Il 19 gennaio Persona 4 Golden è sbarcato sulle attuali console insieme a Persona 3 Portable, con un porting realizzato ad hoc da Atlus. Al suo arrivo su PlayStation Vita, nel 2012, il titolo ricevette un’accoglienza incredibile da parte della stampa, guadagnandosi la nomea di uno dei migliori JRPG della storia, e fu inoltre un gradito punto d’ingresso per nuovi appassionati.
Persona 4 Golden rappresentò indubbiamente il primo grande successo (a livello commerciale) del brand, e oggi viene considerato da molti come il miglior capitolo della serie: d’altronde il suo racconto cela tematiche che possono coinvolgere il giocatore personalmente, e i suoi personaggi memorabili rendono questo viaggio nelle campagne giapponesi un dolce e caloroso ricordo da custodire gelosamente nel proprio cuore. Riscopriamo questo grande classico!
Inaba è una cittadina rurale, un luogo pacifico lontano dal caos della metropoli, ma ben presto sarà teatro di una serie di eventi inspiegabili. Noi impersoniamo un ragazzo di città trasferitosi per un anno a casa dello zio, frequentando così il liceo Yasogami, uno dei pochi istituti scolastici della zona. Assieme al nostro arrivo tuttavia iniziano a manifestarsi inquietanti fenomeni, seguiti da delle morti. Infatti, al calar della notte, la televisione nella nostra camera da letto comincia a trasmettere il cosiddetto “Canale di mezzanotte“, che mostra individui piuttosto familiari in comportamenti insoliti; questa strana circostanza è accompagnata dalla nebbia, che anticipa la scoperta di un misterioso omicidio. Tre elementi che sconvolgeranno la vita tranquilla dei cittadini di Inaba, e che all’inizio della nostra avventura saranno piuttosto comuni. Sorpreso dalla catena di eventi, il protagonista e due studenti appena conosciuti (Yusuke e Chie) prendono l’iniziativa di indagare sui fatti come dei detective provetti, seguendo un percorso parallelo a quello delle indagini della polizia.
Man mano che queste indagini proseguono la vita quotidiana dei ragazzi continua a scorrere normalmente, ma durante una visita al centro commerciale della zona (il Junes) vengono assorbiti da un televisore in esposizione, finendo accidentalmente in una dimensione parallela e misteriosa. Questo luogo rispecchia una Inaba alternativa, popolata da creature spaventose che prendono il nome di Ombre. A dare supporto agli sventurati ragazzi c’è Teddie, un orso di peluche parlante, che li guida verso l’uscita più vicina. Tuttavia, il gruppo si imbatte in una di queste Ombre, ed è qui che nel protagonista si risveglia un potere latente: la Personae. Sconfitta la creatura che sbarrava la strada i ragazzi riescono finalmente a fuggire tornando al Junes, ma escogitano un nuovo piano per la propria indagine: tornare in quel mondo e capire che tipo di collegamento abbia con le vittime, cercando soprattutto il colpevole della catena di omicidi.
Da qui prende il via il racconto di Persona 4 Golden, che si mostra come il polo opposto di Persona 3 Portable. In particolar modo, la narrativa del gioco viene influenzata dal suo colore rappresentativo, il giallo, sinonimo di spensieratezza e allegria. Non a caso, ciò che si avverte mettendo piede a Inaba è una sensazione piacevole, ben lontana dal più cupo Persona 3, che invece fa della depressione la sua tematica principale. Tuttavia, Persona 4 mette in gioco qualcosa di estremamente personale come l’accettazione di sé stessi, ponendo ai suoi personaggi dubbi esistenziali e problematiche difficili da affrontare. Difatti, le storie che contornano il filone principale sono un tripudio di sentimenti contrastanti verso la propria persona, dai quali si possono trarre importanti significati che vanno a braccetto con l’attualità.
Le tematiche presentate ancora oggi dal JRPG di successo di casa Atlus sono uno specchio della società contemporanea, ed è incredibile pensare a quanto il racconto sotto certi aspetti sia stato lungimirante. Il titolo ha avuto origine su PlayStation 2 nel 2008, e allora certi discorsi come il riconoscimento di sé stessi o il mettere in dubbio la propria sessualità erano qualcosa di cui si aveva poca considerazione. I cambiamenti avvenuti nella società col tempo hanno dimostrato quanto Persona 4 fosse un titolo all’avanguardia dal punto di vista narrativo.
Ma i pregi di questo titolo si possono riscontrare specialmente nell’intreccio delle varie storie: la coralità della trama infatti cela al suo interno dei racconti portentosi, frammenti di vita quotidiana in cui è possibile immedesimarsi. Il tutto poi è reso ancora più affascinante dal contesto investigativo, che segue un canovaccio ispirato ai gialli della letteratura moderna. Grazie a tutto questo e a un ampio cast di personaggi che arricchiscono l’esperienza fino ai titoli di coda, Persona 4 Golden offre ancora oggi un racconto intrigante.
Da un punto di vista ludico, però, Persona 4 Golden mostra qualche segno del tempo. Come accaduto in Persona 3 Portable, il gameplay di questo porting infatti fa notare quanto sia stato importante, ma anche pesante, il risultato raggiunto con Persona 5. In ogni caso questo quarto capitolo rimane estremamente fondamentale, poiché più del terzo getta quelle basi che poi sono state rimaneggiate con cura nella quinta incarnazione della saga. E sebbene il gameplay rispetto alla versione PS Vita rimanga pressoché invariato, ancora oggi risulta appagante, confermandosi come un’esperienza preziosa, che va ben oltre l’età del gioco.
Il sistema di combattimento a conti fatti non offre chissà quali cambiamenti rispetto a Persona 3, permettendo così al giocatore di usare nuovamente le Personae come principale mezzo per combattere. Oltre ai poteri di questi fantastici e variegati esseri, non vi è nulla più del semplice attacco melee, ma per quanto sia lineare il combat system si dimostra piuttosto efficace. La tattica al contempo è limitata da poche meccaniche riservate al combattimento, nonostante la possibilità di creare numerose Personae con svariate abilità attraverso la consueta Stanza di Velluto.
In quanto all’esplorazione, Persona 4 Golden si differenzia decisamente dal porting di Persona 3 Portable. All’interno del Mondo Ombra si visiteranno dei veri e propri palazzi (praticamente i dungeon), ognuno realizzato in base al personaggio d’appartenenza; qui non solo si potranno esplorare i vari piani liberamente, ma si affronteranno anche innumerevoli nemici raccogliendo ricompense dai vari scrigni presenti, il che rende ogni sessione alquanto fruttuosa. L’esplorazione dei palazzi offre l’opportunità di correre in soccorso di altri giocatori, fornendo loro supporto in battaglia grazie a una componente multigiocatore asincrona. Al contrario sia di Persona 3 che di Persona 5, Persona 4 Golden inoltre permette di ritornare in ogni dungeon esplorato nel corso dell’avventura, così da poter recuperare eventuali ricompense o farmare materiali specifici.
Sempre facendo il confronto con Persona 3 Portable, il sistema sociale qui è più approfondito, merito soprattutto di una serie di elementi che arricchiscono questa componente. Con l’introduzione dei libri e le attività, la parte slice of life permette al giocatore di vivere un’esperienza più complessa, che richiede una gestione del tempo più sapiente. Migliorare le statistiche sociali e al contempo stringere e sviluppare nuovi legami con i vari personaggi secondari non sarà affatto semplice, per questo vi è un sistema “Assist” che suggerisce all’utente cosa fare giorno per giorno, dando una direzione alla partita. Le doti sociali giocano un ruolo ancor più fondamentale: grazie ad esse è possibile accedere a dei legami particolari, inoltre permettono di iniziare dei lavori più complessi, così da ottenere in ritorno quantità di denaro più generose e punti sociali.
È indubbiamente preziosa anche l’evoluzione delle affinità sociali, specialmente quelle che coinvolgono i membri del party, permettendo di sbloccare nuove abilità delle Personae dei comprimari, oltre al fatto che queste possono evolversi in una seconda forma che le rende molto più potenti. L’evoluzione delle Personae alleate passa principalmente attraverso una progressione semplice e lineare, caratteristica che è sempre stata presente nel franchise di Atlus. L’attività scolastica rimane importante, poiché serve a migliorare la conoscenza del personaggio ed è un luogo di ritrovo per maggior parte dei personaggi secondari.
Ci sono poi altre piccole caratteristiche da sottolineare come la presenza del motorino, che permette al protagonista di muoversi al di fuori di Inaba e raggiungere nuove destinazioni, ampliando così le attività disponibili. Anche qui si potrà interagire con svariati NPC per rispondere alle loro richieste, che ricoprono il ruolo di missioni secondarie.
Con l’edizione per piattaforme moderne, Persona 4 Golden ha ricevuto un leggero svecchiamento per quanto concerne il comparto tecnico e grafico. La versione PlayStation 4 è sicuramente di tutto rispetto per merito dei suoi 1080p di risoluzione e i 60fps granitici (4K e 120Fps se esaminiamo la versione Xbox Series X), e considerando che il titolo in questione è approdato originariamente su PlayStation 2 nella sua versione base, il risultato generale non è affatto da trascurare. Il tutto si traduce in un porting pulito e fluido, che mantiene inoltre la localizzazione italiana, per quanto la qualità audio non sia delle migliori. Infatti sebbene la colonna sonora rimanga tuttora stupefacente, il comparto audio anche in questa occasione si dimostra l’anello debole di un’operazione minimale, e a questo si aggiunge la mancanza di una miglior pulizia nei filmati. Ciononostante, questa nuova edizione del gioco al momento rimane la migliore in circolazione.
Il porting di Persona 4 Golden sulle console moderne è un’ottima occasione per recuperare uno dei migliori JRPG di sempre. Malgrado il gioco possa risultare invecchiato male rispetto al più recente Persona 5, ancora oggi rimane un’esperienza preziosa, che merita di essere vissuta grazie soprattutto al suo racconto, le tematiche affrontate, i suoi personaggi, la direzione artistica, e tutta una serie di elementi che rimarcano il talento di Atlus nel realizzare videogiochi. Oltretutto, la disponibilità del titolo su ogni piattaforma rende il suo recupero decisamente più semplice: che sia tramite Game Pass, o acquistato normalmente per Xbox, PlayStation e Nintendo Switch alla esigua cifra di 19,99€, ogni opzione risulta decisamente più valida che pagare a caro prezzo la versione PS Vita.
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