Nel mio percorso da videogiocatore i picchiaduro hanno avuto un ruolo rilevante, soprattutto la serie di Tekken, sulla quale ho speso centinaia di ore durante la mia infanzia. Di certo non posso definirmi un esperto, tuttavia il mio amore per il genere è scoccato nuovamente negli ultimi anni, merito non solo del buon Tekken 7, ma anche di tutte le produzioni realizzate da Arc System Works. I creatori di Guilty Gear e BlazBlue mi rapirono nel 2018 con Dragon Ball FighterZ, e successivamente con Granblue Fantasy: Versus e Guilty Gear: Strive.
Negli ultimi anni però è sbocciato anche un altro amore: quello per la serie Persona, grazie soprattutto al suo ultimo capitolo. Mi sono deciso dunque a recuperare il possibile, tra spin-off, serie animate e non solo, ma per i videogiochi non è affatto semplice, colpa anche dei prezzi che girano in rete per gli originali. Per questo speravo che Atlus, durante le celebrazioni del venticinquesimo anniversario della saga, decidesse di riportare in auge su piattaforme moderne alcuni dei suoi grandi successi, come Persona 4 Golden (approdato solamente su PS Vita e Steam), o Persona 3 FES, ma per il momento mi devo accontentare di Persona 4 Arena Ultimax, riedizione del picchiaduro sequel di Persona 4. Un capitolo che ero indubbiamente curioso di provare, anche se questa mossa a mio avviso non ha lo stesso charme che avrebbe potuto avere una riedizione dei capitoli principali.
A quasi dieci anni dal suo debutto su PS3 e Xbox 360, Persona 4 Arena Ultimax torna sulle piattaforme moderne in una nuova edizione. Una versione migliorata, che comprende tutti i contenuti aggiuntivi disponibili, tra cui quelli finora esclusivi della versione giapponese per i cabinati arcade. La vera e sostanziosa differenza però è in dirittura d’arrivo: lo sviluppatore ha annunciato che in estate implementerà il rollback netcode per il multigiocatore (attualmente attivo su Guilty Gear: Strive), un elemento che sta riscuotendo un buon successo tra i fan dei picchiaduro. Trattandosi comunque di un capitolo poco conosciuto, sento di doverne parlare nel dettaglio.
Scoprendo per la prima volta il titolo, noto una nutrita componente single-player, con la modalità storia divisa in due racconti: in entrambi si assiste non solo all’introduzione di personaggi inediti, ma anche al gradito ritorno di alcuni membri del cast di Persona 3, che si aggiungono ai protagonisti del quarto capitolo. La modalità storia si sviluppa attraverso una narrazione tipica delle visual novel più sdoganate, con la possibilità di scegliere le opzioni di dialogo in ogni route intrapresa. La storia, come già accennato, è un diretto seguito degli eventi di Persona 4, quindi fa riferimento anche ad alcuni episodi avvenuti nel JRPG di Atlus; l’unico neo di questo capitolo di conseguenza è l’assenza di un riassunto introduttivo al racconto, che in questo modo si rivolge quasi esclusivamente a coloro che hanno vissuto le vicissitudini di Yu Narukami.
Mentre col passare del tempo i picchiaduro stanno tralasciando le modalità single-player in favore di una componente online sempre più preponderante, Persona 4 Arena Ultimax offre diverse modalità per chi non ama tuffarsi nella giungla dell’online. Ho potuto notare con piacere che il titolo riserva dei contenuti interessanti, tra cui la famigerata Golden Arena, una modalità GDR in cui si affrontano diversi avversari con un difficoltà crescente. Quest’ultima in particolare mi ha offerto diverse ore di gioco e una sfida decisamente allettante, affrontata con piacere grazie anche al sistema di progressione che mi ha permesso non solo di potenziare il personaggio che ho scelto, ma anche di sbloccare delle skill che nei combattimenti più avanzati mi sono tornate utili.
I neofiti invece possono affidarsi anche ad altri contenuti, come la modalità allenamento, le sfide combo o dilettarsi contro la CPU o un amico, trovando così in Persona 4 Arena Ultimax un buon titolo da spolpare in salotto. Quest’ultima versione del gioco però include diversi cambiamenti, soprattutto nella Golden Arena in cui è stato raddoppiato il numero di combattimenti di ogni percorso, rendendo così tale sfida ancor più ardua da superare.
Il gameplay di Persona 4 Arena Ultimax mescola le meccaniche della saga con un’impostazione da picchiaduro, utilizzando in particolar modo quel complesso sistema di combo che ha caratterizzato tanti dei precedenti videogiochi sviluppati da Arc System Works. Piuttosto ovvia come cosa, ma è fondamentale ribadire il divario che separa le ultime produzioni del team di sviluppo da quelle precedenti, e quanto nel tempo siano diventate più accessibili al pubblico generalista.
Ho scoperto, con mia sorpresa, che anche P4A ha delle funzioni che rendono l’esperienza più fruibile. La prima è il combattimento automatico (applicabile solo nella modalità storia), che lascia le redini del gameplay direttamente all’intelligenza artificiale. Il sistema combo a sua volta può essere semplificato grazie alla funzione della singola pressione, che mi ha permesso di realizzare delle combo decenti con pochi e semplici tasti. Ma cosa rende il titolo diverso dai picchiaduro più blasonati? A parer mio il sistema di combattimento, che riprende le skill principali delle Personae e le integra perfettamente in un contesto picchiaduro, ricordando l’ottimo lavoro svolto da Omega Force con Persona 5 Strikers.
Infatti il gameplay mi è parso piuttosto variegato, merito soprattutto delle abilità uniche e dei moveset che ogni membro del roster possiede; inoltre il titolo mi ha dato l’impressione di possedere una curva d’apprendimento alquanto ampia, nonostante il suo sistema di gioco sia molto più tecnico rispetto alle ultime iterazioni date alla luce dagli sviluppatori. Persona 4 Arena Ultimax però non si limita solo all’inserimento di tutti i contenuti inediti riservati al mercato giapponese, come le colorazioni extra per i trentasette combattenti disponibili, ma effettua anche diversi bilanciamenti per alcuni personaggi, applicando soprattutto vari nerf.
Sul fronte tecnico è stato realizzato un lavoro di pulizia dell’immagine, migliorando leggermente la risoluzione dei fondali di ciascuna arena. La pixel art che definisce ciascun combattente invece è rimasta pressoché invariata, così come i filmati della modalità storia: con mio dispiacere noto che non c’è stata alcuna modifica sulla resa grafica delle cutscenes animate, e questo stona significativamente col lavoro compiuto sugli altri fronti. Ciò che invece non mi ha deluso affatto è il comparto sonoro, in particolar modo le musiche, che rimangono tuttora spettacolari. Con mio piacere ho notato anche la presenza del doppiaggio originale (che ho prontamente selezionato al posto di quello inglese), che insieme alla localizzazione italiana ha reso l’esperienza ancor più appetibile al sottoscritto.
Persona 4 Arena Ultimax indubbiamente non era l’annuncio più atteso dai fan della serie Persona, tuttavia ho potuto constatare come il titolo, anche dopo quasi dieci anni dalla sua prima pubblicazione, risulti ancora un picchiaduro degno di nota. I fan dell’ultima ora hanno l’occasione di mettere mano a un altro tassello che completa l’intera storia del “sotto-franchise” di Persona 4, in attesa che Atlus si decida a pubblicare Persona 4 Golden sulle attuali piattaforme.
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