Broken Rage – Le parole di Takeshi Kitano dalla conferenza stampa giapponese

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Takeshi Kitano è il nome di un gigante della storia del cinema mondiale, nonché uno dei più importanti registi orientali viventi. Giunto alla veneranda età di 78 anni, dopo aver recitato in più di cinquanta film, averne diretti venti e aver lavorato persino in televisione e in radio, non accenna a fermarsi. Forte del Leone d’oro alla Mostra del cinema di Venezia nel 1997 per Hana-bi e del Leone d’argento nel 2003 per Zatōichi, è tornato in Italia in occasione dell’81ª edizione della Mostra per presentare in anteprima il suo ultimo lungometraggio: Broken Rage.

Concepita come un mix tra uno yakuza movie e una commedia parodistica, questa sua ultima fatica approda oggi in esclusiva su Prime Video. Il lancio è stato preceduto da una conferenza stampa promozionale tenutasi in Giappone, alla presenza di Kitano stesso e dei suoi attori: Tadanobu Asano (Thor; Ragnarok, Il caso Minamata), Nao Omori (Outrage Coda), Hakuryu (Hana-bi, Yakuza Kiwami 2) e Shoken Kunimoto (Zatōichi, Like a Dragon: Yakuza). Nonostante l’incontro abbia avuto una durata molto breve, circa mezz’ora, i presenti sono riusciti a far emergere riflessioni abbastanza interessanti che vale la pena condividere, dal momento che evidenziano il grande acume di un cineasta poliedrico e prolifico come Beat Takeshi.

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Takeshi Kitano durante l’incontro stampa.

Kitano ha inaugurato l’evento esprimendo un pensiero davvero stimolante, che ha poi approfondito grazie a un paio di domande da parte dei giornalisti; un pensiero che ha ribadito a più riprese: il cambiamento dell’industria cinematografica e dei metodi di fruizione delle opere audiovisive. “Questo è un film che le persone potranno guardare nei loro soggiorni o sui loro smartphone” sono state le prime parole del regista, un artista che sin dai primi giorni di produzione si è chiesto che forma avrebbe assunto la sua creazione, dato il suo carattere spiccatamente sperimentale. Amazon, per fortuna, ha dato carta bianca e quindi gli esperimenti non sono mancati, ma se vogliamo dirla tutta la sfida più grande per Kitano è stata comprendere a fondo le nuove logiche dell’intrattenimento odierno, specialmente quelle che regolano i prodotti televisivi, assai distanti dal cinema per la sala. I giochi sono cambiati e il buon Takeshi ne è rimasto scioccato.

Hakuryu (nome d’arte dell’attore Teiichi Takayama) ha dato il suo contributo evidenziando che il collega ha spesso mischiato insieme elementi comici e drammatici, soprattutto nei suoi interventi in TV. Vedere l’amico divertirsi proponendo al suo pubblico gag in costume o parodie autoironiche lo ha portato a chiedersi fin dove si sarebbero potuti spingere con Broken Rage: questo stile paradossale funziona ancora per gli spettatori e i produttori di oggi o è troppo datato? I giorni di riprese sul set hanno dato la risposta: Takeshi Kitano ha ancora tanti assi nella manica e sa come far divertire tutti.

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A proposito di umorismo, il momento più assurdo di tutta la conferenza è nato da una domanda posta al regista che, prevedibilmente, ha monopolizzato l’attenzione dei presenti: gli è stato chiesto di parlare della sua esperienza all’81ª edizione della Mostra del cinema di Venezia, dove ha potuto presentare Broken Rage nella sezione Fuori Concorso. La sua risposta è stata… “non ricordo assolutamente niente!“. Una dichiarazione del genere senza contesto potrebbe sembrare davvero irrispettosa, ecco quindi cosa è stato detto nello specifico:

Rispondere a questa domanda mi imbarazza un po’, ma ecco… per raggiungere il festival al Lido ho dovuto prendere una barca e, salendo a bordo, ho sbattuto la testa. Ero lì presente con Omori, Asano e il resto del cast, ma non ho memoria di quello che è successo. Sono stato visitato da un medico e sto bene, ma mi vergogno a pensare di non poter raccontare nulla di quell’esperienza. So che le reazioni del pubblico al mio film sono state molto favorevoli e online ho visto tanti video del festival, però, davvero, oltre a questo non saprei dire altro.

Tra qualche risata e lo stupore generale, è stato Tadanobu Asano a mettere una pezza all’intervento di Kitano che, ad oggi, non sappiamo se sia stata un’altra delle sue bravate per prenderci bonariamente in giro. Asano, sorridendo per il siparietto alquanto buffo, ha raccontato che i giornalisti e i cinefili lì presenti hanno reagito diversamente alle due parti in cui la pellicola è divisa: la prima, più seria, ha soddisfatto chi sperava di rivedere sul grande schermo “un classico yakuza movie firmato da Mr. Kitano“, la seconda ha cambiato radicalmente l’atmosfera in sala, facendo esplodere tante risate. “Mi sono sentito a casa e mi ha sorpreso vedere persone giovani ridere insieme a spettatori più anziani. Sembrava fossimo un’unica grande famiglia ed è stato rassicurante“.

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Tasanobu Asano rassicura la stampa: non ha sbattuto la testa come il povero Kitano.

Incidenti veneziani a parte, il regista ha voluto rivelare anche qualche dettaglio riguardante il processo di montaggio che è stato influenzato dalla voglia di adattare il prodotto finale alla televisione, essendo un’opera destinata a una piattaforma streaming. Le prime versioni duravano circa due ore e mezza, ridotte poi a soli 62 minuti, grazie a un approccio inedito: Kitano ha gestito la post-produzione immaginando di trovarsi nel salotto di casa sua, così da immedesimarsi in chi vedrà il lungometraggio.

“La storia e il mood sono rimasti invariati, ma montare per lo streaming ti porta ad accorciare un sacco il materiale con cui lavori” – ha confessato l’autore – “Ho pensato agli schermi degli smartphone e ai televisori e alla fine sono rimasto sorpreso dalla quantità di tagli che ho fatto: potremmo definirlo un film all’avanguardia come il cubismo. Nonostante il cinema non abbia ancora migliaia di anni di storia alle spalle come la pittura, è questa l’evoluzione che deve intraprendere per guardare al futuro e sperimentare davvero”.

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Il cast di Broken Rage a raccolta.

Il cinema come forma d’arte per intrattenere il pubblico ha compiuto enormi sforzi, si è evoluto e ha dato alla luce prodotti creativi e, spesso, in un certo senso sfacciati. Ed è proprio questa sfacciataggine a caratterizzare tutta l’eredità di Beat Takeshi; fa parte di lui e ne è pienamente consapevole. Una consapevolezza che – citando nuovamente le sue parole – “mi porta a sfruttare qualsiasi soluzione possibile per comunicare ciò che desidero. Oggi la differenza sta nel fatto che il cinema, inteso come sala, non è più al centro dell’attenzione. Oggi l’obiettivo principale sono diventati gli smartphone e le piattaforme streaming, e chi siamo noi per non interrogarci su questo punto di svolta che ci sfida di giorno in giorno? Personalmente continuerò a fare di tutto per affrontare le prove che lo sviluppo tecnologico porrà di fronte a me e ai miei colleghi”.

In sintesi, Broken Rage non è altro che una summa di tutta la carriera del suo creatore, un omaggio scherzoso che prende in giro sé stesso e osa senza vergognarsene. Uno scatolone in cui trovano posto persino influenze da opere apparentemente lontane dal cinema come Takeshi’s Castle. Il cinema è il medium che, ancora oggi più di tutti, dà gioia e soddisfazione al buon Kitano, un giovane nel corpo di un anziano che sa ancora come divertirsi e che, in cuor suo, spera di poter far divertire noi, il suo pubblico.

Un ringraziamento speciale ad Amazon e Golin

Nefasto Articoli
Videogiocatore incallito, cinefilo dalla nascita, attore di teatro e batterista da diversi anni. Adoro approfondire qualsiasi cosa abbia a che fare con l'arte e l'audiovisivo: è difficile fermarmi quando inizio a scrivere o a parlare focosamente di ciò che amo.

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