Legacy of Kain: Soul Reaver 1-2 Remastered, anche le leggende invecchiano (PS5)

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Avete presente quella strana sensazione che si prova quando, dopo tantissimo tempo, si torna in un posto dove si è cresciuti? Anche se dentro di noi siamo convinti che quel luogo non sia cambiato di una virgola, la dura realtà spesso ci colpisce e ci risveglia. I sentimenti dettati dalla nostalgia infatti spesso contrastano con la razionalità, portandoci a non avere una visione chiara delle cose.

Immaginate di tornare nella casa dei vostri nonni, ma loro ormai non ci sono più (sì lo so, triste come immagine): per quanto tutti i bei ricordi e le sensazioni risultino ancora vividi nella vostra mente, qualcosa manca, qualcosa che nel profondo inizia a darvi una visione più chiara sulla realtà che vi circonda. Insomma, quello che voglio dire con questo breve esempio è che dopo anni di affetto e bellissimi ricordi, tornare su Legacy of Kain: Soul Reaver 1 e 2 non è stato per niente facile. È sempre difficile rimanere obiettivi davanti a qualcosa che si è amato, ma sono proprio queste le esperienze che ci spingono a capire che, in fondo, siamo cresciuti anche noi.

Proprio per questo, vi confesso che la recensione di Legacy of Kain: Soul Reaver 1-2 Remastered per me è stata una delle più combattute, da un lato perché avevo a che fare con un cimelio della mia infanzia, che durante le ore più buie ha saputo tenermi per mano, dall’altro perché dovevo affrontare la dura verità, e fare il mio “dovere” con criterio e spirito critico. Non a caso valutare al meglio le avventure di Raziel mi ha richiesto più tempo del previsto (oltre che un’estrema pazienza), ma finalmente mi sento pronto a dire la mia, al di là di tutti i sentimentalismi.

Una storia invecchiata come il vino

soul reaver remastered storia

In passato, grazie alle piccole perle portate su PS1, la saga di Legacy of Kain si era conquistata una solida base di sostenitori, ma con il passare del tempo e gli avanzamenti tecnologici il franchise di Crystal Dynamics è andato perdendosi pian piano nei meandri del tempo. Non mi sorprende quindi vedere che una grossa fetta di giocatori oggi non conosce le avventure di Kain, Raziel e compagnia varia. L’ultimo chiodo nella bara è arrivato circa dieci anni fa con il progetto cancellato Dead Sun, del quale poi è stata salvata la modalità multiplayer facendone un gioco standalone chiamato Nosgoth, che a sua volta però ha avuto vita breve.

A causa di questa discesa nell’oblio, molti non sanno neanche che dietro buona parte dell’universo della saga c’è la mente di Amy Henning, la stessa che ha dato vita a giochi del calibro di Jak 3 e Uncharted, una garanzia per quel che riguarda il comparto narrativo. Ovviamente, parlando di una saga, è difficile esprimere il suo intero potenziale narrativo attraverso soli 2 capitoli, ma va detto che i Soul Reaver sono due storie determinanti all’interno del mondo di Legacy of Kain, che collegano in maniera perfetta tutti i titoli senza penalizzare chi non ha giocato il primo Blood Omen.

soul reaver remastered sotterranei

Soul Reaver infatti racconta la storia dal punto di vista di Raziel, uno dei principali luogotenenti vampiri di Kain (il protagonista del primo capitolo), brutalmente tradito da quest’ultimo. A primo impatto il motivo è pura invidia nei confronti di Raziel a cui, casualmente, spuntano un paio di grandi ali, diventano quindi più “evoluto” di lui. Kain dunque decide di buttare Raziel nell’abisso delle anime, ma così facendo dà vita a una serie di eventi che presto costeranno gli costeranno caro… o forse no?

Senza svelarvi di più, se siete nuovi a questo gioco, vi basti sapere che nonostante l’incipit in parte banale il racconto in profondità nasconde tante sfaccettature. Ad oggi, dopo tanti anni, mi sono ritrovato di nuovo immerso totalmente nella storia: si vede che dietro questo mondo c’è una mente capace di mettere al posto giusto ogni singola pedina. Dal punto di vista narrativo, quindi, i due Soul Reaver regalano ancora grandi soddisfazioni.

Un gameplay invecchiato come il latte

soul reaver remastered combattimento

Dove casca (anche abbastanza male) l’asino è la parte puramente ludica: con tutto l’amore per questa saga e nonostante le dovute migliorie, purtroppo Soul Reaver 1-2 Remastered rimane parecchio inchiodato al passato. Non fraintendetemi, perché Aspyr ha comunque ridato nuova vita a questi due giochi cercando di limare il più possibile un gameplay estremamente vecchio e legnoso, adottando come per Tomb Raider I–III Remastered un sistema di “controlli moderni”. Questo consiste grosso modo in movenze e animazioni dei personaggi più fluide, nonché più facili da comprendere e manovrare, ma si tratta di semplici limature che in fin dei conti non bastano.

È dura ammetterlo, ma i due giochi presenti in questa collezione difficilmente potevano essere rimodernati e resi accessibili senza un rifacimento totale. Già all’epoca, Soul Reaver presentava dinamiche molto imprecise e legnose giustamente criticate. Col passare del tempo, il tutto poi si è accentuato fino a far diventare il gioco quasi inaccessibile ai giocatori più moderni. Ovviamente in questa riedizione i due titoli si dimostrano più giocabili, permettendo a nuovi giocatori di approcciarvisi, ma allo stesso tempo molti ne rimarranno lontani.

soul reaver remastered puzzle

Persino i punti focali del gioco sono invecchiati piuttosto male. Soul Reaver infatti si reggeva sull’esplorazione, i puzzle e qualche combattimento, ma quest’ultimo aspetto ad esempio già in passato era poco soddisfacente e limitato. Capite da soli, quindi, come a distanza di quasi trent’anni un sistema di combattimento di questo tipo difficilmente possa soddisfare le generazioni attuali.

Lo stesso si può dire della parte esplorativa, perché nonostante il tentativo di svecchiamento con una bussola e una mappa in-game il backtracking è ancora troppo tedioso. Gli unici elementi davvero salvabili sono i rompicapi, che tutt’oggi non hanno niente da invidiare alle produzioni moderne offrendo un livello di sfida alto e soddisfacente. Questo però non basta chiaramente a salvare tutto il gameplay. Sia chiaro: non siamo di fronte a giochi insufficienti o ingiocabili, anzi, è solo che non vanno affrontati a cuor leggero ma con la consapevolezza che appartengono a un’altra epoca.

soul reaver remastered kain

Legacy of Kain: Soul Reaver 1-2 Remastered alla fine dei conti si rivolge principalmente ai nostalgici e i fan storici che per anni non hanno visto nuovi capitoli della saga, perché comunque i giochi risultano troppo ancorati al passato e difficilmente potranno farsi apprezzare dalle nuove generazioni di videogiocatori. Soul Reaver è un po’ come quel parente estremamente vecchio, che anche se ormai delira durante le cene in famiglia riesce lo stesso a strapparvi un sorriso; ha fatto parte della vostra vita e gli volete un bene incondizionato… ma niente di più.

Special thanks to Aspyr and Sandbox

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Il soggetto è particolarmente irritabile quando non sta in mezzo al proprio habitat che coinvolge la scrittura, i videogiochi, la musica (preferibilmente Metalcore) e il Wrestling. Suggeriamo di rinchiuderlo in una stanza piena di console, album dei Pantera (all'occorrenza degli Slipknot) e prodotti legati al Wrestling. Da liberare solo in caso di estremo bisogno!

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