Final Fantasy XVI (PS5)

final fantasy 16 recensione

Voto:
 

Final Fantasy XVI è finalmente giunto su PlayStation 5. Il franchise di casa Square Enix ha fatto particolarmente parlare di sé negli ultimi anni, in virtù della volontà di sperimentare una formula molto diversa da quella che ha caratterizzato la sua storia, mantenendo però degli elementi chiave che hanno contribuito alla sua fama. Realizzato dalla Creative Business Unit III, che grazie alla direzione di Naoki Yoshida ha portato a uno stratosferico successo l’MMORPG Final Fantasy XIV Online, questo nuovo titolo si identifica come divisivo ma al contempo aperto a tutti.

Personalmente, credo che un franchise longevo ogni tanto debba per forza andare incontro a delle piccole mutazioni, senza comunque rinunciare a ciò che ha caratterizzato ogni sua incarnazione. Si tratta di elementi che spesso e volentieri devono essere ricercati al di fuori di quelle analisi che smembrano essenzialmente il videogioco in trama, gameplay e grafica, e Final Fantasy XVI pone delle interessanti basi per il futuro del brand, pur soffrendo di qualche inciampo.

Final fantasy 16 clive

Tredici anni dopo dalla caduta del Gran Ducato di Rosaria, Clive Rosfield è alla ricerca della sua personalissima vendetta. Il giovane, tormentato dai fantasmi del passato che lo portano a piangere i suoi parenti scomparsi, ora è un guerriero marchiato del Sacro Impero di Sanbreque e conduce un’esistenza infima alla stregua del bestiame. I marchiati sono coloro che possono utilizzare l’etere e di conseguenza la magia, eppure nonostante questa incredibile dote la loro esistenza viene vista con disprezzo e marginalizzata, al punto che vengono trattati come meri schiavi.

Grazie a una serie di eventi, Clive incontrerà Cidolfus Telamon e deciderà di abbracciare la sua causa per restituire ai marchiati una vita libera da atroci sofferenze, con la possibilità di intraprendere un viaggio alla ricerca delle risposte di cui necessita e soprattutto soddisfare la sua sete di vendetta. Nel regno di Valisthea tuttavia è in atto una guerra per il dominio e la conquista dei Cristalli Madre, considerati l’ultimo baluardo dell’umanità contro la minaccia della Piaga, che sta divorando lentamente ogni appezzamento di terra. Ciascun contendente però dispone di un’arma segreta: i Dominanti, esseri benedetti dai poteri speciali degli Eikon (creature colossali dalla natura divina), che vengono schierati sul campo per ribaltare le sorti della battaglia.

Final Fantasy XVI è un capitolo cruento, che non si risparmia nel mostrare l’efferatezza di un mondo caduto in rovina. La volontà del team guidato da Naoki Yoshida e Hiroshi Takai era quella di parlare al pubblico diventato adulto con Final Fantasy, optando dunque per un linguaggio più maturo e tematiche forti, con ispirazione soprattutto a serie televisive come Game of Thrones. Il tutto viene immerso in un contesto dark fantasy, la cui narrativa mostra gli strascichi di una guerra avida che non ammette alcuna debolezza. Difatti, la violenza descritta nel gioco viene messa in scena con una crudeltà capace di colpire la sensibilità dei giocatori più emotivi, mostrando una realtà che spesso e volentieri metterà alla prova persino un guerriero tosto come Clive. Ciononostante, non manca la parte umana del racconto, tra sogni e speranze di piccoli fili d’erba in un prato corrotto dalla fame di potere delle aristocrazie, i cui interessi sono in forte contrasto col bene comune.

Final Fantasy XVI Shiva

Il racconto di Final Fantasy XVI mette al centro i regni e i rispettivi Dominanti, sviluppando attraverso di essi l’intreccio fantapolitico che caratterizza questo nuovo capitolo. Ogni membro del cast principale è mosso da intenti ben precisi e più o meno condivisibili, ai quali si accostano una caratterizzazione interessante e uno sviluppo coerente. Persino alcune sottotrame dedicate ai comprimari riescono a sviluppare dei racconti che ritraggono la cupezza che aleggia sul regno di Valisthea, ma più di ogni altra cosa risaltano quel briciolo di umanità rimasto in ognuno di loro, mettendone a nudo la sensibilità.

Il worldbuilding risalta i popoli che abitano i continenti gemelli, raccontando nel dettaglio i principali regni nonché protagonisti del conflitto, e riuscendo a esplorare presente e passato di Valisthea con grande profondità. Ogni regione cela nei suoi angoli più remoti frammenti di narrazione che vanno a comporre storie interessanti, le quali vengono infine racchiuse nello splendido codex dei Mille Tomi, che si arricchirà ogni volta che otterremo dei progressi nel mondo di gioco. Dal punto di vista narrativo, Final Fantasy XVI si rivela quindi un prodotto incredibile, con delle cutscene registicamente formidabili su cui si appoggia il racconto, il quale riesce a sua volta a concretizzare egregiamente i momenti più importanti della storia.

Nonostante tanti ottimi accorgimenti che permettono alla storia di splendere, l’avventura di Clive Rosfield però è afflitta da alcune criticità da ricercare nei ritmi e nella struttura della main quest. Tra un capitolo e l’altro infatti si intervallano momenti di transizione abbasta importanti, che congelano il racconto per ridare fiato alla narrazione, fermando però bruscamente l’evoluzione della storia. Questo escamotage viene utilizzato a più riprese obbligando il giocatore ad affrontare delle fetch quest per poter andare avanti, spesso e volentieri senza che queste abbiano un impatto sulla storia. Con questo tedioso intervallo, i ritmi della storia vengono notevolmente appesantiti, creando così dei momenti di pura stagnazione. Anche le side quest soffrono di una struttura piuttosto datata, e non tutte includono nozioni di trama interessanti. Quando decide di allentare la presa, insomma, la storia del gioco adotta un approccio alquanto discutibile, ricorrendo ad una struttura delle missioni fin troppo datata.

Final fantasy 16 Ramuh

Final Fantasy XVI è un capitolo action con una componente ruolistica appena accennata, che riprende nella fattispecie i ritmi e le meccaniche che contraddistinguono gli stylish action. È facile riscontrare delle similitudini con capostipiti del genere come Devil May Cry, con cui il gioco condivide il suo combat director Ryota Suzuki, tuttavia la sensazione che si percepisce durante l’avventura di Clive Rosfield e compagni è quella di avere tra le mani un sistema di combattimento col freno a mano inserito. Questo perché il titolo propone un gameplay dall’ottimo potenziale, che però si accontenta di essere tale senza esprimersi, se non direttamente nella modalità esclusiva del new game plus intitolata “Final Fantasy“, dove invece mostra tutto il suo carattere.

In particolar modo, al di là degli attacchi base che permettono di sferrare fendenti leggeri e pesanti e combo d’attacco aeree, il protagonista può fare affidamento sui poteri degli Eikon sfruttandone le peculiari abilità. Con tre slot Eikon personalizzabili, Clive può sferrare degli attacchi speciali e fare piazza pulita di mob e miniboss, uscendo vittorioso dagli scontri. Tali abilità, che potranno essere sbloccate, potenziate e padroneggiate nell’apposito albero, hanno un ruolo specifico nell’economia ludica del titolo, e con l’assenza delle abituali debolezze ed effetti di stato ogni Eikon propone approcci diversi per fare più danno possibile.

final fantasy 16 combat

Final Fantasy XVI ambisce ad offrire al giocatore soluzioni varie per portare a termine uno scontro, mettendo a disposizione delle abilità che possono cambiare l’approccio alla battaglia. Se Garuda è l’Eikon più indicato per danneggiare la stamina dei miniboss (il che lo rende centrale nella scelta degli Eikon da utilizzare), Fenice è un compromesso tra danno e stordimento, mentre Titano predilige la forza bruta. Questo mix di poteri Eikon spinge il giocatore a creare un set di combo tra attacchi base e abilità, costruendo così uno stile di gioco per affrontare al meglio i nemici.

A tutto ciò bisogna aggiungere una serie di meccaniche che permettono di rispondere attivamente agli attacchi dei nemici, come le schivate, le parate, i parry e i contrattacchi, ottenendo così un sistema di combattimento piuttosto ritmato. Tuttavia, il combat system raggiunge il suo potenziale fin troppo tardi, ed è addirittura necessario giocare una seconda run per goderne davvero appieno. Questo fattore deriva dalla scelta del team di sviluppo non solo di rendere l’avventura estremamente accessibile (con tanto di accessori che facilitano l’esperienza), ma persino di bloccare dietro al new game plus la modalità Final Fantasy, che è la risposta a chi cerca una sfida più impegnativa.

Final Fantasy XVI Dominio cristallino

La difficoltà non è mai stata un elemento fondante del franchise, tuttavia si percepisce quanto Final Fantasy XVI voglia essere un videogioco aperto a tutti, scendendo a compromessi importanti. Tra questi vi è per l’appunto la modalità Final Fantasy, che non solo cambia lo spawn dei nemici ma li rende anche più reattivi e forti, permettendogli soprattutto di sfoderare qualche attacco inedito. Una sfida decisamente più soddisfacente che risulta anche alquanto punitiva, sfruttando pienamente un sistema di combattimento finora inespresso. Insieme alle abilità Eikon Clive può sfoderare un altro potere, la Trascendenza, che si identifica in uno stadio pre-trasformazione nell’Eikon Ifrit, avvolgendo il prode guerriero nelle fiamme e rendendolo più reattivo, feroce e in grado di curare gradualmente le sue ferite; il potere inoltre può amplificare l’efficacia delle mosse speciali equipaggiate. Alle abilità combattive di Clive bisogna poi aggiungere il supporto dei compagni in battaglia, i quali agiranno autonomamente ad eccezione di Torgal, che invece risponderà direttamente ai comandi impartiti dal giocatore.

L’esplorazione in Final Fantasy XVI è minimale. Costituito principalmente da macroaree, il mondo di gioco non propone elementi che incoraggino un’approfondita ricerca nelle mappe, e sebbene ci siano contenuti come side quest e taglie che incentivano la visita delle varie aree, si percepisce l’assenza di qualche elemento che spinga maggiormente l’utente a spulciare ogni anfratto dei continenti gemelli. Valisthea è un regno affascinante che offre paesaggi mozzafiato arricchiti dalla misticità di una narrativa silente, ma ciò non basta a dare quella profondità di cui indubbiamente avrebbe beneficiato l’esplorazione. In ogni caso non mancano le attività: oltre ai contenuti citati poc’anzi, nel rifugio si ha la possibilità di cimentarsi in sfide pensate per alzare l’asticella della difficoltà, con delle vere e proprie challenge per ogni boss fight del gioco.

Tali modalità supplementari permettono di rigiocare non solo intere sezioni di gioco, soprattutto quelle unicamente disponibili per fini di trama, ma addirittura i singoli boss a livelli di difficoltà più alti (tra cui l’esclusiva Utimaniac), con il risultato che verrà registrato in una classifica. Questo, assieme al sistema di combattimento, permette di affrontare alcune epiche battaglie con approcci diversi, o semplicemente rivivere le splendide Eikon battle.

Final Fantasy XVI Il nucleo di un cristallo madre

Considerate come elemento di punta – insieme alla storia – del gioco, le Eikon battle vedranno due Eikon scontrarsi in un’arena. Realizzate soprattutto per la storia, queste impegneranno Clive in battaglie a dir poco formidabili. La loro messa in scena è devastante e riesce a concretizzare la portata colossale dello scontro, con delle sequenze giocabili tutto sommato divertenti. Questi epici combattimenti mescolano gameplay e sequenze cinematiche usufruendo anche dei quick time event i quali, se sbagliati, provocheranno dei danni. Regia e colonna sonora sono il punto di forza di questi duelli, che risaltano l’importanza degli Eikon e dei loro Dominanti.

Final Fantasy XVI è un titolo dalla direzione artistica impressionante, che riesce a dare all’avventura di Clive un apporto significativo. I paesaggi che caratterizzano i territori di Ciclonia e Cineria, i due continenti gemelli, stupiscono per la loro vastità e imponenza, e le loro caratteristiche territoriali si ispirano all’Europa centrale del medioevo. Gli insediamenti che contano un manipolo di costruzioni realizzate in pietra si alternano a praterie e boschi, lasciando soprattutto poco più a sud dune di rocce e sabbia ispirate al medio oriente. Persino usi e costumi rendono l’atmosfera dark fantasy medievale più credibile, costruendo su di essa un mondo di gioco affascinante da visitare.

final fantasy 16 mondo

Nonostante si possano tessere le lodi del gioco per la sua bellezza artistica, il caro prezzo da pagare è un frame rate non sempre stabile, soprattutto in modalità prestazioni. Mentre infatti il titolo risulta apprezzabile in modalità grafica (2K con upscaling in 4K e 30fps) grazie soprattutto alla disattivazione del motion blur (opzione disponibile solo dalla versione 1.03 del gioco), in modalità prestazioni l’esplorazione diventa alquanto tediosa, con cali piuttosto consistenti che non permettono di godere della fluidità dei 60fps. Ciononostante, in combattimento il frame rate si mantiene ben saldo, facendo qualche piccola rinuncia sulla risoluzione dell’ambiente circostante e rendendo così ogni battaglia più godibile.

Tra gli aspetti maggiormente apprezzabili di Final Fantasy XVI infine c’è la colonna sonora composta da Masayoshi Soken, che dopo aver stupito i fan di Final Fantasy XIV Online con musiche eccelse, arricchisce la nuova fantasia finale con una serie di brani davvero incredibili, riuscendo a trasmettere non solo l’epicità delle boss fight, ma anche la delicatezza dei momenti più toccanti che segneranno il viaggio di Clive. Per la prima volta nella storia del franchise troviamo anche il doppiaggio italiano, che riesce a caratterizzare in maniera egregia i protagonisti grazie anche ad un accostamento vocale azzeccato che vede Alessandro Capra nel ruolo di Clive, Katia Sorrentino nei panni di Benedikta e Alberto Angrisano nel ruolo di Cid.

Final Fantasy XVI scontro tra eikon

Final Fantasy XVI può essere paragonato alla cucina fusion: prende gli elementi che caratterizzano il franchise e li reinterpreta in un piatto che racchiude sia tradizione che novità. Si rivolge al suo pubblico con un linguaggio maturo, attraverso un racconto la cui messa in scena concretizza le volontà del team di sviluppo, riuscendo a stupire soprattutto per una narrazione decisamente attuale.

Indubbiamente ci sono elementi a cui bisognerebbe correggere il tiro, tra cui il sistema di combattimento, ma nel complesso la sedicesima incarnazione di Final Fantasy può rappresentare un valido punto di riferimento per il futuro della saga, migliorando di volta in volta tutto ciò che è stato sperimentato in questa occasione. Al netto di pregi e difetti, l’esperienza è stata limpida come un bicchier d’acqua: non resta che decidere se vederlo mezzo pieno o mezzo vuoto.

Mr. Kazeshin Articoli
Sono un grande appassionato di videogiochi ed anime, e nel mio cuore, i JRPG hanno un posto speciale. Gioco a di tutto, anche per avere una visione sempre più ampia del medium che mi accompagna sin dalla mia nascita.

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