Cosa succederebbe se il mondo finisse ma voi veniste risparmiati?
Un vostro amico organizza una vacanza in una splendida casa affacciata su di un lago e immersa in un incantevole bosco. È una vacanza gratuita e vi è stato promesso che rivedrete amici che non incontrate da anni. Se siete dei millenial come me, è probabile che la vostra prima reazione sia “mi piacerebbe ma devo…” per poi inventare una scusa e continuare ad affrontare le ansie di tutti i giorni. Ma se siete dei millenial come me sapete anche cosa voglia dire trovarsi in quel punto della propria vita in cui sembra che tutti si stiano allontanando da voi, chi per motivi di lavoro, chi per motivi di famiglia, chi a causa di un trasferimento all’estero.
Non sorprende quindi che i dieci protagonisti di The Nice House on the Lake si lascino convincere e seguano il loro amico Walter. Ognuno di loro ha una relazione strana con Walter, che verrà rivelata nel corso della storia, ma nessuno lo considera pericoloso. Magari sembra solo un po’ particolare, specie quando pone la domanda “secondo voi come finirà il mondo?”
Walter è timido, introverso e attaccato ai suoi amici… ma è anche un’entità aliena che ha partecipato all’eliminazione della razza umana. Nel giro di poche pagine, gli amici di Walter si rendono conto di essere stati manipolati e la casetta sul lago si rivela essere più una prigione che una località di vacanza. Questa è la premessa di The Nice House on the Lake, una delle ultime opere realizzate da James Tynion IV e Alvaro Martinez Bueno: un fumetto horror vincitore di ben due Eisner Award e acclamato dalla critica.
Sarò sincera: vorrei poterlo acclamare anche io. Lo vorrei di tutto cuore, sia perché odio fare la bastian contraria sia perché, quando avevo iniziato a leggerlo, mi aveva davvero incuriosita. James Tynion IV è anche un autore di tutto rispetto, capace di sfornare storie come Something is killing the children, The Sandman Universe: Nightmare Country o W0rldtr33. Il problema è che, con il passare delle pagine, ho finito per chiedermi dove fosse l’orrore. Pensateci un attimo: una razza aliena ha ridotto gli esseri umani a cumuli di carne liquefatta e urlante ma il vostro amico alieno ha deciso di salvarvi, ficcarvi in una località di villeggiatura che mai avreste potuto permettervi, garantirvi una salute impeccabile (non male se siete americani), darvi ogni giorno tutto quel che desiderate (con poche eccezioni) e farvi stare in compagnia di altre nove persone che tollerate (o addirittura amate). Parecchia gente a cui tenevate è morta, magari avete un PTSD grosso come una casa ma, ammettiamolo, poteva andarvi peggio.
Inoltre, se escludiamo la fugace apparizione di altri due alieni, Walter è l’unico villain della storia e non mette questa incredibile paura. Ha tradito i suoi amici, li ha manipolati e ha contribuito a distruggere il mondo, ma è anche impacciato, non sa come affrontare le cose, vorrebbe essere amato e ama a sua volta i protagonisti. Averlo come amico non è di certo il massimo ma, anche in questo caso, poteva andare peggio. Non è un genio del male né un serial killer, né tantomeno una sorta di entità lovecraftiana: piuttosto, è un alieno al suo primo giorno di lavoro.
Proviamo a parlare di altri due aspetti che dovrebbero caratterizzare questo fumetto: l’elemento body horror e quello post-apocalittico. Il primo è presente quando scopriamo la forma non umana di Walter, quando i dieci sopravvissuti hanno uno scorcio di quel che è successo nel mondo e quando scoprono di non avere il controllo del proprio corpo. Sarò sincera: non mi aspettavo Cronenberg ma sono rimasta comunque delusa.
L’elemento post-apocalittico invece è già più visibile: le copertine evocano situazioni raccapriccianti miste a scene di vita quotidiana e all’inizio di ogni capitolo uno dei sopravvissuti si trova in mezzo a un paesaggio devastato, spesso in fiamme. Peccato che le copertine non rispecchino quel che accade nella storia, e che le scene post-apocalittiche in cui si trovano i personaggi siano solo una sorta di teaser di quel che dovrebbe accadere nel secondo arco narrativo.
Infatti, a dispetto della sua natura apparentemente autoconclusiva (si tratta di un’opera in 2 volumi, pubblicata tra il 2021 e il 2023), The Nice House on the Lake ci lascia con un finale aperto, un sacco di interrogativi e l’amaro in bocca. C’è solo il vago sentore dell’apocalisse promessa all’inizio di ogni capitolo e, in più di 300 pagine di fumetto, i dieci sopravvissuti si confrontano solo con il tradimento di Walter e con la propria (comprensibile) instabilità emotiva.
Per quanto ci abbia provato e per quanto io possa apprezzare le altre opere di James Tynion IV, non sono riuscita davvero ad apprezzare The Nice House on the Lake. Mea culpa, specie considerando che i pregi non mancano: i personaggi sono intriganti e ben caratterizzati, i disegni sono una gioia per gli occhi, le copertine sono davvero evocative e, se siete appassionati di architettura, vi innamorerete della “casetta” e dei suoi disegni preparatori. Se però vi aspettate un capolavoro del fumetto horror, devo consigliarvi di guardare altrove.
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