Cari lettori, io sono un uomo semplice: leggo James Stokoe e mi innamoro. SaldaPress arricchisce il suo ottimo catalogo con una nuova graphic novel pronta a far godere tutti gli amanti dell’horror, ovvero Sullivan’s Sluggers, scritta da un altro gigante del fumetto americano: il pluripremiato sceneggiatore Mark Andrew Smith (Popgun). Come spesso accade con i fumetti più belli, è stata la copertina ad attirare la mia attenzione nel variegato calderone delle uscite estive; il titolo poi è abbastanza particolare, soprattutto per chi non conosce il baseball, sport su cui si basa l’intera storia. Il significato viene quindi spiegato nell’inaspettata prefazione curata da Faso, il bassista di Elio e le Storie Tese nonché fondatore e presidente della squadra Ares Baseball di Milano:
La parola “slugger” è utilizzata nel mondo del baseball per indicare un battitore di potenza, un forte battitore, insomma uno che picchia duro con la mazza. Questo libro narra proprio l’avventura incredibile di una squadra di baseball, i Dragons, di cui il coach Sullivan è l’allenatore e i giocatori che la compongono sono i suoi “battitori forti”.
Così come i suoi personaggi, l’opera che racconta le loro gesta ci dà dentro e “picchia duro” come una mazzata in fronte, portando con sé una trama semplice – oserei dire vecchio stile – ma utile a scatenare tanta violenza e altrettanta comicità senza filtri. Un superbo cazzatone, volendo essere triviale anch’io; basti pensare che tutto ha inizio con una rissa da bar.
Casey Sullivan e i suoi Dragons sono una squadra di baseball dal passato illustre che riempiva interi stadi con fan in delirio; purtroppo i loro giorni di gloria sono finiti da tempo, dunque trascorrono le loro giornate a girovagare in un autobus sgangherato per sfidare piccoli team locali. Sono accompagnati dal giovane Duncan, un ragazzo che li venera in quanto eroi della sua infanzia, nonostante adesso siano arrugginiti, decaduti e puzzolenti. Il gruppo viene invitato in Texas a disputare un match presso una cittadina di provincia chiamata Malice, un posto che stranamente pare essere rimasto fermo agli anni ’50. Alla partita è presente un certo Signor Smith, uno scout ebreo in cerca di talenti, per i Dragons dunque sembra l’occasione perfetta per tornare sulla cresta dell’onda. Ciò che Sullivan e i suoi uomini ignorano è una misteriosa maledizione che aleggia su Malice e i suoi abitanti: al tramonto, allo scoccare del settimo inning, tutti i cittadini sono destinati a trasformarsi in orride creature carnivore. L’incontro diventa quindi un horror surreale dove lottare per la sopravvivenza.
Da dove cominciare a descrivere questo tripudio di brutalità e umorismo? Sicuramente dai numerosi personaggi: degli idioti spacconi, alcolizzati e facinorosi, dei buzzurri di prima categoria che tuttavia sanno comportarsi da eroi. Sono persone piene di vizi e difetti, senza l’aura da grandi idoli, delineati da una sceneggiatura colorita che mette in mostra le loro personalità tra battute, bestemmie e volgarità esplicite. Sullivan’s Sluggers, in altre parole, è un fumetto dove lo sport è solo un contorno, una storia che parla di esseri umani contro terribili mostri non dissimili da quanto visto in Aliens – Orbita Mortale.
A questo proposito, lo spazio dedicato alla partita di baseball vera e propria è volutamente risicato per sveltire la narrazione che, giustamente, evita di concentrarsi appieno sulla disciplina sportiva. Il desiderio è invece quello di arrivare subito al nocciolo delle vicende, ovvero una sanguinosa battaglia dove lo sport diventa un mezzo per combattere e non il fine.
Il suddetto scontro è gestito con criterio e orchestrato tra frangenti action e attimi di riflessione e pianificazione. Un conflitto che pare una simpatica unione tra Vampires di Carpenter, gli smembramenti di Splatters – Gli schizzacervelli di Peter Jackson e l’ironia de L’alba dei morti dementi di Edgar Wright (quest’ultimo esplicitamente citato in una maniera molto divertente). Le vicende sono arricchite quindi da un’atmosfera orrorifica che, tuttavia, viene quasi sempre stemperata: lo stile delle illustrazioni e la scrittura di Mark Andrew Smith rendono tutto comico e grottesco, trasportando l’opera sui binari della commedia horror (non è un caso che Casey Sullivan ricordi il carismatico Ash Williams interpretato da Bruce Campbell).
Il mix funziona e intrattiene a dovere, complice un ritmo incalzante e bilanciato alla perfezione: nel primo atto gli scambi di battute sono pochi, dal momento che il fumetto tende di più verso l’azione pura e indiavolata; più avanti sceglie di allentare leggermente la tensione per raccontare, tramite flashback, i motivi dietro l’improvvisa invasione killer e la maledizione biblica che ha colpito Malice. Gli eventi legati a quest’ultima vengono narrati con un tono più serio, in quanto si tratta di una parabola dove si affrontano vari temi di attualità: le mostruosità del razzismo, del capitalismo e della cupidigia umana in primis. La dimostrazione, insomma, che i mostri di Sullivan’s Sluggers sono ben più che semplici creature assetate di sangue.
Quanto alla pregevolissima componente estetica del volume, credo che Stokoe non abbia bisogno di presentazioni. Il tratto è quasi indescrivibile per originalità e precisione: il suo essere spiccatamente cartoonesco mi ha piacevolmente riportato alla mente lo stile di Danny Antonucci, il geniale creatore di Ed, Edd & Eddy (questi canadesi ci sanno proprio fare). Il design delle bestie fameliche è un miscuglio ectoplasmatico e purulento molto originale; la guerra che li vede protagonisti è adrenalinica e feroce, tra mazzate, sbudellamenti truculenti, spargimenti di sangue – TANTO sangue – spettacolari esplosioni e coreografie. Non mancano poi due tributi di una certa levatura: uno ad Afro Samurai, manga di Takashi Okazaki, e un altro alla già citata filmografia di Sam Raimi, vista l’immancabile presenza di una motosega pronta a squartare ogni malcapitato.
Vero fiore all’occhiello della graphic novel sono le splash page sempre splendide per minuzia, regia ed estro artistico; un esempio è quella che mostra la raccapricciante trasformazione dei cittadini. Queste soluzioni grafiche, posizionate nei punti giusti, aggiungono peso ai momenti più drammatici o gore e deliziano gli occhi. L’apice qualitativo viene raggiunto nell’incredibile finale sulla falsariga di Godzilla – La guerra dei 50 anni, firmato sempre da James Stokoe. Molto carino, inoltre, un piccolo colpo di scena nelle ultime pagine.
In definitiva, non esito nel definire Sullivan’s Sluggers un’opera immancabile nelle librerie di ogni appassionato di fumetti. Aggiungo che potrebbe essere una lettura perfetta per chi, al contrario, è a digiuno di comics o per le persone che non ne hanno mai letto uno. Certo, si tratta di un battesimo del fuoco davvero forte, ma non deve passare inosservato: una volta sfogliato, è impossibile farne a meno.
Un ringraziamento speciale a SaldaPress
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