Dream Scenario, un delirio onirico tra meme e cancel culture

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Secondo il sottoscritto e tanti altri appassionati di cinema, nel 2018 ha avuto inizio il “Rinascimento di Nicolas Cage”, un grande attore che non ha bisogno di presentazioni. La sua carriera, caratterizzata da forti alti e bassi, sta attraversando un nuovo periodo d’oro grazie a film come Mandy, Il colore venuto dallo spazio, Prisoners of the Ghostland, Pig, Il talento di Mr. C e Renfield; questi successi di pubblico e critica hanno permesso alla star di riconquistare l’onore perduto. Un cambio di rotta che non è sfuggito agli occhi vigili della tanto sapiente quanto ormai rinomata A24 che, insieme a un lungimirante Ari Aster (HereditaryMidsommarBeau ha paura) in veste di produttore, ha deciso di portare nelle sale una commedia nera abbastanza inusuale con Nic Cage come protagonista: Dream Scenario.

Scritto e diretto dal giovane e talentuoso regista norvegese Kristoffer Borgli, già autore dell’interessantissimo Sick of Myself, questo lungometraggio necessita di essere opportunamente contestualizzato: si tratta infatti di una personale interpretazione di una celebre leggenda metropolitana – evolutasi talvolta in creepypasta – nota come This Man o Ever Dream This Man?, un mito di Internet che ciclicamente fa il suo ritorno sui social attraverso i meme. Chi è all’oscuro di questa storia può informarsi in molti modi, sia attraverso il sito thisman.org, sia consultando Wikipedia o Know Your Meme.

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In sintesi, la suddetta leggenda racconta di uno strano individuo senza nome che, a partire dal 2006, ha cominciato a invadere i sogni di migliaia di persone. Nonostante le molteplici testimonianze, il soggetto non è mai stato identificato nel mondo reale. A terrorizzare i più, ovviamente, sono le voci di corridoio: si dice che la sua apparizione sia presagio di morte e sventura. Fortunatamente per tutti, questa simpatica storiella non è altro che una bufala costruita ad arte, o meglio, una campagna di guerrilla marketing dell’agenzia pubblicitaria del sociologo italiano Andrea Natella.

Quest’ultimo ha ammesso di essersi ispirato al concetto di invasione onirica che aveva riscontrato in alcuni film e libri. Il suo obiettivo è stato quindi quello di esplorare la capacità che il web ha di creare e diffondere leggende metropolitane e miti collettivi. Tutto ciò viene esposto perfettamente anche da Borgli, in una pellicola che ha le carte in regola per diventare un piccolo fenomeno cinematografico, cosa che noi della redazione di Nerdevil abbiamo constatato insieme a Franco Dassisti de La Rosa Purpurea, durante una delle ultime puntate di Nerdevilate.

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Partendo da queste basi, la trama di Dream Scenario non può che essere assai semplice, proprio come il suo personaggio principale: Paul Matthews. Quest’ultimo è un professore e ricercatore universitario specializzato in zoologia che da anni tenta di pubblicare, senza successo, un libro per condividere le sue scoperte nel campo della biologia e dell’evoluzionismo. È il classico signor nessuno in piena crisi di mezza età, noioso e per certi versi inetto. La sua esistenza, tuttavia, subisce una svolta radicale quando gli studenti e le persone a lui vicine gli confessano di fare sempre più spesso sogni buffi e paradossali dove appare senza alcun motivo. Gli incubi smettono subito di essere casi isolati e si diffondono a macchia d’olio; Paul viene travolto improvvisamente dalla fama: diventa un meme virale e si convince di essere unico e speciale. Ringalluzzito da questo “dono” del destino, cerca quindi di sfruttare l’inaspettato successo per emanciparsi e cambiare vita.

Inizialmente tutto sembra andare a gonfie vele per il professore: gli studenti lo trattano come una star, la moglie Janet (Julianne Nicholson) – per quanto sia inusuale dirlo – è attratta sessualmente dal fatto che sempre più gente lo sogni e un’importante agenzia di marketing chiamata Thoughts – guidata da un certo Trent (Michael Cera) – vorrebbe investire centinaia di dollari sulla sua immagine. Purtroppo però questo fenomeno onirico non impiega molto a rivelare i suoi risvolti più negativi: gli effetti collaterali e imprevedibili della popolarità vengono a galla dapprima sotto forma di atti di fanatismo o scomode avances da parte di Molly (Dylan Gelula) – una giovane e attraente assistente di Trent – e in seguito tutto peggiora per colpa di incubi sempre più violenti e scabrosi da parte della gente. Paul, suo malgrado, diventa un novello Freddy Krueger e il film – complice anche l’ottimo montaggio a cura del regista stesso – si scinde tra realtà e sogno. Cosa è reale e cosa no?

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Freddy Krueger chi?

Il protagonista capisce presto che rimanere fuori dai riflettori potrebbe salvare la sua carriera così come la vita dei suoi cari, dal momento che l’effetto domino che non riesce a controllare porta chiunque a pensare, erroneamente, che lui sia una persona violenta anche nella vita vera e non solo nel mondo dei sogni dove, a sua insaputa, si trasforma in una minaccia. In altre parole, Paul Matthews cade vittima della cancel culture: basandosi sul nulla, o peggio, su accuse infondate, i suoi vecchi “fan” tentano di eliminarlo virtualmente e fisicamente. La gente impazza sui social e chiunque – dai boomer alla Gen Z – promuove odio; accampare scuse è del tutto inutile, perché vengono viste come mosse egoiste e opportuniste. Tutto ciò è il cuore pulsante di Dream Scenario: una critica accesissima alla società e alla cultura contemporanee che ci rendono perennemente iperconnessi, nel bene ma soprattutto nel male. L’idea di un inconscio collettivo – elaborata da Carl Jung – è ormai realtà, dato che si vive continuamente “l’uno nella mente dell’altro”, proprio grazie alla sopramenzionata iperconnessione di cui ovviamente il capitalismo si approfitta all’istante, cosa che il finale racconta molto bene.

Cosa sono i sogni? Sono forse psicosi a livello sociale? La viralità cosa genera nelle persone? Nel porci questi quesiti, Kristoffer Borgli attinge dal già citato Sick of Myself per operare un’interessante variazione sul tema: in fondo anche il personaggio interpretato da Nicolas Cage è perennemente al centro dell’attenzione e alle prese con il suo narcisismo latente. Non sorprende quindi che il lungometraggio sia protagonista-centrico: Paul, proprio come il Beau di Ari Aster, è inserito in vicende più grandi di lui e fatica a gestirle perché completamente e comicamente indifeso.

A proposito di comicità, Cage dona nuovamente agli spettatori una performance notevole: apparendo nei sogni più disparati, genera siparietti esilaranti e uncanny, resi ancor più divertenti dal suo essere costantemente fuori luogo in ogni situazione. Il pubblico si trova così in una bizzarra posizione: dovrebbe aver paura dell’operato di Paul negli incubi della gente, ma non riesce a smettere di ridere pensando a quanto è strambo come personaggio. Stilisticamente, insomma, ci si trova dinnanzi a una parodia – voluta o meno – del filone di horror nato con Nightmare di Wes Craven.

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Per quanto riguarda il lato tecnico, Borgli gira con una macchina da presa Arriflex 416 Plus, in pellicola Super 16 della Kodak, attrezzatura che ha dotato il film di quell’estetica granulosa e vagamente retrò che piace tanto ai cinefili e (diciamolo) alla A24 stessa. La direzione della fotografia di Benjamin Loeb (MandySick of Myself) fa poi il suo lavoro per rendere il tutto caldo e pastoso, così come più algido quando si viaggia nel mondo onirico. La regia è posata ma non rinuncia a guizzi postmoderni, come rapidissimi flash e scene di pochi frame che trasmettono a dovere le atmosfere ansiogene del racconto, una storia in cui il confine tra verità e delirio onirico è assai labile.

Nei suoi 102 minuti di durata, Dream Scenario si dimostra un esperimento fresco e riuscito che affronta tanti temi delicati della contemporaneità attraverso un mezzo poco usato, quello della leggenda metropolitana, il che può essere solo un grande pregio. Forte di un ritmo sostenuto e di una comicità per certi versi inedita che scava su più livelli – prendendo a piene mani dalla cultura di Internet ed evitandone agilmente i cliché – quest’ultimo film con il buon vecchio Nicolas Cage saprà entrare nei cuori di tutte le generazioni. Attenti però a non sognarvelo la notte.

Sin da quando, da adolescente, lavoravo in una videoteca in una piccola cittadina norvegese, avevo la percezione che ciò che si vedeva nei film fosse molto diverso dall’ambiente che mi circondava. Il contesto in cui vivevo non mi era di alcuna ispirazione, ma ricordo che pensai che c’era un luogo in cui puoi andare in qualunque momento, un luogo sempre emozionante: il mondo dei sogni – Kristoffer Borgli

Nefasto Articoli
Videogiocatore incallito, cinefilo dalla nascita, attore di teatro e batterista da diversi anni. Adoro approfondire qualsiasi cosa abbia a che fare con l'arte e l'audiovisivo: è difficile fermarmi quando inizio a scrivere o a parlare focosamente di ciò che amo.

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