Metal: Hellsinger, la rinascita di un genere (PS5)

metal hellsinger

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Vi ricordate i primi anni 2000? Senza dubbio quel periodo è stato essenziale per il panorama videoludico: proprio in quegli anni, infatti, abbiamo assistito a delle evoluzioni talmente inaspettate da far cambiare in maniera netta la percezione di tutti noi su cosa volesse dire “videogiocare”. Pensate ai cambiamenti enormi che ci sono stati: abbiamo assaggiato per la prima volta il sapore dell’alta definizione, abbiamo visto nascere saghe che sarebbero diventate in poco tempo titani dell’industria e, soprattutto, abbiamo assistito alla nascita e l’ascesa di alcuni generi. Sicuramente, uno dei generi più iconici di quel periodo è il rhythm game, che grazie a prodotti come Guitar Hero e Rock Band è riuscito ad affermarsi nella storia dei videogiochi.

Tuttavia, come ogni moda, anche il fenomeno dei rhythm game ebbe una conclusione. Ancora oggi cerco di capire esattamente dove il genere abbia fallito, per portarlo ad una fine così crudele. Come siamo passati da sale arcade sempre piene di questi giochi e strumenti musicali di plastica al nulla più totale? Dare una risposta precisa sarebbe complicato, però dopo anni di silenzio radio, forse, torna finalmente un barlume di speranza per questo genere ormai considerato “morto”.

Preciso una piccola cosa, prima di avere i veterani del genere davanti alla mia porta coi forconi: è innegabile il fatto che i rhythm game siano ormai da considerare una reliquia di un’epoca passata. Durante questi anni, però, il genere ha saputo evolversi in altri modi, cercando di sopravvivere al lento declino. Pochi titoli sono riusciti a tenerne alta l’eredità, ma da qualche anno alcuni validi esponenti si sono fatti avanti in maniera netta. Tra le recenti sorprese troviamo anche l’oggetto di questa recensione, ovvero Metal: Hellsinger. Ma sarà riuscita questa particolare opera condita di sparatorie ed heavy metal a salvare una tipologia di giochi sempre più di nicchia?

metal hellsinger personaggio

Qualche anno fa, sulla “piazza” videoludica si palesò BPM: Bullets per Minute, un gioco semplice che cercava di unire il rhythm game allo sparatutto in prima persona più classico. Anche se il progetto era decisamente molto ambizioso, la sua mancanza di personalità e la poca cura per i dettagli lo fecero passare in sordina molto presto. Metal: Hellsinger raccoglie in parte l’eredità di BPM, cercando però di elevarsi a un altro livello, riuscendoci in maniera quasi magistrale.

Infatti, il titolo sviluppato da The Outsiders è uno strano ibrido tra uno sparatutto old school (simil-DOOM, per capirci) e un rhythm game. Ma anche se la struttura basica del titolo include un genere come l’FPS, lo sbaglio più colossale che un giocatore potrebbe fare è approcciarsi a questo gioco come ad un qualsiasi sparatutto in prima persona (moderno o non). Ve lo dico fin da subito: Metal: Hellsinger non è uno sparatutto e non va giocato come tale! Se l’unico vostro obiettivo sarà quello di far saltare la testa a tutto ciò che si muove sullo schermo, sappiate che il gioco vi farà pentire di questa scelta.

metal hellsinger gameplay

Ma la domanda principale in tutto questo è: perché? Perché un gioco come Metal: Hellsinger è molto più simile a Guitar Hero che a DOOM Eternal? Semplicemente, il gioco vi proporrà una struttura a “pattern”, dove conoscere la posizione di ogni nemico, l’arma da usare e il ritmo giusto per sparare; ricaricare e schivare sarà estremamente indispensabile. Ovviamente, sparare alla cieca è permesso, però farlo sarà come cercare di buttare giù un albero usando un taglierino: fattibile, ma per nulla pratico o funzionale. Inoltre essendo un gioco ritmico, dove la musica ha un ruolo centrale, sparare fuori tempo non vi farà godere delle performance presenti all’interno di quest’opera (e vi posso garantire che questo sarebbe uno sbaglio epocale).

Metal: Hellsinger propone una soundtrack originale creata dai Two Feathers con l’aiuto di svariati artisti del panorama metal moderno: Matt Heafy dei Trivium, Alissa White-Gluz degli Arch Enemy, Randy Blythe dei Lamb of God, Serj Tankian dei System of a Down e tanti altri ancora. Quest’opera si può tranquillamente considerare una delle migliori parlando solo e soltanto della parte audio. Il duo dei Two Feathers (Elvira Björkman e Nicklas Hjertberg) non si è impegnato solo a dare vita a una colonna sonora memorabile, ma ha addirittura creato dei brani in grado di ritagliarsi autonomamente un posto nel panorama metal attuale. La cura per i dettagli di ogni canzone e il modo in cui hanno adattato ogni brano strumentale al cantante chiamato in causa sono vicini alla perfezione. Se amate il genere sicuramente non riuscirete a stare fermi durante le partite!

Aggiungo inoltre che Metal: Hellsinger presenta un sistema audio dinamico grazie al quale, in base alle vostre performance ludiche, potrete apprezzare al meglio ogni dettaglio della canzone. Per farvi un esempio pratico: il gioco dispone di un sistema di moltiplicatori, che verranno ovviamente attivati in base alle proprie capacità nel seguire il ritmo. Si partirà da un semplice x1, dove sentirete soltanto il basso e la batteria delle canzoni; salendo fino a x4 si aggiungeranno anche le chitarre ritmiche e soliste; infine, arrivando a x8 e x16, potrete finalmente gustarvi anche le parti cantate dei pezzi. Proprio questa dinamicità del sistema di gioco vi spingerà a voler migliorare pezzo dopo pezzo, provando a fare una “full combo” (una run perfetta senza sbagliare mai il ritmo).

metal hellsinger combo

Tornando alla struttura ludica del titolo, purtroppo mi tocca sottolineare anche qualche pecca. Anche se l’opera è assolutamente funzionale in quasi tutto quello che propone, purtroppo la poca varietà di nemici è abbastanza evidente, e questo difetto si fa notare specialmente durante le boss fight. Il gioco infatti a ogni livello proporrà uno specifico scontro con un boss, ma ognuno di questi sarà praticamente identico agli altri, ad eccezione di qualche leggero cambiamento nel pattern. Se da un punto di vista narrativo la scelta ha effettivamente senso, dal punto di vista ludico mi sono ritrovato abbastanza deluso. Il boss finale, tuttavia, va escluso da questa problematica, in quanto potenzialmente rappresenta una delle boss fight più epiche della recente storia videoludica.

Altro piccolo neo da far notare è la durata risicata del titolo. Infatti, Metal: Hellsinger è facilmente completabile in una manciata di ore. Il gioco presenta qualche sfida extra, che però non influisce più di tanto sulla durata generale. D’altro canto, trattandosi di un titolo estremamente rigiocabile (specie per le classifiche di gioco e i livelli di difficoltà, che cambiano il pattern di certi livelli), la scarsa durata non sarà così palpabile come in altri prodotti.

metal hellsinger boss fight

Nota da aggiungere in positivo, invece, per il comparto narrativo: non siamo di fronte a chissà quale opera innovativa, però i buoni propositi della trama e la narrazione semplice e interessante funzionano a dovere. La protagonista di Metal: Hellsinger è l’Ignota, un’entità demoniaca che è stata derubata del suo dono più prezioso, ovvero la voce. Nei suoi panni, sarà nostro compito fare a brandelli ogni singola creatura dell’inferno, nella speranza di recuperare la nostra preziosa voce e riacquistare la fama di Hellsinger.

La storia è narrata dal punto di vista di Paz, il teschio in cui viene rinchiusa l’anima di un arcangelo, disposto ad aiutarci a scoprire la verità su tutta la vicenda. All’apparenza può sembrare una storia molto basilare, e in effetti è proprio così, ma il modo in cui è raccontata e soprattutto il colpo di scena finale rendono Metal: Hellsinger decisamente interessante da seguire anche per il comparto narrativo. Non è sicuramente un titolo che consiglio per questo aspetto, ma è difficile non premiare la buona volontà degli sviluppatori. Ah! L’ho già detto che Paz è doppiato nientemeno che da Troy Baker?!

metal hellsinger demone

Dal punto di vista tecnico c’è relativamente poco da precisare. Ho avuto modo di provare Metal: Hellsinger in tutte le sue versioni (PS5, Xbox Series X e PC) e posso confermare che a livello di ottimizzazione il gioco è estremamente curato, non soffrendo mai di cali di frame rate (rimane inchiodato a 60fps su console e non scende mai sotto i 100fps su PC, in 2K e a dettagli Ultra). In quanto alla grafica, questo gioco non sarà uno degli esponenti più impressionanti della nuova generazione, ma risulta più che godibile per l’occhio, con un sistema d’illuminazione implementato in maniera ottima e una cura per i modelli molto buona. Insomma, si può tranquillamente considerare un progetto next-gen parlando del lato tecnico/grafico.

Dopo questa lunga analisi posso confermare che Metal: Hellsinger è sicuramente una delle sorprese più belle di questo 2022. Il gioco di The Outsiders rappresenta un’ottima commistione di generi, che ha il potenziale per far tornare sotto i riflettori un genere obsoleto come quello dei rhythm game. Tra la soundtrack a dir poco memorabile, un gameplay estremamente appagante e un prezzo più che abbordabile, questo titolo è un must per chi ama il metal e cerca una valida sfida.

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Il soggetto è particolarmente irritabile quando non sta in mezzo al proprio habitat che coinvolge la scrittura, i videogiochi, la musica (preferibilmente Metalcore) e il Wrestling. Suggeriamo di rinchiuderlo in una stanza piena di console, album dei Pantera (all'occorrenza degli Slipknot) e prodotti legati al Wrestling. Da liberare solo in caso di estremo bisogno!

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