Se dovessi definire Hob in poche parole direi che è uno strano miscuglio di diversi generi videoludici. Sviluppato da Runic Games, noti autori di Torchlight I e II con base a Seattle, il gioco ci trasporta in un mondo dove natura e tecnologia sembrano convivere in modo pacifico… sembrano!
Il gioco si apre con la scoperta del protagonista da parte di un rozzo androide che guiderà i suoi primi passi in questo rigoglioso e verdeggiante mondo pieno di mistero. Le cose sembrano andare per il verso giusto grazie ad un istintivo e semplice tutorial dove impareremo le azioni basilari del gioco, finché lo sfortunato contatto da parte del protagonista con una strana sostanza viola non causerà la sua trasformazione via amputazione del braccio offeso, e annessa sostituzione con un braccio robotico. Dopo l’upgrade non richiesto, il nostro personaggio si imbarcherà in un’epica avventura per scoprire l’origine di questa piaga purulenta e letale.
Dal punto di vista del gameplay, il gioco si presenta come il classico action/RPG dove prendiamo il controllo di un personaggio per muoverlo all’interno del mondo di gioco ma, sorpresa sorpresa, il nostro simpatico e “loquace” protagonista non si limiterà a prendere a spadate e pugni ogni singolo essere vivente che incrocerà il suo cammino (mica ci chiamiamo Link, altro simpatico chiacchierone) ma bensì il fulcro del gameplay consisterà nel risolvere enigmi via via sempre più difficili e cerebrali dove forza bruta e materia grigia dovranno andare di pari passo per aiutarci a proseguire.
Oltre ad enigmi di varia natura, il gioco presenta interessanti e talvolta frustranti sessioni di platforming, dove la precisione nei comandi la farà da padrone impedendoci di fare la fine del famoso coyote di casa WB (no, qui la gravità non entra in scena quando si guarda in basso). I nemici si dividono in due categorie: quelli base presenti in gran numero e contro i quali saranno sufficienti un paio di fendenti per mandarli al creatore, e gli avanzati per i quali serviranno ingegno e forza bruta e che spesso richiederanno svariati tentativi per capire come essere sconfitti.
Come tutti i titoli con un’anima RPG, anche Hob presenta un seppur rudimentale sistema di level up: attraverso la raccolta di sfere verdi e di chiavi particolari potremmo sbloccare nuove mosse di combattimento e abilità, mentre raccogliendo frammenti di spada potenzieremo il nostro principale oggetto offensivo. Particolare attenzione va al nostro braccio meccanico che, oltre a fungere da arma di offesa e difesa, sarà indispensabile in ogni interazione di gioco come ad esempio aprire porte, raccogliere oggetti ed attivare interruttori.
La musica sarà la vostra miglior compagna d’avventure e giocherà con i sentimenti del protagonista (se vi state chiedendo se i robot hanno sentimenti, beh questo pare di sì) per cullarci dolcemente nell’atmosfera di gioco mentre saltiamo allegramente di piattaforma in piattaforma rischiando l’osso del collo.
Su due piedi sembra di trovarci di fronte ad un’opera d’arte videoludica ma come tutti i giochi migliori, anche questo ha i suoi difetti. La telecamera, che può essere la miglior amica del giocatore o la sua spina nel fianco, si rivela utile con la sua particolarità di eliminare gli ostacoli visivi e seguire il protagonista anche nei luoghi chiusi, anche se talvolta si dimentica della nostra incapacità di vedere attraverso i muri portandoci verso morte certa. I comandi per tastiera sono strani e a volte poco precisi in quanto, essendo un gioco a prospettiva fissa, spesso e volentieri ci ritroveremo a non sapere quale tasto premere per andare in una determinata direzione (problema ovviato dalla possibilità di utilizzare il mouse per gli spostamenti o un gamepad, per svolgere tutte le azioni di gioco senza scervellarsi ogni volta).
Nonostante i suoi a volte frustranti difetti, Hob si rivela un’avventura decisamente godibile, capace di trasportare il giocatore all’interno della vicenda nonostante la totale assenza di dialoghi comprensibili, e al tempo stesso di riportare in auge lo stile platform in un funzionale connubio tra azione e riflessione.
Special thanks to Runic Games
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