“We did not cross the border, the border crossed us”. In questo slogan dei latinos, usato come overture del libro, una parola, in particolare, mi ha colpito: crossed. Ricorrendo ad un semplice vocabolario si può scoprire una vasta gamma di significati italiani facenti capo al lemma inglese “to cross”, anche se due in particolare spiccano tra gli altri: attraversare e incrociare.
Risaltano, a mio avviso, poiché sono capaci di condensare l’essenza del libro “La Cicatrice – sul confine tra Messico e Stati Uniti“, reportage a fumetti del viaggio che ha condotto il fumettista Andrea Ferraris ed il regista e sceneggiatore Renato Chiocca all’ombra del grande muro che separa i due Paesi.
Nel volume (edito da Oblomov), l’elemento narrativo si basa e ruota attorno ai nomi, ai visi e alle vite di coloro che hanno incrociato il peregrinare dei due Autori, persone completamente diverse le une dalle altre ma le cui esistenze presentano un tratto comune: l’essere costantemente attraversate dal Confine.
Quel Confine che supera di gran lunga la fisicità della barriera, capace di toccare in profondità il vissuto delle persone; una realtà tanto astratta a pensarla come semplice margine quanto reale quando si è immersi in essa e nel suo essere estremo sfumato di due mondi, di due culture distanti ma, a volte, incredibilmente vicine. Quel Confine che incrocia le vite delle persone, spesso per un istante solamente, ma sufficiente per determinarne il futuro.
Per quanto io desideri portare alcuni esempi tratti dal libro, scelgo di trattenermi, non volendo in alcun modo pregiudicare la lettura a coloro che non avessero già fruito di questo piccolo ma inestimabile tesoro.
Dico piccolo volutamente constando il libro di una quarantina di pagine, capaci però di calare il lettore tra le polveri del deserto di Sonora e di accompagnarlo in un viaggio incredibilmente emotivo tra le città di Nogales e Tucson, già note al grande pubblico per essere le ambientazioni dell’intramontabile Tex.
Perfettamente calzante risulta lo stile di disegno adottato da Ferraris, essenziale, che non si perde in virtuosismi senza rinunciare ad una grande espressività veicolata, ad esempio, dai volti dei personaggi, capaci di rendere ogni emozione anche con un solo sguardo, e dai paesaggi desertici che mai perdono la propria selvaggia e spinosa solitudine.
Penso che “La Cicatrice – sul confine tra Messico e Stati Uniti” sia una lettura imprescindibile, un libro assolutamente eccezionale, abile nel dire tanto con poco: una vignetta, una didascalia, un solo balloon sono sufficienti agli Autori per arrivare al lettore senza aver bisogno di imporsi o prodigarsi in lunghe spiegazioni, lasciando che siano le tavole a condurre le danze.
Ferraris e Chiocca, infatti, non puntano a dare risposte, non intendono fornire al lettore una chiave di lettura preconfezionata con cui interpretare un fenomeno vastissimo e molto complesso quale l’immigrazione Messico-Usa, preferiscono riportare la realtà del quotidiano vivere in quelle lande lontanissime, lasciando al lettore il compito di crearsi una propria idea arricchita, però, di uno sguardo interno, intimo e poetico volto non tanto a patrocinare una causa rispetto ad un altra quanto a far risaltare quelle piccole storie che, troppo spesso, restano oscurate dall’ombra dei grandi scontri politici.
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