Dirt è una lettura “particolare“. Non c’è altro modo per dare una prima definizione all’ultima opera di Giulio Rincione, al timone come sceneggiatore e disegnatore per questa graphic novel edita da Shockdom.
Il fumetto esordisce in modo totalmente inaspettato, conducendo il lettore verso un’idea di storia che verrà infranta dopo poche pagine, un buon meccanismo per presentare trasversalmente alcuni personaggi che, direttamente o indirettamente, sono fondamentali per la narrazione. Il mondo ideato da Rincione è tanto vicino al nostro quanto lontano, al punto che si potrebbe definire una distopia: nonostante i personaggi che abitano questo mondo non siano totalmente comuni, “aspettati”, i loro atteggiamenti per quanto esasperati sono comprensibili, perché dettati dallo sfondo di un mondo in rovina, messo in ginocchio da un virus.
Questa premessa potrebbe risultare familiare. Effettivamente Dirt ha in sé tanto di “già visto” e “già sentito”, ma non in senso negativo. Rincione attinge a piene mani dal mondo che lo circonda e dal suo bagaglio culturale, riempiendo il fumetto di citazioni più o meno nascoste, e mettendoci sempre qualcosa di personale. Così, un’idea che bene o male è già stata vista e sviscerata prende forma nuova, risulta ancora una volta originale e non tedia il lettore, anzi, lo spinge a proseguire con curiosità nella lettura.
La sapienza di Rincione nel narrare si palesa nella sua maestria artistica: le tavole assecondano il ritmo della narrazione piegandosi al volere del loro autore, diventando frenetiche, piene o colorate, senza mai assumere una monotonia anche nella forma delle gabbie stesse; a volte viene dedicato tanto spazio a un primo piano, o a un dettaglio, altre volte vengono mostrati spazi immensi. Rincione non ha paura di mostrare tutto e di prendersi i suoi tempi, donando a Dirt un andamento quasi cinematografico.
Dentro Dirt c’è quindi tanto del suo autore, e anche se questo dona originalità e personalità al racconto, forse in questa occasione non gli permette di essere totalmente oggettivo: si sente la voglia di narrare davvero tante cose, ma condensarle tutte in 224 pagine è molto complesso, praticamente impossibile. La soluzione migliore forse sarebbe stata sacrificare qualcosa, ma Rincione evidentemente non ha voluto rinunciare a nulla, mantenendo ogni spunto, ogni emozione, donando tutto sé stesso senza tagli. Questo però risulta leggermente dispersivo a volte, facendo allontanare un po’ il lettore dal ritmo del mondo costruito e dai personaggi illustrati; si ha come la sensazione che manchi un focus centrale in determinati momenti.
Allo stesso tempo, proprio per questo Dirt ha tanto da trasmettere e offre tantissimi punti di riflessione riguardo la società odierna, l’imminente futuro, ma anche la povertà, il razzismo, le emozioni forti, la fama, lo show business… questi sono solamente alcuni dei tanti argomenti trattati, che confermano che il fumetto avrebbe potuto raggiungere la sua perfezione o venendo condensato oppure ampliato, dando il giusto spazio a tutte le tematiche per essere sviscerate a dovere durante la narrazione.
Al di là della sovrabbondanza di spunti, Dirt tocca delle punte di drammaticità che raramente si vedono nel mondo del fumetto, specialmente italiano: sbatte in faccia al lettore la realtà di un mondo in crisi e del suo potenziale futuro, destabilizzandolo totalmente; tutto ciò è accompagnato da momenti comici totalmente grotteschi, quasi assurdi, che rimarcano il dramma facendo ridere e alleggerendo l’atmosfera generale per poi risprofondare nel baratro.
Non è una lettura per bambini, ma per persone consapevoli e con un buon bagaglio culturale, un pubblico pronto ad affrontare delle pagine che pesano tonnellate e che scuotono l’animo. Dirt è una lettura diversa dalle solite che si vedono oggigiorno, una di quelle che possono fare la differenza.
Un ringraziamento speciale a Shockdom
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