10 deliziosi motivi per guardare Dungeon Food

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Con l’episodio 24 si è da poco conclusa su Netflix la prima stagione di Dungeon Food (anche noto come Delicious in Dungeon o Dungeon Meshi), anime tratto dall’omonimo manga di Ryoko Kuo e realizzato dal rinomato Studio Trigger (Cyberpunk: Edgerunners, BNA). Io l’ho iniziato completamente a scatola chiusa, giusto perché mi sembrava qualcosa di leggero da poter guardare (non a caso) durante i pasti, e mi ha appassionato più del previsto: per settimane ogni giovedì non ho aspettato altro!

Questo mi ha spinto anche a volerne parlare qui su Nerdevil, ma un po’ per la visione dilatata nel tempo, un po’ per la sensazione di non avere poi moltissimo da dire, non mi sentivo granché di farlo con una classica recensione. La mia idea in fondo era solo quella di consigliarvi la serie perché secondo me merita di essere vista, e allora in linea con il suo spirito leggero e mangereccio vi propongo semplicemente dei buoni motivi per non perdervela, una lista di 10 portate che spero riusciranno a ingolosirvi.

Bene, annodate i tovaglioli: si comincia!

ANTIPASTI FREDDI

Un fantasy dalla premessa insolita

dungeon food fungo

Dungeon Food riprende tutti gli elementi tipici di un gioco di ruolo fantasy, presentandoci un party formato da membri di razze diverse che deve avventurarsi nell’esplorazione di un dungeon, ponendosi però anche un quesito fondamentale: cosa mangiare? Infatti il viaggio è lungo e faticoso, ed è importante nutrirsi a sufficienza per mantenersi in forze e sopravvivere, ma le provviste bastano fino a un certo punto, o come nel caso degli squattrinati protagonisti mancano del tutto. Allora la premessa della serie è: mangiamo i mostri. Se lo slogan dei Pokémon è “Acchiappali tutti!”, per Dungeon Food potrebbe tranquillamente essere “Mangiali tutti!”. L’idea potrebbe sembrare fin troppo semplice e stupida, ma fidatevi: è portata avanti in maniera intelligente.

ANTIPASTI CALDI

Sconfiggere il drago, ma perché?

dungeon food drago rosso

Un dungeon non è di certo una località turistica: chi ci si avventura lo fa con un obiettivo ben preciso, spesso puntando alla ricchezza o la gloria. L’obiettivo perseguito dai protagonisti invece è strettamente personale: recuperare una compagna rimasta nel dungeon dalla missione precedente, dopo la rovinosa sconfitta subita per mano dello spaventoso Drago Rosso. Dunque sì, tra le altre cose ritroviamo il cliché di dover sconfiggere il drago, ma in realtà vengono un po’ rimescolate le carte in tavola, e vi dirò di più: il drago non è neanche il boss finale. La vera minaccia infatti è rappresentata dal misterioso Stregone Folle, colui che ha generato il dungeon stesso.

MINESTRA

Personaggi che conquistano

dungeon food personaggi

Tra i motivi per cui guardare Dungeon Food ci sono indubbiamente i personaggi, tutti caratterizzati benissimo, con personalità nelle quali gli spettatori possono facilmente rispecchiarsi. Ci si affeziona presto a loro e non è un caso che ormai siano oggetto di centinaia di fan art che li omaggiano.

  • Laios: umano, guerriero. È estremamente affascinato dai mostri, per non dire ossessionato. Vuole sapere tutto di loro, soprattutto che sapore hanno. Questo suo interesse lo fa sembrare strambo e dà luogo a numerose situazioni esilaranti, però si dimostra anche un buon leader, empatico e quando vuole anche brillante.
  • Marcille: mezzelfa, maga. Di base è una guaritrice, ma ha una conoscenza della magia più approfondita di quel che potrebbe sembrare, ed è capace anche di farsi valere in battaglia nonché aiutare il party a superare insidiosi ostacoli. Sensibile e buffa, è sempre la più riluttante all’idea di mangiare i mostri, cosa che la pone all’opposto di Laios creando simpatici siparietti. In mancanza di altro però è costretta a mangiarli, e puntualmente rimane sorpresa dal fatto che siano buoni.
  • Chilchuck: halfling, ladro. La sua natura di mezzuomo lo fa sembrare un bambino, ma in realtà ha quasi trent’anni. Praticamente inutile in battaglia, ma le sue abilità sono fondamentali per avanzare e sopravvivere all’interno del dungeon: è in grado di scassinare serrature, disattivare trappole, trovare passaggi nascosti, e in generale individuare prima di tutti determinati pericoli che si annidano nel dungeon. È molto razionale, il che alle volte lo fa apparire distaccato, ma in realtà ci tiene molto ai suoi compagni.
  • Senshi: nano, ranger. Ha l’aspetto di un classico barbaro, ma è troppo gentile e raffinato per essere definito davvero tale. Inizialmente è da solo e si unisce al party di Laios, Marcille e Chilchuck incontrandoli direttamente nel dungeon. Per costituzione è naturalmente portato al combattimento, ma la sua vera vocazione è la cucina: non solo sa come cucinare i mostri, ma lo fa anche in maniera sopraffina curando molto l’equilibrio tra i sapori e l’apporto di nutrienti, assicurandosi così che tutto il party si mantenga in forze.
  • Izutsumi: umana/bestia, ninja. Lei si unisce al party molto avanti nella stagione, dalla puntata 19, per questo sarò più breve. Sappiate solo che di base è umana, ma ha le sembianze e il comportamento di un gatto perché colpita da una maledizione, per la quale cerca impazientemente una soluzione.

PRIMO

Piatti instagrammabili

dungeon food piatto

Fin dal primo episodio, un aspetto di Dungeon Food che colpisce particolarmente è la preparazione dei piatti. Ogni passaggio viene spiegato con dovizia di particolari e sorprende l’originalità con cui vengono realizzate pietanze impensabili per il contesto: oltre ai più prevedibili arrosti e stufati, vediamo gelati, ravioli, pizze, risotti… Anche visivamente questi momenti sono una gioia per gli occhi, con animazioni fluide e una presentazione finale dei piatti molto aesthetic, curata dall’artista Momiji Mao. Viene quasi voglia di essere davvero lì a mangiare insieme ai protagonisti.

SECONDO

Mangiando si impara

dungeon food armatura vivente

L’insolita strategia di sopravvivenza adottata dai protagonisti permette loro non solo di avanzare nella quest senza soffrire i morsi della fame, e dunque avere abbastanza forze per affrontare i pericoli che incontrano lungo la strada, ma anche di imparare molte nuove cose sui mostri e sul dungeon stesso. Ad esempio hanno modo di conoscere meglio l’anatomia dei mostri e di conseguenza i loro punti deboli, oppure scoprono che fenomeni che prima sembravano genericamente frutto della magia hanno invece una spiegazione più concreta. In più apprendono che (proprio come nel mondo esterno) all’interno del dungeon vige un ecosistema con i suoi equilibri. Tutto questo dà loro una marcia in più rispetto agli altri avventurieri, meno consapevoli di ciò che li circonda.

CONTORNO

Un worldbuilding sfizioso

dungeon food anime agnello vegetale

Man mano che ci si addentra nella storia, il worldbuilding si fa sempre più interessante. Un po’ alla volta scopriamo i livelli dei quali si compone il dungeon, il ruolo del mana al suo interno, alcune piccole popolazioni che lo abitano e il già accennato ecosistema, che se destabilizzato ad esempio può portare i mostri più feroci ad avvicinarsi alla superficie. Ma ci sono anche gli altri avventurieri, che invece ci danno ulteriori dettagli sul mondo esterno. Specialmente più in là nella stagione poi viene approfondita la questione delle varie razze, con le loro peculiarità e il loro diverso modo di percepire lo scorrere del tempo a seconda dell’aspettativa di vita, un dettaglio che mi ha affascinato particolarmente per il modo in cui è stato posto. Quello che si va a formare insomma è un mondo vivo, ricco e credibile nelle sue logiche.

FRUTTA

Risate in abbondanza

dungeon food vestito rana

Per rimanere in tema, questa serie mi ha fatto ridere di gusto per quasi tutto il tempo. Le dinamiche tra in protagonisti sono esilaranti, con Laios pazzo criminale che vorrebbe mangiarsi anche i sassi del dungeon, Senshi che pur pacatamente lo spalleggia pensando subito alle ricette più adatte, Marcille perennemente disgustata dalle loro idee, Chilchuck rassegnato come un papà a una festa di bambini urlanti e Izutsumi che in quanto gatta vuole fare solo quello che le dice la testa. Per non parlare di momenti assurdi e altamente memabili, come il superamento di ostacoli in maniera improbabile o l’entrata in gioco di versioni alternative dei protagonisti. Dungeon Food è una serie che sa come mettere il buonumore, attraverso sia l’abbondante comicità che la preparazione di bellissimi piatti (due cose che spesso sono anche correlate).

DOLCE

L’importanza dei legami

dungeon food amicizia

Nella storia di Dungeon Food sono elementi fondamentali l’amore fraterno, le amicizie e più in generale i legami tra le persone. Viene rappresentato un mondo in cui i party che si avventurano nel dungeon sono tenuti insieme principalmente da interessi economici, il che ha anche senso considerando i rischi, ma allo stesso tempo si tratta di legami blandi, subito pronti a sfaldarsi quando viene meno l’unico interesse in comune. Il party di Laios invece riesce ad arrivare lontano anche perché dalla sua, oltre alla capacità di procacciarsi il cibo nel dungeon, ha una motivazione profonda come salvare una persona cara da morte certa, e un affetto reciproco per cui nessuno (neanche chi sembra più disinteressato) è disposto a lasciare indietro gli altri.

CAFFÈ

Il lato amaro di Dungeon Food

dungeon food teschio sangue

Fin qui ho parlato di risate, buonumore e buoni sentimenti, ma in realtà la serie ha anche momenti molto seri e cupi, e non si risparmia certo con la violenza o i dettagli più crudi. Nulla che venga mostrato in maniera gratuita, però: semplicemente non ci sono censure ad ammorbidire il tutto, quindi in battaglia non mancano sangue e arti mozzati, e si parla di morte arrivando anche a una scena particolarmente macabra. Nelle scene di cucina poi i mostri subiscono realisticamente certe preparazioni per poter essere mangiati, ma sempre senza infierire, perché chiaramente l’obiettivo non è quello di scioccare o disgustare lo spettatore. Il bello della serie sta anche in questo suo contrasto tra dolce e amaro, tra comicità e serietà, che trova sempre un’ottima contestualizzazione.

AMMAZZACAFFÈ

L’appetito vien guardando

dungeon food stregone folle

Attraverso questi primi 24 episodi vengono centellinati un po’ alla volta misteri, profezie e backstory dei personaggi lasciando una gran voglia di saperne di più. Infatti rimangono ancora diverse questioni da risolvere o sulle quali far luce, così come nuovi mostri da scoprire e gustosi piatti da mangiare con gli occhi. Dungeon Food trova sempre un modo per stupire e incuriosire, tenendo costantemente viva l’attenzione, motivo per cui finita la prima stagione ci si sente già pronti per ricominciare. Ma come a tavola non bisogna avere fretta: mentre noi digeriamo, lasciamo allo Studio Trigger il tempo di cuocere a puntino i nuovi episodi. Se poi l’acquolina in bocca è inarrestabile, c’è sempre il manga!

RocketSimoon Articoli
Appassionato di film e videogiochi da quando c'erano ancora videocassette e floppy disk, da meno tempo anche di serie tv. Sono curioso per natura e per questo non specializzato in un unico genere, ma tendo a preferire horror, thriller e azione.

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