Diabolik – Ginko all’attacco!

diabolik ginko all'attacco

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A poco meno di un anno torna nelle sale l’inafferrabile Diabolik, il criminale più celebre d’Italia, per quello che è il secondo capitolo di un’annunciata trilogia scritta e diretta dai Manetti Bros. Dopo un primo capitolo piuttosto divisivo per critica e pubblico, i due fratelli decidono di procedere a testa alta e schiena dritta per la loro strada, confermando le loro precise e particolari scelte stilistiche.

diabolik ginko all'attacco giacomo gianniotti

Diabolik – Ginko all’attacco! come il suo predecessore è l’adattamento cinematografico di un preciso albo delle sorelle Giussani, dall’omonimo titolo, e narra la storia di un inaspettato tradimento ai danni di Eva Kant per mano di Diabolik, in seguito alla confisca di tutti i loro beni; un evento che divide i due protagonisti, con l’ispettore Ginko pronto ad approfittarne per catturare finalmente il suo acerrimo rivale.

Come già detto, i Manetti Bros. proseguono dritti per la loro strada, ma hanno anche l’umiltà di tornare sui propri passi quando si tratta di aggiustare il tiro su alcune pecche presenti nel film precedente. La più grossa novità infatti, arriva proprio dal protagonista, con Giacomo Gianniotti in sostituzione di Luca Marinelli nei panni di Diabolik. In realtà l’allontanamento di Marinelli pare sia dovuto a dei suoi impegni contrattuali precedenti e non alla volontà dei registi, ma bisogna riconoscere il buon recasting attuato.

Marinelli infatti era proprio uno degli elementi più sottotono nel film del 2021, per via di un’interpretazione fin troppo monolitica e seriosa che tralasciava completamente l’aspetto “seducente” del criminale del fumetto. Questo invece riesce alla perfezione all’italo-canadese Gianniotti che, pur non avendo forse il perfetto physique du rôle, incarna egregiamente l’aspetto sinistro ma affascinante del protagonista.

A completare il cast ritroviamo poi Miriam Leone e Valerio Mastandrea, sempre perfettamente a loro agio nei panni di Eva Kant e Ginko, e un paio di volti nuovi come Alessio Lapice nel ruolo dell’agente Roller, ma soprattutto Monica Bellucci nei panni di Altea di Vallenberg, compagna “segreta” dell’ispettore Ginko. Vedendo (e soprattutto ascoltando) quest’ultima al cinema mi sono sorti un paio di dubbi: avranno voluto dare volontariamente un accento straniero al suo personaggio, o è proprio lei che non riesce a parlare bene? E poi, erano proprio necessarie quelle orribili e palesemente irreali lenti a contatto azzurre? Capisco che Altea sia così nel fumetto, ma anche facendone a meno la Bellucci sarebbe stata lo stesso in grado di incarnarne discretamente l’essenza… soprattutto quando parla poco.

diabolik ginko attacco monica bellucci

Anche questa volta la combinazione tra messa in scena e scelte registiche parzialmente retrò, la perfetta e minuziosa ambientazione anni ’60/’70 e i dialoghi spesso troppo didascalici potranno creare una sensazione straniante nello spettatore ma, come ampiamente preventivato, nel bene e nel “male”, i Manetti vanno avanti con le proprie idee, volendo fedelmente (a tratti anche troppo) riproporre sul grande schermo le pagine di un fumetto figlio della sua epoca, che a livello di trama lascia il tempo che trova specialmente per i colpi di scena, spesso anche piuttosto telefonati.

In questo sequel in aggiunta risultano un po’ troppo esagerati un paio di (evitabili) escamotage tipici del protagonista, che vanno ben oltre la sospensione dell’incredulità, ma a parte questo tutto l’impianto narrativo è ben bilanciato da buone prove attoriali e interessanti interazioni tra i personaggi, un ritmo della narrazione sempre sostenuto e mai troppo blando, e da una sceneggiatura tutto sommato semplice, lineare, che sa quando prendersi sul serio, senza però mai risultare troppo seriosa. Nota di merito per la sequenza di apertura accompagnata dalle note di Diodato, che risulta un chiaro tributo alla saga di James Bond.

Occorre evidenziare, infine, che i Manetti Bros. hanno aggiustato leggermente il tiro anche per quel che riguarda la durata del film: dai 130 minuti del precedente si passa ai molto più congeniali 110, perfetti per riprodurre in maniera esaustiva e fedele una tipica storia del Re del Terrore.

diabolik ginko attacco valerio mastandrea

Diabolik – Ginko all’attacco! è un film che indubbiamente non farà cambiare opinione ai detrattori del suo predecessore, ma che con buona probabilità darà qualche soddisfazione in più a chi (come il sottoscritto) ha apprezzato il coraggio di rischiare, realizzando un cinecomic a tinte noir atipico e lontano anni luce dagli analoghi prodotti che siamo fin troppo abituati a vedere da oltre un decennio. Non si sta parlando di qualcosa di perfetto o trascendentale, tutt’altro, ma quest’ultima fatica dei Manetti Bros. rappresenta ancora una volta il segnale che è possibile realizzare cinecomic in Italia, ed è possibile farlo con un approccio stilistico completamente diverso dalla norma.

Il Tac non è un critico cinematografico o uno studioso di cinema, ma semplicemente un cinefilo, seriofilo e all'occorrenza fumettofilo, a cui piacere mettere il becco su tutto quello che gli capita sotto mano... o sotto zampa.

7 Commenti

  1. Diabolik il più brutto film visto negli ultimi 20 anni .
    Recitazione da dilettanti , regia elementare e mal impostata ,trama ridicola .
    Volevo abbandonare la sala dopo 10 minuti , poi sono rimasto per punire la mia scelta .

    • Se parli così di questo film, vuol dire che ti ha fatto cagare anche il primo, dunque: perché sei andato a vederlo?

      P.s: mi vorrei soffermare solo sul “trama ridicola” …hai mai letto un fumetto di Diabolik?

  2. Sembra che trama, attori, scene ecc. ecc. siano state messe insieme con il metodo tombola ossia tutto pescato a caso da un sacco e messo insieme in stile “Porca miseria… è finita la carta igienica !” :-)))

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