
Nonostante l’adattamento italiano del titolo faccia presagire uno di quei tantissimi film di serie C con protagonista Steven Seagal (e non solo), in realtà Operazione Vendetta è sì una di quelle storie in cui un tizio deve vendicare qualcuno, ma fortunatamente non è l’ennesima riproposizione di uno schema trito e ritrito.
The Amateur (“Il dilettante”, titolo originale e molto più attinente), tratto dall’omonimo romanzo di Robert Littell, racconta la storia di Charles Heller, brillante crittografo della CIA. Dopo la morte della moglie in un attentato terroristico, Charles decide di farsi giustizia da solo, andando persino contro l’importante agenzia per cui lavora. In effetti, leggendo la trama sembra proprio il classico revenge movie tutto azione e inseguimenti, ma il protagonista non sa combattere, non sa sparare, è tutto fuorché un uomo d’azione, e dovrà fare affidamento solo sulle sue capacità e sul suo QI per scovare i responsabili.
Con il suo zainetto da liceale sempre in spalla e con le sue reminiscenze da Mr. Robot, Rami Malek ha decisamente la faccia giusta per un ruolo del genere. Oltre a lui troviamo una serie di personaggi secondari non eccessivamente approfonditi (non che ce ne fosse particolarmente bisogno), ma efficaci e con la giusta presenza, in grado di trasmettere quanto basta allo spettatore per essere apprezzati o odiati. Tra questi troviamo Holt McCallany (vicedirettore Moore) e Julianne Nicholson (direttrice O’Brien). Più di tutti, però, spicca il bel faccione di Laurence Fishburne che, con un minutaggio superiore, avrebbe addirittura rischiato di rubare la scena al protagonista. Il suo personaggio, Henderson, è quello che tenta di fornire una sorta di addestramento a Charlie, per poi provare a fermarlo, inseguirlo, fino al finale tutto da scoprire.
Non è esagerato affermare che l’interazione tra i due e la conseguente evoluzione del loro rapporto sia forse l’aspetto migliore del film. Anche perché, tolti i primi venti minuti di sorprese e rivelazioni, arrivati alla fine ci si rende conto che erano anche le uniche. Infatti la pellicola diretta da James Hawes, pur godendo di una confezione tecnica di tutto rispetto, dopo qualche sussulto iniziale prosegue per un totale di 2 ore in maniera piuttosto blanda. Non si può dire che annoi, ma se da un lato la sceneggiatura fa di tutto per articolare lo svolgimento e differenziare le varie situazioni che vedono coinvolto il protagonista, dall’altro il tutto prosegue in maniera grossomodo prevedibile, senza scossoni, con i topoi narrativi tipici del genere.
In più cattivi di turno, nonostante l’atto terribile di cui si sono macchiati, oltre a non essere minimamente approfonditi non risultano mai neanche particolarmente detestabili; probabilmente, volendo mantenere il contesto realistico, hanno fatto di tutto per non renderli macchiettistici o fumettistici, ma qualcosa in più non avrebbe di certo guastato. Una considerazione a parte sul personaggio interpretato da Jon Bernthal: lo vediamo all’inizio, ed essendo un volto noto si può intuire che riapparirà, ma quando lo fa non ne si capisce il motivo, né il suo ruolo nella storia. Qualunque fosse, oltre ad essere inutile, è stato reso proprio in maniera sbagliata, per quanto sia sempre piacevole vedere Bernthal sullo schermo.
Operazione Vendetta non è affatto un brutto film, ma allo stesso tempo, sebbene si lasci guardare gradevolmente e senza troppi sforzi, non propone nulla di abbastanza coinvolgente da poter lasciare il segno; un revenge movie spionistico senza alti, ma anche senza bassi. Insomma, c’è chi lo apprezzerà di più e chi di meno, ma quasi sicuramente nessuno lo amerà o detesterà. Per non sbagliare, dategli comunque uno sguardo.
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