Il mondo dei libri illustrati è incredibilmente vasto e variegato: testi indicati per i primi anni delle elementari possono raccontare sentimenti complessi e avere illustrazioni spettacolari, mentre magari altri pensati per i più grandicelli si rivelano banali e offrono poco o nulla ai lettori. Un racconto a immagini, per essere considerato di buon livello, dovrebbe essere in grado di unire una storia coinvolgente, che trasmettere insegnamenti oltre la semplice morale, e disegni che narrino a loro volta e lascino, anche se per poco, un impatto nella mente di chi legge.
Holly e i segreti della grotta stellata riesce a metà in questo difficile gioco di equilibri: la scrittura di Massimiliano Valentini cattura e diverte, mentre le illustrazioni di Roberta Procacci, per quanto non siano male, avrebbero potuto sostenere meglio la narrazione sia in termini di qualità che di quantità.
Siamo nei ruggenti anni ’20 del secolo scorso e l’undicenne Holly sogna di diventare fotografa naturalista, ispirata da suo Nonno B e dalla Nonna Penny, con i quali vive ad Ottawa insieme al petulante pappagallo Archibald. Suo nonno è membro di spicco della sezione canadese del National Geographic Society, ruolo che lo porta spesso in giro per il mondo, da solo o in compagnia della famiglia, per informarsi su stranezze o addirittura risolvere problemi legati alla natura di certi luoghi sperduti.
Il primo libro esplora proprio uno di questi casi: in una particolare grotta nella località di Waitomo, in Nuova Zelanda, sono sparite migliaia di lucciole che la popolavano fino a poco tempo prima. La loro luminescenza creava una spettacolare illusione di un cielo stellato, che le aveva valso il nome di “Grotta Stellata”. L’amministrazione locale è preoccupata per gli impatti negativi sul turismo e l’economia e, non appena Nonno B riceve la missiva con il suo nuovo incarico, si mette subito in viaggio insieme alla consorte, al pappagallo e naturalmente ad Holly. Quest’ultima si arma di macchina fotografica KB, un libro su natura e folklore della Nuova Zelanda e la sua voglia di dimostrare quanto vale. Cercherà di far luce su questo mistero, finendo anche in guai grossi, ma senza mai perdere la prontezza di spirito.
La storia si basa su delle premesse semplici, che portano a un caso intrigante, con la carismatica protagonista che affronta le conseguenze delle sue azioni e anche in mezzo a situazioni non facili per un’undicenne prosegue nelle indagini; i comprimari sono divertenti, soprattutto Archibald e Nonno B, e lo svolgimento della vicenda tiene incollati i lettori soprattutto nella seconda metà. Come accennato prima, questo testo contiene molti insegnamenti, ma più che “morali” sono pratici, dalla differenza tra stalattiti e stalagmiti alla descrizione di luoghi realmente esistenti.
Il lessico e le forme grammaticali sono molto curati e articolati, soprattutto per libri e fumetti di questo target, che possono far acquisire sia una certa proprietà di linguaggio che conoscenze di base da approfondire in seguito; consiglio anche per questo di leggerlo insieme, o di essere presenti per rispondere a eventuali domande o cercare insieme le risposte su dizionari, enciclopedie o navigando in rete. Non mancano anche accenni al turismo di massa e ai danni che infligge agli ecosistemi, e di come si possa provare a convivere con l’ambiente invece che semplicemente sfruttarlo.
Dall’altra parte, e lo dico da amante degli stili naïve come quello di questa illustratrice, i disegni non reggono altrettanto bene. Gli animali sono le figure meglio riuscite, e i paesaggi e le ambientazioni funzionano, ma la storia ha per protagonisti principalmente esseri umani. Holly, pur avendo proporzioni e design tutto sommato buoni, indossa abiti che ricordano molto più gli anni ’60 che gli anni ’20: questo non significa che una bambina di 100 anni fa non potesse preferire i pantaloni ai vestitini, ma mi sarei aspettato qualcosa di più ispirato ad Amelia Earhart, una salopette in jeans o delle bretelle.
Capisco anche che per quelle che sono le regole non scritte di questi libri, più il target è grande, meno illustrazioni ci sono, ma mi sarebbe piaciuto vedere un disegno per ognuna delle 6 fotografie scattate durante il viaggio della protagonista con la KB, visto che vengono anche descritte dalla stessa prima di essere scattate e sono un elemento piuttosto ricorrente. Ho anche sentito la mancanza di una splash page doppia in una delle fasi finali del racconto.
In definitiva, Holly e i segreti della grotta stellata forse funziona di più come racconto in sé che come libro illustrato, ma consiglio comunque di recuperarlo, magari prendendolo in prestito una volta in biblioteca e poi acquistarlo, se vi piace. Questa potrebbe essere la prima delle tante avventure di Holly e della sua famiglia, dunque quale pretesto migliore per arricchire la libreria dei più piccoli!
Commenta per primo
Questo sito è protetto da reCAPTCHA e si applicano le Norme sulla Privacy e i Termini di Servizio di Google.