L’avrò già ripetuto altre volte quest’anno, ma è innegabile che il 2023 sia stato estremamente generoso con noi videogiocatori. Sin dall’inizio, ogni singolo mese si è rivelato ricco di giochi qualitativamente alti che hanno messo all’angolo il nostro tempo libero, e incredibilmente quest’anno è stato generoso anche con un genere che spesso viene bistrattato: i picchiaduro. A giugno abbiamo assistito al ritorno di uno dei re del genere, Street Fighter 6, che ha riportato in voga lo storico franchise di Capcom e si è posizionato tra i migliori titoli di quest’annata. Ma per i fan dei picchiaduro c’è un’altra importante novità, dal momento che NetherRealm a un certo punto ha deciso che i tempi erano maturi per far ricominciare il Mortal Kombat.
Ecco che quindi, a soli quattro mesi dal suo primo annuncio, Mortal Kombat 1 ha fatto il suo arrivo su PC, PS5, Xbox Series X|S e, per qualche strano motivo, Nintendo Switch. L’uscita ufficiale è stata anticipata qualche settimana prima da una beta che ho avuto modo di provare, e già da lì il titolo prometteva più che bene, però mai mi sarei aspettato di vedere un’evoluzione così netta per la serie.
Tra tutti i picchiaduro in circolazione, l’opera creata da Ed Boon si contraddistingue sicuramente per un fattore molto particolare, che non è (solo) l’estrema violenza, bensì il suo universo narrativo. In tanti anni, NetherRealm Studios è stata una delle poche case di sviluppo a creare una narrazione valida per questa tipologia di gioco, e sebbene se si possa notare un cambiamento anche da parte di altri titoli, Mortal Kombat spicca sempre su tutti e si può considerare il “pilastro” che ha dato origine a questa tendenza.
Mortal Kombat 1 non fa eccezione, proponendo una storia estremamente coinvolgente e ben narrata, che rispetta il passato della serie ma allo stesso tempo dà una certa sensazione di freschezza. Ci tengo a mettere subito in chiaro una cosa, però: questo non è un vero e proprio reboot della serie. Anche se per mesi le informazioni intorno al titolo hanno portato a credere che in qualche modo Mortal Kombat sarebbe “ripartito da zero”, le cose non stanno esattamente così. Questo per precisare che occorre una certa conoscenza degli eventi precedenti per comprendere appieno quello che succede qui.
La storia di MK1 si ricollega in maniera diretta alla fine del DLC Aftermath di MK11. Liu Kang è diventato il custode supremo del tempo, e poiché le minacce degli altri regni e la continua guerra non sembravano avere una soluzione, ha deciso di riscrivere totalmente la linea temporale e i destini dei personaggi coinvolti. Così facendo, le minacce più grosse (i malvagi Shang Tsung e Quan Chi per primi) sono state costrette a un destino di povertà e miseria. La soluzione scelta da Liu Kang sembrava la più giusta, e per secoli infatti i vari regni sono riusciti a convivere senza guerre, portando il sovrano a rinunciare al suo ruolo per dedicarsi a quello di semplice protettore della Terra (diventando praticamente il nuovo Raiden). Ovviamente, giocare con le linee temporali non porta mai niente di buono, e le conseguenze delle azioni di Liu Kang si fanno ben presto letali, dando il via a un nuovo ciclo che però non abbandona le tragedie dei precedenti.
Il capitolo è ricco di sorprese che chiaramente eviterò di spoilerarvi, ma per concludere il discorso vi basti sapere che questa nuova linea temporale si concentrerà nel dare nuove prospettive alle origini di tantissimi personaggi storici. Ovviamente la mancanza di qualcuno si farà sentire, ma il tutto è stato giustificato da una caratterizzazione più approfondita, con ogni backstory che assume un senso decisamente superiore rispetto al passato. A mani basse, siamo di fronte a una delle storie meglio raccontate in un picchiaduro, nonché una delle più belle di Mortal Kombat. Inoltre tra scene e riferimenti vari ci viene fatto capire che nessun reboot di MK è stato davvero effettivo, ma tutto ha avuto una sua continuità.
È sorprendente vedere come NetherRealm sia riuscita a dare un senso di “chiusura del cerchio” risultando sempre fresca nelle idee. Quindi anche se normalmente non amate i picchiaduro ma vi appassionano le belle storie, Mortal Kombat 1 potrebbe stupirvi, e non poco. Lo consiglierei con qualche riserva a chi non ha mai giocato i precedenti, ma tutto sommato la narrazione di per sé si lascia seguire senza tantissime pretese.
Anche se mi sono voluto soffermare un po’ sul comparto narrativo per elogiarne le qualità, naturalmente non è su questo che si incentra ogni picchiaduro che si rispetti. Ai veri appassionati di questo genere (a tratti estremamente tecnico) interessa solo e soltanto una cosa: il gameplay. Ebbene, da questo lato Mortal Kombat 1 rappresenta un passo avanti non indifferente per la serie, anche se a volte durante il cammino qualche storta la prende. Ma andiamo con ordine: quali sono essenzialmente le novità? Sicuramente una da segnalare fin da subito è la presenza del sistema Kameo, una nuova meccanica di gioco che praticamente va a sostituire le varie interazioni ambientali viste nei capitoli precedenti, in favore di un sistema di “assist”.
All’inizio di ogni incontro potremo scegliere da un roster secondario un personaggio che ci sarà da aiuto durante i combattimenti, e questo ci darà non solo modo di avere degli attacchi in più, ma anche di creare delle combo extender ancora più vaste e devastanti rispetto ai capitoli precedenti. Inoltre, il sistema Kameo servirà sia da combo extender che da ender, a differenza del sistema delle interazioni ambientali che era solo un combo ender con poca “tattica” dietro. Per questo motivo, Mortal Kombat 1 si rivela decisamente più tattico nella scelta dei personaggi e l’input delle combo, aprendo infinite possibilità al giocatore.
Un altro cambiamento da sottolineare è la velocità di gioco superiore a quella del capitolo precedente. Pur utilizzando l’impianto di Injustice, che di base non può offrire una grandissima fluidità delle azioni, MK1 è drasticamente più veloce di MK11, e questa cosa in un gioco basato sul “dial-up input” delle combo (con il giocatore che deve premere velocemente una sequenza di tasti) rende il gameplay più dinamico e senza dubbio meno frustrante. Combinando questo a quanto detto prima sui Kameo, MK1 ricorda molto più il decimo capitolo, stessa cosa per il sistema dei meter che torna ad essere a tre segmenti. In MK11 avere due meter separati per attacco e difesa uccideva non poco la “tattica” di certi incontri, dal momento che il giocatore non era più spinto a gestirli in maniera oculata, come invece si torna a fare qui.
Per quanto riguarda l’accessibilità da parte di nuovi giocatori, anche questa volta Mortal Kombat presenta uno dei tutorial più ricchi e ben fatti nel suo genere. Esattamente come nei precedenti capitoli, il gioco tiene per mano chi si approccia per la prima volta alla serie insegnando loro ogni singolo trucco e strategia: dash cancel, chain, ender, e persino come sfruttare i frame delle azioni, con una scrupolosità rara. Manca però un sistema che dia la possibilità di utilizzare in maniera più semplice le meccaniche di gioco, magari con combo semplificate o prestabilite, pertanto se siete completamente nuovi al mondo dei picchiaduro sappiate che MK1 non sarà gentile con voi negli scontri.
Ma le vere pecche di Mortal Kombat 1 sono altre, a partire dalla modalità Invasioni: questa è letteralmente un misto tra la modalità Krypta e le Torri stagionali; la differenza sta nel fatto che il giocatore sfrutterà delle caratteristiche da “lite GDR” mentre esplorerà una serie di mondi tra incontri e sfide uniche. A quanto pare, Invasioni si aggiornerà ad ogni stagione (ogni 50 giorni circa) offrendo nuovi contenuti, tra cui nuovi boss e probabilmente anche nuove tipologie di incontri. Da un lato il concetto funziona e sa essere anche divertente, tuttavia la durata delle stagioni forse risulta un po’ troppo lunga per una modalità che ha circa 6 ore di contenuti in totale. A lungo andare quindi risulterà tutto molto ripetitivo, con il solo obiettivo di spingere il giocatore a grindare per contenuti in-game (skin, colori, oggetti vari e via dicendo). Niente di irrisolvibile, ma da una delle modalità “fulcro” del titolo mi sarei aspettato di meglio.
Un’altra criticità da non sottovalutare risiede nel netcode, che risulta a dir poco caotico: nella mia serie di incontri online mi sono imbattuto svariate volte in pesanti lag e cali di frame senza senso. In aggiunta, quasi tutto il gioco si basa su delle componenti che richiedono obbligatoriamente l’online (come ogni singola cosa sbloccabile), quindi se si vuole proseguire offline o comunque i server per qualche motivo diventano irraggiungibili, ci si ritrova con tutti i progressi persi. Ciò che proprio mal sopporto però è il modo in cui vengono proposte le microtransazioni, sia per la natura degli oggetti acquistabili che per il loro prezzo; ok che non influiscono sul gameplay e in parte sono sbloccabili anche solo giocando, ma in un gioco venduto a 70 (o più) euro è indecente mettere a pagamento contenuti che in passato si sarebbero trovati già inclusi. È irritante vedere quanto queste manovre ormai stiano diventano la norma.
Parlando del comparto tecnico invece mi fa piacere segnalare l’assenza di problemi di qualsiasi tipo, almeno nella versione PS5 da me provata. Il gioco mi è apparso perfettamente fluido e inchiodato a 60FPS, con un dettaglio grafico più che ottimo. Data la mole di effetti visivi usati da MK1 è rallegrante non subire fastidiosi rallentamenti o perdite di frame rate. Per quanto riguarda il comparto puramente grafico non siamo poi così lontani da MK11, ma si vede che c’è stata una cura approfondita per i modelli facciali e la densità poligonale.
Insomma, sul fronte visivo c’è davvero poco da criticare, peccato non poter dire la stessa cosa del comparto sonoro, dove il doppiaggio italiano è inconsistente e durante le cutscene sono molto frequenti dislivelli e desync che ammazzano il mood, e in un gioco che dà così importanza alla narrativa è un difetto non trascurabile. Al di là di questo però Mortal Kombat 1 è più che degno di essere definito un gioco next-gen (ormai current, ma ci siamo capiti).
Anche questa volta dunque NetherRealm Studios ha svolto il proprio lavoro in maniera eccellente. Mortal Kombat 1 riprende tutti i punti di forza dei precedenti capitoli, sistemando le debolezze del gameplay e introducendo nuove meccaniche in grado di apportare un’ulteriore evoluzione. Non sarà perfetto a livello di netcode e accessibilità, ma considerando la qualità della storia e il divertimento offerto dal gameplay, siamo di fronte a uno dei picchiaduro più belli di sempre. Se siete fan della serie o amate semplicemente il genere, Mortal Kombat 1 non può assolutamente mancare nella vostra collezione.
Un ringraziamento speciale a WB Games
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