Wallace House – Volume 1

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Attenzione, nuovo concorrente in gara! Si tratta della neonata casa editrice Green Moon Artists che debutta nel mercato fumettistico presentando un albo finanziato tramite crowdfunding dal titolo Wallace House, primo volume di una trilogia, composto da 96 pagine in bianco e nero comprensive di introduzione e ringraziamenti ai backers che ne hanno permesso la realizzazione.

Ai testi troviamo impegnato Davide Mirabello, che è anche soggettista assieme ad Antonio Migliuri, Gaspare Belmonte e Antonio Galluccio, mentre i disegni sono di David Petrangeli e Gabriele Scarafia.

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La Wallace House del titolo consiste in un istituto in cui vengono ospitate persone “particolari”, e i motivi precisi del loro soggiorno (ovviamente) vengono tenuti nascosti all’inizio. Tra gli ospiti troviamo Joe Santana, un scienziato che, a seguito di un incidente, perde l’uso delle gambe. Questo drammatico evento segna un punto di svolta nella vita di Joe e della moglie, Catherine Johnson, ma è anche uno degli elementi da cui le vicende inizieranno a svilupparsi.

Dalle prime pagine ci viene anche presentata l’ambientazione in cui la narrazione si sviluppa: Pacific City, una città stretta nel giogo del crimine, che qui assume la forma del temibile Lullaby e della sua Banda dello Smile“, un’associazione criminale che ha rivendicato il controllo delle strade dopo averle inondate con una nuova e potentissima droga sintetica, lo Smiley.

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In questo contesto faremo la conoscenza di Arika, una ragazza che si è posta l’obiettivo di arginare il dilagante crimine sfruttando le sue notevoli abilità di combattimento. Ad accompagnarla in questa personale crociata troveremo Minù, il fedele gatto e compagno d’avventure, docile animaletto solo all’apparenza viste le sorprese che riserverà.

La trama, da qui in avanti, percorrerà binari paralleli ma collegati da un invisibile filo rosso, articolandosi attorno alle azioni dei due protagonisti. Joe e Arika vivranno avvenimenti differenti ma inseriti all’interno del microcosmo di Pacific City, strutturato in modo da poter essere coerente con entrambe le linee narrative e non limitarsi a svolgere il ruolo di mero sfondo.

Contrariamente a quanto si possa pensare dalle righe di cui sopra, il taglio dato dagli autori a quest’opera è ben lontano dalle cupe atmosfere del Sin City di Frank Miller. Wallace House è caratterizzato dalla presenza di numerosi inserti e siparietti comici davvero ben riusciti, spesso imperniati su citazioni alla cultura pop che spaziano dal cinema al fumetto (il design stesso dei protagonisti strizza l’occhio a personaggi iconici come Logan e Beatrix Kiddo) rendendo più fluido lo scorrere delle pagine senza trasformare il tutto in un semplice “tributo a…”.

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Per quanto concerne lo stile di disegno, possiamo affermare che il detto “due teste sono meglio di una” qui trovi piena conferma. Grazie alla presenza di ben due disegnatori la tipologia di tratto impiegata varia in base ai momenti che compongono la storia, passando dalle rotondità cartoon per gli spezzoni comici ad un segno più aspro e tagliente nelle sequenze concitate e cariche di pathos, senza che questa transizione venga percepita come brusca o forzata.

Il volume, come ogni prima produzione, presenta qualche difettuccio qui e là. In un balloon si trova un refuso di editing concretizzato nella presenza di un “prendere della precauzioni per il tuo bene”. Anche la saturazione del nero, ogni tanto, presenta alcune incertezze come puntini bianchi o piccoli spazi non perfettamente riempiti. Va però detto che queste imperfezioni dell’inchiostrazione non risultano particolarmente fastidiose data la scelta stilistica di sostituire le sfumature degli sfondi con venature e inserti bianchi, che “sporcando” il nero contribuiscono a rendere gli ambienti e i personaggi più tridimensionali.

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Un altro elemento peculiare di questo fumetto è la scelta di mantenere in sospeso moltissimi elementi fino all’ultima pagina, tanto che potrebbe insinuarsi nel lettore il dubbio che gli interrogativi non trovino mai una spiegazione, ma fortunatamente non è così. Una volta conclusa la lettura si avrà un quadro chiaro di quanto accaduto nell’intero albo, senza che ciò precluda un’ulteriore approfondimento di determinati punti e personaggi (specialmente gli altri residenti della Wallace House) negli altri due volumi che andranno a completare a questa miniserie.

Wallace House è un’opera prima degna di nota, non perfetta ma assolutamente interessante, capace di condensare in poche pagine personaggi accattivanti e una buona storia, mantenendo inoltre uno spazio adeguato per la prosecuzione prevista.

Un ringraziamento speciale a Green Moon Artists per averci concesso una copia del fumetto

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Lettore, videogiocatore, finto cinefilo e grande chiacchierone.

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