Mobile Suit Gundam GQuuuuuuX -Beginning-

Mobile Suit Gundam GQuuuuuuX Beginning recensione

Voto:

Nel gigantesco universo narrativo di Mobile Suit Gundam, iniziato con la serie omonima di Yoshiyuki Tomino nel 1979, non si è nuovi al concetto di timeline alternative: abbondano infatti spin-off, retelling e mondi narrativi completamente nuovi, che già a partire dagli anni ’90 hanno esplorato tematiche e situazioni molto diverse da quelle della storia originale, mantenendo spesso come unico punto in comune l’esistenza dei Mobile Suit e delle colonie spaziali.

GQuuuuuuX è una nuova serie del franchise, disponibile da oggi (in contemporanea mondiale) su Prime Video, per la prima volta in coproduzione: nonostante lo storico studio Sunrise si sia infatti avvalso più volte di altre produzioni in subappalto per alcune serie, questa volta l’intera direzione viene affidata allo studio Khara, fondato da Hideaki Anno (Evangelion). Qui l’apporto personale del creatore di Nadia ed Evangelion si limita alla sceneggiatura del prologo “-Beginning-“ (esclusivo di questa uscita cinematografica) e agli storyboard della serie, mentre la regia viene affidata a Kazuya Tsurumaki, già collaboratore di lunga data di Anno e regista di alcune sequenze dei film Rebuild di Evangelion, nonché autore della prima iconica serie di FLCL.

Mobile Suit Gundam GQuuuuuuX -Beginning- personaggio

Come già preannunciato, quest’uscita cinematografica (che possiamo recensire grazie ad una proiezione in anteprima in un cinema francese) si divide in due parti: il già descritto prologo esclusivo, della durata di circa mezz’ora, e una successiva compilation dei primi 3 episodi della serie, dovutamente tagliati e accorciati per far rientrare tutta l’operazione nell’ora e venti di durata. In questi termini, la pellicola sembra più un mostro di Frankenstein assemblato appositamente per la promozione della serie che un vero e proprio film a tutti gli effetti – impressione accentuata anche dal fatto che il prologo sia animato da studio Sunrise e abbia uno stile grafico completamente diverso da quello dello studio Khara, che ha animato il resto. Un’altra perplessità è data dal fatto che si tratta di un’operazione di difficile comprensione per chiunque non sia già avvezzo al franchise, o almeno alla serie classica di Tomino: infatti, nonostante si tratti di una timeline alternativa rispetto all’universo originale, non è davvero un fresh start come potevano essere le serie Iron-Blooded Orphans (2015) o The Witch From Mercury (2022), ma piuttosto un what if degli eventi della “Guerra di un anno” narrata in Mobile Suit Gundam del 1979.

Protagonista assoluto del prologo è il colonnello Char Aznable, l’amatissimo antagonista principale della serie classica, che in questa versione dello Universal Century riesce a rubare il Gundam RX-78-2 dalle grinfie della Federazione, così che il Principato di Zeon possa studiarlo e iniziare una produzione in serie di Mobile Suit. La più grande differenza con la storia originale, oltre al ribaltamento di vincitori e vinti, è lo Psycommu: un dispositivo sperimentale con il quale è possibile pilotare i Mobile Suit solo tramite il pensiero, e di cui il Gundam di Char è dotato. Essendo lui stesso inoltre un Newtype, un essere umano particolarmente evoluto, la sua efficienza nell’utilizzo dello Psycommu è spaventosamente alta, tanto da riuscire a compiere manovre in battaglia completamente irraggiungibili per i suoi avversari della federazione. Il problema principale di questa parte di narrazione è l’estrema semplicità e rapidità con cui si ripercorrono gli eventi della “Guerra di un anno”, dando per scontati personaggi, eventi e dettagli che, se non si è quantomeno frequentatori dell’universo narrativo, finiranno per fagocitare l’intera drammaturgia del prologo, risultando praticamente un divertissement solo per fan duri e puri.

Mobile Suit Gundam GQuuuuuuX -Beginning- red gundam

La fine del prologo cinematografico – e l’inizio della serie – coincidono con un evento inaspettato: la scomparsa di Char in quella che viene definita una Zeknova, un’esplosione molto simile agli “Impact” di Evangelion, causata proprio dallo Psycommu per motivi misteriosi. Char e il suo Red Mobile Suit spariscono nel nulla. Solo 5 anni dopo, nell’anno UC0085, nell’orbita della colonia indipendente di Side 6, il Red Gundam sembra fare il suo ritorno, mobilitando Zeon e soprattutto il tenente Challia Bull, molto legato al colonnello scomparso. Il Mobile Suit però non è più pilotato da Char, ma da Shuji, un ragazzino misterioso che vive nei condotti d’areazione di Side 6 e che dipinge sulle mura della stazione dei murales astratti molto simili all’esperienza sensoriale della Zeknova. Si apre quindi qua il primo mistero: che fine ha fatto il colonnello Char? Perché il suo Gundam è nelle mani di un ragazzino che sembra tutto fuorché un pilota addestrato?

La vera protagonista della serie però è Amate Yuzuriha, una normale liceale che si troverà invischiata nella storia dopo aver incontrato Shuji, ma soprattutto Nyaan: quest’ultima è una rifugiata clandestina, che lavora come corriere per un’organizzazione segreta che organizza combattimenti illegali tra Mobile Suit nell’orbita di Side 6, le cosiddette “Clan Battle”. Sarà proprio durante una di queste che Amate incontrerà il Red Gundam di Shuji e scoprirà di essere in grado di utilizzare lo Psycommu per pilotare i Mobile Suit.

Gundam GQuuuuuuX personaggi
Da sinistra, i nuovi protagonisti della serie: Nyaan, Amate e Shuji

Anche questa seconda parte si percepisce un po’ sconnessa e piena di montaggi musicali, probabilmente a causa dei tagli effettuati per rimanere nel minutaggio prestabilito, ma la narrazione prende sicuramente una piega molto più comprensibile per chi è al primo approccio con Gundam. Il tono cambia completamente così come anche lo stile grafico e i design dei personaggi; si entra completamente nel mondo di Studio Khara. Dopo una prima mezz’ora densa, la storia lascia così spazio ai nuovi personaggi e al nuovo contesto, lasciando gli eventi e i personaggi classici al prologo e sullo sfondo e concentrandosi sulle relazioni interpersonali. Come si era visto infatti già alla fine del prologo, lo Psycommu non sembra mettere in comunicazione mentale solamente Pilota e Gundam, ma anche persone diverse: così Char aveva percepito sua sorella Artesia, all’interno di un piano astrale psichedelico che aveva poi generato la Zeknova; allo stesso modo, durante un combattimento dentro i Gundam, la protagonista Amate sembra riuscire a connettersi con Shuji, quasi diventando un’entità unica.

Il tema delle relazioni umane non è nuovo per lo Studio Khara (ed ex-Gainax), e in questo lavoro sembra più centrale che mai: la guerra è per sua definizione la divisione di due schieramenti opposti, inconciliabili per natura, tra i quali la comunicazione sembra impossibile, e se già tra individui singoli è difficile andare d’accordo, come sarai mai possibile vivere in pace se due intere comunità entrano in contrasto? Diviene chiaro così che anche le Clan Battle siano un McGuffin per esplorare la necessità degli umani di mettersi in competizione, di superarsi e combattere, nonostante questa sia l’ennesima cesura che divide invece che unire, soprattutto quando ci si trova sotto lo stesso cielo artificiale di una stazione orbitante fin troppo piccola per tutti.

Mobile Suit Gundam GQuuuuuuX -Beginning-

Questa è probabilmente la grande esplorazione che vuole portare avanti GQuuuuuuX, che nasconde il suo esistenzialismo in piena vista tra le pieghe di pregevolissimi combattimenti e del classico fanservice alla “Gainax”. Non resta che guardare la serie completa, che in soli 12 episodi dovrà sviscerare un mistero e delle tematiche forse troppo grandi per il poco screentime, ma che sicuramente sembra portare Gundam su dei lidi mai esplorati finora. Forse il character design e alcune scelte narrative faranno storcere il naso ai puristi del franchise, ma una collaborazione del genere offre sicuramente uno spazio di sperimentazione e di accessibilità che, all’interno di un universo così vasto e interconnesso, può spingere nuovi spettatori a scoprire l’opera di Tomino e ad appassionarcisi senza dover per forza recuperare decenni di serialità televisiva.

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Professare l'eclettismo in un mondo così selettivo risulta particolarmente difficile, ma tentar non nuoce. Qualsiasi medium "nerd" è passato tra le sue mani, e pur avendo delle preferenze, cerca di analizzare tutto quello che gli capita attorno. Non è detto che sia sempre così accurato però.

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