Into the Unknown – La medicina, di Giulia Giacomino

into the unknown la medicina shockdom

Voto:

Into the Unknown – La medicina è il primo volume di un fumetto scritto e disegnato da Giulia Giacomino per Shockdom, che purtroppo mi ha deluso sia dal punto di vista grafico che da quello narrativo. Ma andiamo con ordine.

Il primo impatto visivo è leggermente caotico ma può comunque intrigare: in copertina, il viso di un bambino è diviso a metà, con tratti normali da una parte e tratti leggermente deformati dall’altra; alle sue spalle una figura indefinita, dagli occhi rossi, apparentemente malevola; di fronte a lui, un contenitore di pillole che riversa il suo contenuto. Quel che si recepisce è che forse si parlerà di problemi psicologici con eventuali tocchi di magia ed esoterismo.

into the unkown la medicina specchio

Dalla sinossi apprendiamo che il protagonista, Oscar, è un bambino pieno di fobie che condizionano ogni aspetto della sua vita. Trasferitosi con i suoi genitori in una nuova casa, scopre uno specchio che in realtà è un portale per un universo parallelo chiamato Mindwald. Attraversando lo specchio però avviene uno scambio che porta nel nostro mondo Zoe, un’entità malvagia che prende l’aspetto di Oscar portando il caos. Il protagonista dovrà intraprendere percorso lungo e pericoloso in terre magiche brulicanti di mostri per andarsene da Mindwald e sistemare le cose, ma per fortuna assieme a lui ci saranno la cacciatrice Ares e il mezzo-procione Bernardo.

Da queste premesse ci si aspetta che il passaggio nell’universo di Mindwald avvenga subito per dare avvio alla trama, invece Oscar attraversa lo specchio quasi a metà fumetto. Ci si aspettano i mostri che dovrebbero brulicare per le terre magiche, invece si vedono terre fantasy generiche (un bosco, una palude e una città) e la fauna è decisamente scarsa. Il “caos” causato da Zoe, questa entità malvagia, poi consiste semplicemente nel prendere il posto di Oscar e andare a scuola rispondendo male ai genitori e ai suoi coetanei.

into the unkown la medicina bernardo

Già dalle prime pagine emergono dei rimandi più o meno voluti ad altre opere, fra le quali spiccano Monster Allergy per il design di Oscar e Ares, e Klaus per quello del taglialegna. Purtroppo, tali rimandi non hanno il sapore di un omaggio, di una piacevole citazione, ma danno più la sensazione che l’autrice, anziché prendere semplicemente spunto da opere che le piacciono, ne abbia attinto a piene mani senza metterci granché del suo. Anche la struttura narrativa appare poco originale: il protagonista è malaticcio e pieno di fobie mentre la coprotagonista (nel mondo vero come in Mindwald) è sfacciata, solare, aperta, emancipata, esattamente come avviene per Zick ed Elena Patata sempre in Monster Allergy.

Tante parti nella storia poi sono decisamente accessorie: non importa far conoscere già in questo primo numero parte del background del protagonista e della coprotagonista se non sono elementi che servono a caratterizzarli (e il loro carattere emerge senza che le zie o i genitori parlino per loro chiarendo il loro passato e le loro problematiche). Altre parti inoltre risultano incoerenti e discordanti: a cosa serve fornire Oscar di una speciale lanterna se viene rotta dopo poche pagine solamente per far vedere un animale che non sarà di alcuna utilità?

into the unkown la medicina taglialegna

L’autrice di Into the Unknown dimostra di avere una fervida fantasia ma anche di non saperla strutturare, non riuscendo a scindere cosa è accessorio da cosa invece manca profondamente alla narrazione per appassionare il lettore e invogliarlo a proseguire nella lettura e nell’acquisto dei volumi futuri. I personaggi sono tratteggiati come delle macchiette, cosa non necessariamente sbagliata per questo tipo di narrazione e per il pubblico a cui è rivolto, ma a volte rasentano l’idiozia.

Prendiamo ad esempio il taglialegna che accoglie Bernardo e Oscar a Mindwald salvandoli da un primo mostro: è caratterizzato come un uomo adulto e maturo, eppure non avvisa dei reali e concreti pericoli i due bambini, se ne va a dormire senza lasciarli sorvegliati e senza neanche dargli qualche consiglio, lasciandoci quindi perplessi sul motivo per cui li abbia salvati in primo luogo. Un altro personaggio che non funziona è il bambino-procione Bernardo, che oltre a mostrarsi mal caratterizzato, comportandosi a volte come un bambino e a tratti come un adulto consapevole, ci viene presentato fin da subito all’interno di Mindwald ma completamente ignaro di come cavarsela: non ci si spiega quindi come sia sopravvissuto fino al momento di incontrare Oscar.

into the unkown la medicina ares

Il disegno è un altro punto dolente se osservato con attenzione. In generale presenta uno stile fresco e simpatico, che ricalca appunto quello di Monster Allergy e W.I.T.C.H., ma spesso ci sono delle disattenzioni e degli errori tecnici, soprattutto nelle proporzioni, insoliti per un fumetto con dietro un editore, da cui ci si aspetterebbe un lavoro di revisione accurato.

Altra cosa che non ho gradito molto è il fatto di mutare eccessivamente i tratti visivi dei personaggi, quasi a trasformarli nel tentativo di assecondare il loro carattere, la loro emotività e la situazione in cui si trovano. Può essere divertente, come in molti manga e fumetti, passare da uno stile più realistico a uno maggiormente cartoonesco a seconda delle situazioni, ma devono essere due stili ben definiti, non deve trattarsi di una scusa per fare i personaggi in mille modi diversi fra loro. Molto buona, invece, la colorazione, e ben delineate le ombre, sebbene sia tutto troppo in luce per un contesto che in alcuni momenti sfiora l’horror.

Questo primo numero di Into the Unknown purtroppo fallisce nel suo intento. Non riesce a divertire né a creare empatia con i personaggi, nonostante il loro tragico passato e le varie vicissitudini che attraversano. Persino il finale non concede al lettore alcuna scintilla, nessun plot twist: si scopre solamente ciò che già si sapeva e che i personaggi stessi stavano già intuendo. Forse potrà apprezzarlo solo un pubblico molto giovane o comunque molto immaturo nel campo fumettistico.

Un ringraziamento speciale a Shockdom

Nina-chan Articoli
Dolce, carina, coccolosa, sadica, affascinata dall'horror e dal creepy... insomma, gli opposti convivono in me. "Mani in pasta" ovunque con collaborazioni tra sceneggiature, recensioni, gestione di disegnatori ed autori, sono loro il mio mondo. Datemi libri, non fiori.

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*


Questo sito è protetto da reCAPTCHA e si applicano le Norme sulla Privacy e i Termini di Servizio di Google.