La Palude, pubblicato da Edizioni BD, è un volume scritto da Michele Monteleone e disegnato da Freddie Tanto, con i colori di Francesco Segala, che raccoglie in forma ottimizzata e rimasterizzata per il cartaceo il fumetto già serializzato sulla piattaforma digitale Tacotoon.
Il racconto incarna tante ispirazioni, facendo emergere palesemente il bagaglio culturale dello sceneggiatore e le influenze che, direttamente o indirettamente, lo hanno accompagnato durante la stesura dell’opera. I protagonisti si muovono in un’ambientazione dark fantasy medievale, in cui non sembrano esistere fatine e folletti, ma ci sono terribili demoni che sconvolgono la vita degli esseri umani.
Leah è sola, spaventata, ma si deve fare coraggio. Anche se è solamente una ragazzina deve trasportare il demone Marbas, racchiuso in una lanterna, al centro della palude, fino a un pozzo che (si dice) sia il posto ideale dove gettare un demone per farlo morire per sempre (altrimenti possiederà di volta in volta la forma di vita più vicina). Il cammino è lungo, sconosciuto, e Leah ha solo una specie di mappa inaffidabile a farle da guida. Al suo fianco, a darle coraggio, una spada grande e pesante quanto lei, tutto ciò che la può difendere dalle varie insidie insieme a un piccolo pugnale.
Nessuno torna dalla palude, nessuno racconta della palude, di come sia fatta e dei pericoli che la popolano. Leah non aveva praticamente nessuno nel suo paesino, a eccezione di un uomo, Ruthgar, morto proprio nello scontro con Marabas. Ora è ancora più sola e con lei c’è soltanto Marabas, che le sussurra all’orecchio a ogni passo, pronto a farla vacillare, a insinuare in lei il dubbio e farle rivivere il dolore della morte di Ruthgar.
I personaggi emergono tramite le loro azioni e i flashback dato che agiscono in una finestra temporale molto ridotta. Proprio per questo motivo, emergono più come caratteri spiccati che come personaggi sfacciati nella loro interezza, a eccezion fatta della protagonista, Leah: lei è l’unica che mostra una reale profondità caratteriale e, soprattutto, un’evoluzione emotiva. Difatti, è importante dire che il viaggio che Leah compie è anche un viaggio figurato, attraverso sé stessa, guidata dai ricordi rievocati da Marabas, che la portano a una vera e propria evoluzione e una diversa percezione di sé.
In La Palude il comparto artistico trova la perfetta espressione fra disegno e colori: Freddie Tanto e Francesco Segala insieme danno vita a una profondità che in alcuni momenti ricorda un Mignola moderno, per i livelli che costituiscono le singole vignette, il modo in cui i personaggi di stagliano rispetto allo sfondo e il contrasto che si ha fra quest’ultimo e l’azione. Questo avviene nei momenti in cui i personaggi e gli elementi interessati emergono, mentre lo sfondo scompare completamente diventando di un colore che si pone in contrasto, spesso non coerente con quello che dovrebbe avere.
La composizione delle vignette, il riempimento delle stesse, il bilanciamento e l’equilibrio estetico non solo sono ben rispettati, ma hanno ogni tanto un tocco cinematografico, con quelli che potremmo quasi definire primi piani e dettagli, dove i protagonisti vengono visti con dei tagli peculiari. In tal senso si presta particolarmente bene Marabas, perché trovandosi all’interno di un contenitore può essere adagiato ovunque e di conseguenza il suo punto di vista è molto variabile. I colori non si focalizzano sulle tinte esclusivamente tetre, nonostante l’ambiente sembri suggerire questa prima scelta, ma si alternano, dando modo al lettore di assistere a dei giochi di luce; una gioia per gli occhi, specialmente quando poi intervengono i flashback.
La Palude è una storia che può sorprendere, ma pecca a livello di ritmo e di novità. Le premesse, sebbene ovviamente non si abbia la certezza di dove la storia andrà a parare, rischiano di portare i lettori più appassionati (e anche i cinefili) ad azzardare, se non proprio indovinare, il finale. Nonostante quindi manchi un po’ l’effetto sorpresa, forse perché Monteleone non si è voluto sbilanciare troppo, la storia rimane estremamente godibile.
La Palude si fa leggere e apprezzare per la trama ma soprattutto per l’impatto visivo. I lettori più appassionati infatti si soffermeranno sulle varie tavole per cogliere ogni minimo particolare nelle espressioni dei personaggi, ogni piccola sfumatura nei colori. In generale è un fumetto promosso, che lascia soddisfatti dall’inizio alla fine ma che avrebbe potuto premere di più sull’acceleratore. In un’epoca dove purtroppo quasi tutto è stato narrato, bisogna sempre pensare “oltre”, osare un pochino di più.
Un ringraziamento speciale a Edizioni BD
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