantanei (a singolo utilizzo) per interagire con i dadi (ad esempio ritirandoli, collocandone uno aggiuntivo, scambiando di posto due dadi piazzati, eccetera). Una volta preparata una pozione ci assicureremo anche l’ammontare di punti vittoria stampati su di essa (anche se sceglieremo di berla).
Il terzo modo per fare punti è legato proprio alla liberazione delle creature. Potremo infatti addestrare un massimo di tre creature in contemporanea, ma nulla ci vieterà di liberarne alcune (anche appena addestrate grazie a un nuovo dado): una creatura liberata potrà assegnarci 1 o 3 punti vittoria a seconda che venga liberata in una foresta recante la sua stagione o no. Questo fondamentalmente vorrà dire che, se per la fine della partita ci troveremo a possedere delle carte Foresta recanti quella stagione, allora la creatura ci assegnerà il massimo del suo punteggio.
Da notare anche che ogni creatura addestrata e non ancora liberata ci assicurerà un potere attivo. Questi poteri ci torneranno utili in molti modi: potranno aiutarci ad accumulare più facilmente alcuni ingredienti (siano essi base o “Bacche di Energia”, dei jolly utilizzabili in sostituzione di qualsiasi ingrediente), manipolare alcuni dadi, darci l’occasione di poterli usare in modi differenti, conferirci interazioni particolari con le foreste e persino farci accaparrare qualche punto vittoria.
Al termine dei 4 round di gioco si verificherà il totale dei punti vittoria ottenuti da ciascun giocatore, potendo così definire chi è stato il mistico più abile (in questa fase eventuali ingredienti non utilizzati assicureranno 1 punto vittoria ogni 3 segnalini).
Brew è quindi essenzialmente un gioco di gestione risorse e piazzamento dadi, che si arricchisce però di molti elementi di manipolazione degli stessi, dandoci la possibilità di accumulare punti in modi differenti e richiedendo un’alta interazione tra i giocatori. Le strategie a nostra disposizione quindi non saranno mai le stesse e ci troveremo a valutare di round in round cosa fare in funzione dei dadi a nostra disposizione, delle foreste, delle pozioni e delle creature disponibili. Potremo cercare di lottare per la supremazia sul territorio, di puntare a specifiche combo grazie alle nostre creature o di ingollarci litri e litri di pozioni, ma più spesso ci troveremo a passare da una strategia all’altra in funzione della convenienza del momento. Tutto questo mentre continueremo a ostacolare gli avversari.
Il gioco poi, pur essendo costruito su un telaio estremamente aleatorio (avremo infatti sia i lanci di dado che i molti mazzi di carte a infondere il tutto di elementi non prevedibili), ci darà modo di avere un controllo su questi fattori casuali più forte di quello inizialmente immaginabile. Gli effetti di molte pozioni, di alcune creature e della plancia Villaggio ci daranno infatti sempre nuovi spunti per interagire con i vari dadi e, quindi, effettuare un controllo relativo (direi più una gestione) sull’alea interna.
Oltre questo, l’interazione con gli altri giocatori sarà sempre un fattore centrale mentre si cercherà di accaparrarsi il controllo delle foreste in gioco, rendendo per questo le partite sempre molto combattute e agguerrite (purtroppo riuscire a valutare chi sia in testa risulterà quasi sempre impossibile). I tre elementi principali restano ovviamente legati al controllo delle foreste, all’uso tempestivo delle pozioni (in grado, se ben gestite, di stravolgere alcune situazioni) e alla sinergia tra la strategia scelta e le creature. Non fate l’errore di sottovalutare quest’ultime, che potranno sia assicurarvi qualche manciata di punti vittoria in più che fungere da vero e proprio motore della vostra intera strategia di gioco.
Elemento vincente del titolo è l’estrema semplicità e linearità del flusso di gioco. I turni vedranno i giocatori svolgere sempre 3 azioni specifiche, e questo vuol dire che arrivare a comprendere le varie dinamiche è un’operazione davvero semplice. Padroneggiare tutti gli elementi da incastrare in una buona strategia di gestione però non è in alcun modo banale. Queste due componenti, se messe assieme, consegnano il classico prodotto “facile da comprendere, difficile da padroneggiare” potenzialmente molto longevo.
Ulteriore pregio del titolo è da ricercarsi in un’estetica molto ispirata e internamente coerente (personalmente ho avuto molte “vibes” da Studio Ghibli vedendo i disegni delle pozioni e delle creature), pur rappresentando il classico “vestito” applicato a un “astratto” (potrebbe essere sostituita da un altro tema e continuerebbe a funzionare ugualmente).
I difetti principali che mi sentirei di sottolineare sono due: uno legato alle partite per 3 giocatori, l’altro alla variante con i poteri dei personaggi. Partiamo da quest’ultima: i 4 personaggi all’interno di Brew si accompagnano a dei poteri unici a loro disposizione. Scegliere di giocare utilizzando questi poteri avrà due conseguenze evidenti: la prima sarà quella di spingere i giocatori a tentare strategie più vantaggiose in funzione del potere a loro disposizione (limitando quindi in modo relativo le possibilità alternative ed esponendoli maggiormente ai rischi rappresentati dei vari elementi aleatori), la seconda sarà quella di esporli a un bilanciamento interno non sempre perfetto. Trovo infatti che certi poteri possano essere spesso più vantaggiosi di altri, per cui, qualora vogliate giocare utilizzando i poteri, vi consiglierei quantomeno di assegnarli in modo casuale. In tutta sincerità però il mio consiglio è quello ignorare i poteri nella stragrande maggioranza delle vostre partite (è il gioco stesso a fornirvi queste due varianti) e scegliere di usarli, di tanto in tanto, per provare qualcosa di diverso.
L’altro difetto principale invece è legato al game design e non è facilmente aggirabile. In termini di gameplay si hanno alcuni vantaggi nel giocare per primi o (maggiormente) per ultimi: giocando per primi si avrà il vantaggio di scegliere prima degli altri come agire, mentre agendo per ultimi le scelte finali non potranno essere contrastate in alcun modo. Il problema di giocare in 3 giocatori è che qualcuno al tavolo si troverà ad avere un maggior numero di turni da “mediano”, non potendo quindi usufruire allo stesso modo dei suddetti vantaggi. In questo caso il mio consiglio è quello di intavolare Brew solo quando potrete giocarlo in 2 o 4, così da averlo nella sua versione più bilanciata.
Come avrete già visto dal voto in cima, nonostante i problemi evidenziati poc’anzi mi sento di promuovere Brew, perché il gioco si presenta comunque bene grazie a un’estetica squisita e a delle dinamiche che sanno fare centro rapidamente e con precisione. Un titolo semplice ma non banale, con meccaniche classiche che però riescono a regalare soddisfazioni per come vengono gestite e per l’ottimo modo in cui si incastrano all’interno dei molti elementi di gioco.
Un ringraziamento speciale a Ghenos Games
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