Cosa fa di un mostro il suo essere mostro? Ulisse Aldrovandi affronta questo tema nel suo Monstrorum Historia, riportato in auge da Moscabianca Edizioni in una versione alleggerita, rivisitata, ma pur sempre fedele a sé stessa. Un’opera curiosa, interessante e ancora adesso attuale, nonostante abbia visto la luce nel 1642.
Il principio su cui si fonda il pensiero di Aldrovandi è che la qualifica di mostro compete tutto ciò che esorbita dalla regola di natura, e questo è ben visibile nella sua opera, caratterizzata da un giudizio obiettivo, esente quindi da accezioni positive o negative. Monstrorum Historia è strutturato quasi come un atlante su quelli che possono anche esseri visti come “prodigium“, assecondando lo studio all’epoca ben avviato della teratologia, per cui il “mostro” è esclusivamente visto come portatore di un’anomalia fisica congenita.
Monstrorum Historia tuttavia non è “solo” un elenco di mostruosità. L’opera infatti racchiude un’altra passione dell’autore: quella per l’illustrazione, dimostrata nelle numerosissime incisioni dettagliate e ben curate che accompagnano tutta la narrazione. Inoltre viene messa sotto i riflettori anche sua la grande cultura, che gli permette di spaziare senza trattenersi, parlando dei mostri non solo dal punto di vista biologico, ma anche per quel che riguarda usi, costumi, abitudini, geografia e via discorrendo, unendo a tutto ciò studi, folclore, scienza, conoscenze del tempo e ricerca.
Pur essendo ridotta da 1000 a poco più di 300 pagine, l’opera in questa edizione non risente dei tagli, necessari per modernizzarla, renderla più scorrevole e fruibile per il lettore odierno, e soprattutto per sistemare tutte le incorrettezze purtroppo presenti nell’originale. Così, partendo dall’essere umano in generale esaminato fin nei minimi dettagli, si sviluppano tutte le varie diversità della specie umana: satiri, ninfe, uomini pelosi, nani, giganti, centauri e addirittura ermafroditi.
La curiosità di Aldrovandi però esplode specialmente nei capitoli successivi, dove vengono posti interrogativi e aperti argomenti riguardo a stranezze del passato (simulacri, geroglifici…), passando poi al mondo animale nella sua interezza e ai vegetali, analizzati anche nel particolare come sotto una lente di ingrandimento.
L’opera, in bilico fra leggende e scienza, è uno specchio di come le persone al tempo cercassero di trovare una spiegazione al folclore, dell’illusione del fantastico per cui tutto era vero e trovava fondamento grazie a svariate motivazioni scientifiche. Monstrorum Historia accompagna il lettore in un viaggio anche geografico, che permette di entrare in un mondo e una forma di pensiero ormai lontani, ma talmente tanto bene illustrati (sia a livello grafico che espositivo) da conferire alla lettura quel pizzico di illusione che lascia quasi il dubbio che forse, ai tempi, qualcuno di quei “mostri” magari esistesse realmente.
Monstrorum Historia non è una lettura semplice, ma la suddivisione in diversi capitoli rende il ritmo scorrevole e permette al lettore di decidere agevolmente a quale sezione dedicarsi, eventualmente anche in ordine sparso. È un’opera intrigante, arricchente, forte soprattutto del suo essere acritica, che ha tanto da offrire ai lettori più curiosi, stimolandoli costantemente con particolari inaspettati, piccole chicche interessanti e stupende incisioni.
Un ringraziamento speciale a Moscabianca Edizioni
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