Chiudete gli occhi un secondo, fate un bel respiro e cercate di realizzare che ormai sono passati ben 17 anni dall’ultimo Budokai Tenkaichi, un periodo talmente lungo da aver già visto susseguirsi tre generazioni di console, assieme a una serie di eventi in grado di cambiare per sempre il panorama dei giochi di combattimento. I giocatori (soprattutto quelli più nostalgici) però non hanno smesso di chiedere a gran voce un ritorno della serie, meglio nota come Sparking! in Giappone, e pur essendoci stati altri altri giochi di Dragon Ball si sentiva la mancanza di un vero e proprio erede. Ecco che quindi Bandai Namco ha finalmente deciso di raccogliere le sfere del drago per far risorgere la serie sulle piattaforme moderne, ma anziché proporre i vecchi titoli con una bella tirata a lucido come spesso accade, ha affidato a Spike Chunsoft il compito di svilupparne uno tutto nuovo, chiamato Dragon Ball: Sparking! Zero.
Quindi in questa storia c’è un lieto fine? Bandai Namco e Spike Chunsoft hanno davvero riportato in vita un colosso o l’operazione è puro fanservice? Beh… il discorso è leggermente più complesso di quello che si potrebbe pensare. Partiamo dal fatto che in questi lunghi anni, come già accennato, Dragon Ball è rimasto una costante non indifferente nel panorama videoludico: nel giro di praticamente due generazioni e mezza, siamo stati sommersi da giochi che hanno sfruttato la licenza dell’opera di Akira Toriyama. Basti vedere come, già sulle console di attuale generazione, Sparking! Zero compreso si contino ben 4 titoli diversi. Creare un gioco davvero originale su questa IP ormai non è affatto facile, e proprio per questo Dragon Ball: Sparking! Zero brilla, ma non abbastanza da vivere di luce propria.
Qualche déjà-vu di troppo
Se avete alle spalle ore (per non dire giorni) sui vecchi Budokai Tenkaichi e siete rimasti affezionati a quei ricordi, forse sarete felici di sapere che Sparking! Zero non è altro che una naturale continuazione della serie. Infatti Spike Chunsoft qui ha semplicemente ripreso le vecchie meccaniche, limato qualche imperfezione ed espanso (forse anche troppo) i contenuti. Non siamo certamente di fronte a una rivoluzione, ma più a un timido passo avanti, e il problema principale sta proprio qui: il gioco sa parecchio di già visto. Sono consapevole del fatto che la licenza di Dragon Ball ormai sia stata spremuta in tutti i modi possibili e sia rimasto poco o niente da dire, tuttavia ritrovarsi dopo 17 anni con praticamente lo stesso identico gioco, che non sembra nemmeno aver imparato bene i trucchi del mestiere, è abbastanza deludente.
Dragon Ball: Sparking! Zero di per sé comunque non è affatto un brutto gioco. Spike Chunsoft non si distacca dai soliti arena fighter usciti in passato (come la serie Ultimate Ninja Storm di Naruto), con un risultato godibile per chi apprezza il genere. Al contrario, se siete giocatori più tecnici e competitivi questo non è un titolo che fa per voi: la sua natura estremamente button mashing e poco diversificata nelle combo rende l’esperienza di gioco troppo permissiva e poco bilanciata. Rispetto ai capitoli PS2, questa nuova iterazione però risulta discretamente più definita, migliorando i “perfect frame” dei counter e aggiungendo un sistema di parry direzionale per certe mosse. Peccato solo che le nuove meccaniche siano state introdotte apparentemente senza una logica precisa: il parry ad esempio risulta troppo casuale nell’esecuzione, e a distanza di svariate ore di gioco ancora non ho capito i frame in cui andrebbe fatto, perché pur avendo la sensazione di aver dato il giusto input il risultato è stato praticamente sempre un 50/50 tra successo e fallimento.
Questo a lungo andare è stato frustrante e mi ha fatto capire che Sparking! Zero non vuole essere equilibrato. Infatti anche molti scontri online si sono spesso conclusi grazie alla fortuna piuttosto che alle skill. Chi iniziava una chain aveva un vantaggio talmente grosso che difficilmente poteva essere recuperato. Questo squilibrio generale aumenta ancora di più nella campagna single-player, dove la CPU in alcuni casi sembra appositamente programmata per esasperare il giocatore. Picchi di difficoltà come questi c’erano anche nei vecchi Budokai Tenkaichi, è vero, ma ritrovarli senza motivo anche nel 2024 lo trovo abbastanza inaccettabile.
What is my destiny, fanservice?
Tornando a cose più positive, parliamo dei ricchi contenuti del gioco. Partendo dal roster, possiamo già notare la bellezza di 182 personaggi, che vanno a coprire quasi tutte le saghe di Dragon Ball includendo anche i film. Certo, va anche specificato che molti di questi personaggi vengono ripetuti più volte (come i vari Saiyan in tutte le loro forme), ma anche così siamo di fronte a un numero non indifferente di PG, destinati persino ad aumentare in futuro con i DLC.
A livello di modalità poi il gioco si difende più che bene. Tra tornei (online e offline), campagna per svariati personaggi, sbloccabili e così via, Sparking! Zero offre un bel po’ di ore di divertimento. Peccato solo per la campagna che purtroppo risulta davvero abbozzata e mal pensata: tolta la problematica della difficoltà generale menzionata prima, la storia è gestita in maniera pessima. Tantissimi scontri sono stati tagliati o pesantemente censurati, e ci si ritrova a fare salti temporali assurdi, dando troppo per scontato che il giocatore sia un fan accanito di Dragon Ball. Ci sarebbe anche la possibilità di compiere delle scelte per cambiare il percorso di una storia, ma a conti fatti queste si rivelano spesso inutili e incongruenti col resto, dal momento che ci si dovrà comunque attenere al percorso canonico per proseguire.
Spike Chunsoft evidentemente ha messo in secondo piano questi aspetti, concentrandosi più sulla quantità che sulla qualità. Anni fa avrei chiuso entrambi gli occhi di fronte a questi difetti ma oggigiorno, dopo anni di evoluzioni, affidarsi solo a una montagna di contenuti non basta.
Una scintilla che non divampa
Tecnicamente parlando Dragon Ball: Sparking! Zero è un titolo buono, presentandosi con dei modelli 3D dei personaggi molto curati e una serie di effetti visivi ben dettagliati. In più, per essere un titolo sviluppato in Unreal Engine 5, è sorprendete vedere quanto bene sia stato ottimizzato. Nella versione da me provata, ovvero quella Xbox, il gioco non ha mai subito rallentamenti o cali di frame rate, stando sempre inchiodato a 60 FPS anche nei momenti più tesi, senza perdite di dettagli. Probabilmente questo risultato è stato raggiunto grazie a un semplice compromesso, che consiste nel livello di dettaglio degli ambienti.
Infatti se sui modelli dei PG non trovo nulla da criticare, lo stesso non si può dire per le arene, che appaiono povere sia di dettagli che di possibilità di interazione. Non vorrei esagerare, ma forse non siamo tanto lontani da quanto visto su PS3 con Raging Blast 2 o Ultimate Tenkaichi. Sia chiaro, non sto dicendo che siamo di fronte a chissà quale tragedia, semplicemente il divario tra il livello di dettaglio dei personaggi e quello delle arene inevitabilmente stona, ma comunque preferisco avere modelli meno definiti e una maggiore stabilità del gioco piuttosto che il contrario (specialmente in questa tipologia di giochi).
Invece sul comparto audio non ho niente da dire, anzi, azzarderei che probabilmente è una delle componenti migliori del titolo. Tra doppiaggi (sia inglesi che giapponesi), effetti sonori e musiche, Sparking! Zero si rivela sublime. Se siete fan di Dragon Ball amerete ritrovare certe voci familiari, così come non potrete fare a meno di rimanere incantati da temi come quello principale del menu. In più la pulizia in termini di mix/master audio è a livelli altissimi, non creando mai confusione tra alcun suono presente nel gioco.
Dragon Ball: Sparking! Zero punta chiaramente a catturare i nostalgici e tutti quelli che vogliono un divertimento immediato senza badare troppo ai dettagli. Pur avendo una marea di contenuti, il gioco risulta poco rifinito in certi aspetti e potrebbe essere abbastanza proibitivo per chi non conosce a menadito l’opera di Toriyama. Se siete giocatori più tecnici o competitivi e non siete poi così affezionati a Dragon Ball, Sparking! Zero sicuramente non fa al vostro caso; se invece siete tra quelli che ricordano con gioia i pomeriggi passati su Italia 1 a guardare Goku trasformarsi per la centomilionesima volta in Super Saiyan, e le mazzate tra amici su Budokai Tenkaichi 2 e 3, allora non potete assolutamente perdervelo.
Un ringraziamento speciale a Bandai Namco
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