Project Zero: Mask of the Lunar Eclipse (PS5)

project zero mask of the lunar eclipse

Voto:

Ormai il genere horror è una ramificazione estremamente solida del nostro amato mondo videoludico. Questa tipologia di giochi non solo ha consolidato ancora di più la valenza di certi pilastri, ma ha anche dato alla luce opere che, nel loro piccolo, hanno cambiato per sempre la percezione di moltissimi giocatori. Dai più classici Sweet Home e Alone in the Dark, fino ai più blasonati Resident Evil e Silent Hill, l’horror assume un’importanza magistrale per questa industria.

Come sempre, però, quando un genere diventa troppo “mainstream”, la priorità della maggior parte degli sviluppatori diventa quella di “cavalcare l’onda” senza pensare troppo alla qualità finale del proprio prodotto, e infatti lungo questi anni siamo stati letteralmente infestati da giochi horror approssimativi o decisamente dimenticabili. Ma in mezzo a tutto ciò sono nate anche perle che, per qualche motivo, sono state poi accantonate (sia dai fan che dai propri sviluppatori), come Project Zero, ovvero la serie horror di Koei Tecmo che nei primi anni 2000 ha ridefinito la concezione di paura.

project zero mask lunar eclipse portale

Project Zero (noto anche con il titolo americano Fatal Frame) sin dal suo debutto volle approcciarsi al genere in maniera diversa. Fu una delle prime opere (dopo Silent Hill) a sfruttare ottimamente l’orrore di stampo più psicologico, senza però privarsi di jumpscare e nemici mostrati apertamente, mantenendo così costante la sensazione di paura. Fu proprio questa formula a decretarne il successo, ma allora se le qualità c’erano perché a un certo punto sparì? Perché la serie scelse di non evolversi, rimanendo una buona proposta solo per i giocatori di vecchia data (nel caso specifico, i giapponesi). Per anni la creatura targata Koei Tecmo è finita nel dimenticatoio, lasciando i fan desiderosi di un nuovo capitolo o, per quel che riguarda l’Occidente, quantomeno di poter giocare i capitoli usciti esclusivamente in Giappone.

Ebbene, dopo 15 anni dal debutto originale su Wii nel Paese del Sol Levante, Project Zero: Mask of the Lunar Eclipse arriva finalmente anche da noi con una remastered per le console di nuova generazione. Dopo tutto questo tempo, sarà riuscito il “Progetto Zero” a valere più della cifra che usa come gimmick nel suo titolo? O questa riedizione non è altro che la solita manovra per fare un po’ di cassa?

project zero mask lunar eclipse spirito maligno

Se siete appassionati dell’horror nipponico, sapete già che i nostri amici asiatici sono molto propensi ad usare all’interno delle loro opere elementi paranormali, derivati specialmente dal loro folclore. Infatti è raro vedere un J-Horror senza qualche spirito maligno intento a terrorizzare i protagonisti, e Project Zero non si discosta minimamente da questa premessa, proponendo un racconto da J-Horror molto classico. La serie in sé nasce come una sottospecie di tributo videoludico a film come The Grudge, The Ring e Dark Water (chiaramente gli originali giapponesi, non gli omonimi remake americani), e andando avanti non si è mai discostata troppo da queste premesse, rimanendo tutt’oggi (forse) uno dei migliori esponenti nel rendere interattive atmosfere di quel tipo. Una peculiarità di Mask of the Lunar Eclipse sta nel fatto che si posiziona come un prequel di tutte le vicende narrate in Project Zero. Infatti, pur essendo tecnicamente il quarto capitolo della serie, può essere giocato anche senza conoscere gli altri.

Ma detto ciò, com’è effettivamente la trama di Project Zero: Mask of the Lunar Eclipse? Come sempre, cercherò di non farvi spoiler e lasciare a voi la scoperta dei colpi di scena più importanti. Vi basti sapere che il gioco parte da un contesto molto deprimente e oscuro, ovvero le torture subite da una serie di vittime durante dei rituali. Sull’isola Rogetsu succedono da anni cose strane, che le hanno fatto guadagnare la reputazione di luogo maledetto e senza speranza. Molti hanno incontrato fine certa di fronte agli strani rituali che piagano questo posto, però in mezzo alle numerose vittime qualche “fortunato” c’è stato. Noi ci caleremo nei panni di questi sopravvissuti (o meglio, sopravvissute), cercando di scoprire esattamente cosa sia successo prima del nostro salvataggio, e cosa ci abbia portato a perdere ogni singolo ricordo di quel maledetto posto.

Non vado oltre. Sappiate solo che, anche se stiamo apparentemente parlando di una premessa molto banale e vista milioni di volte in contesti simili, la storia di Mask of the Lunar Eclipse è ben strutturata ed estremamente interessante. Gli elementi paranormali renderanno tutto alquanto teso e spaventoso (com’è giusto che sia), ma saranno in particolare l’ottima caratterizzazione dei personaggi e la cura per la “lore” a dare soddisfazione. Moltissimi colpi di scena sono davvero ben pensati, così come il ritmo generale della narrazione, che lascia pochissimi momenti morti. Insomma, se cercate un’avventura horror in grado di lasciarvi qualcosa in più che un semplice “spavento”, allora questo titolo potrebbe fare al caso vostro.

project zero mask lunar eclipse gameplay

Project Zero: Mask of the Lunar Eclipse tuttavia risulta ancora un prodotto molto old-school: se da un lato rispetta tantissimo i canoni imposti dal genere survival horror classico (atmosfere cupe, gestione delle risorse e movimento lento), dall’altro è un gioco troppo datato per il 2023. Purtroppo, parlando della natura puramente ludica di questo Project Zero, Koei Tecmo ha commesso l’errore grossolano di non svecchiare minimamente il gameplay. In parte potrei capire la scelta di rimanere fedeli al passato e non rischiare di rovinare l’esperienza originale, ma così non va proprio.

Il gioco risentiva della “vecchiaia” di certe meccaniche già nel 2008 su Wii, di conseguenza oggi risulta ancor più difficile riuscire a non perdere il coinvolgimento di fronte a controlli estremamente tediosi e animazioni legnose e lente. Persino prodotti che hanno consolidato un genere su queste caratteristiche si sono dovuti in qualche modo adattare ai tempi moderni, mentre l’errore di Koei Tecmo è stato quello di lasciare invariato un gioco con delle ottime premesse ma tecnicamente arretrato. Quel che mi lascia più perplesso è come, nonostante queste sue mancanze, risulti comunque un’esperienza molto soddisfacente per un fan incallito dei survival horror come il sottoscritto; uscendo dalla sfera soggettiva, però, è impossibile non vedere quanto sia stato sprecato il potenziale per farne un cult moderno.

Sul gameplay quindi non c’è molto da dire, se non che è troppo inchiodato al suo passato. Se amate i giochi old-school, allora questo Project Zero non vi deluderà minimamente, invece se siete abituati a quelli più recenti, nei quali le meccaniche non risultano obsolete, allora avrete grosse difficoltà nel digerire appieno Mask of the Lunar Eclipse.

project zero mask lunar eclipse fantasma

Parliamo di un gioco vecchio di almeno 3 generazioni di console, che ritenta la fortuna sulle nuove senza però sforzarsi da un punto di vista tecnico. Da questo lato infatti Mask of the Lunar Eclipse risulta un “compitino” svolto in fretta e furia giusto per avere un prodotto finale giocabile. Non è il peggior lavoro di rimasterizzazione che abbia mai visto, ma di certo è tra i più pigri. Non saprei nemmeno come esprimermi esattamente sulle grafica e le prestazioni generali del gioco su PS5 (dove ho avuto modo di giocarlo): mi sono imbattuto in un un’opera con texture, animazioni e luci provenienti da svariate generazioni fa, tutte upscalate in maniera quasi frettolosa. Bello poter giocare in alta risoluzione (come nel caso della PS5, dove comunque stiamo sui 4K), ma non a queste condizioni. Delle pochissime migliorie apportate, nessuna sembra veramente rendere giustizia al gioco.

Sotto questo aspetto, forse l’unica cosa che ancora si salva e invecchia come un buon vino è il comparto audio. L’ottima colonna sonora di Masafumi Takada ed Etsuko Ichikawa infatti risulta ancora oggi splendida e terrificante. Anche la cura dell’audio design si preserva più che degnamente: non siamo ai livelli di opere più moderne, ma è capace ancora di incutere terrore nei giocatori. Sul doppiaggio invece c’è poco da segnalare in quanto l’opera rimane interamente doppiata in giapponese; sicuramente un buon lavoro, che però potrebbe tagliare fuori parte dell’utenza potenzialmente interessata.

project zero mask lunar eclipse frame

Project Zero: Mask of the Lunar Eclipse rimane un buon gioco, ma confezionato in maniera troppo approssimativa in questa riedizione. La narrativa dietro il titolo, le ottime atmosfere e la colonna sonora a dir poco splendida, rendono questo capitolo sicuramente un must per molti appassionati del genere, tuttavia il gameplay estremamente legnoso e la poca cura nel cercare di migliorare l’esperienza originale non giocano di certo a suo favore. Se amate le avventure horror atmosferiche e con un’ottima storia, allora Mask of the Lunar Eclipse potrebbe essere una buona scelta, mentre se vi aspettate una qualità tecnica degna dei titoli più blasonati del genere, allora rimarrete alquanto delusi dal risultato finale.

Special thanks to Koei Tecmo

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Il soggetto è particolarmente irritabile quando non sta in mezzo al proprio habitat che coinvolge la scrittura, i videogiochi, la musica (preferibilmente Metalcore) e il Wrestling. Suggeriamo di rinchiuderlo in una stanza piena di console, album dei Pantera (all'occorrenza degli Slipknot) e prodotti legati al Wrestling. Da liberare solo in caso di estremo bisogno!

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