Tomb Raider

tomb raider film 2018 alicia vikander

Voto:

Sono andato a vedere Tomb Raider la sera stessa della sua uscita al cinema, ma mi ci è voluto qualche giorno per mettere in ordine i pensieri su ciò che ho visto, o meglio per capire effettivamente se fossi in grado di formulare un’opinione al riguardo. Quando qualcosa riesce a colpirti in positivo o in negativo è relativamente semplice costruirci su un’argomentazione, ma la vera sfida è farlo su qualcosa che ti ha lasciato addosso un’indifferenza glaciale, e nonostante nutrissi buone speranze sul film purtroppo questo è tutto ciò che ne ho ottenuto. Sì, lo ammetto, sono stato un ingenuo a dar fiducia all’ennesimo adattamento a schermo di un videogioco, ma dopo lo splendido Castlevania di Netflix mi sentivo ottimista.

Facciamo innanzitutto chiarezza in chi è meno informato: cosa diavolo è questo film su Tomb Raider? Ebbene, non ha nulla a che vedere con i vecchi classici PlayStation o di conseguenza gli adattamenti con protagonista Angelina Jolie, che ci hanno abituato ad una Lara Croft super-formosa e imperturbabile, ma è basato fedelmente sul reboot del 2013 ad opera di Square Enix e Crystal Dynamics, che ha per protagonista una Lara ancora molto giovane, lontana dal diventare la famosa archeologa che conosciamo, e dalle proporzioni fisiche decisamente più realistiche, qui interpretata da Alicia Vikander.

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Quel “fedelmente“, per assurdo, costituisce il grosso problema di fondo del film. Posso capire benissimo la difficoltà di stare attenti a non stravolgere il materiale di partenza per non scatenare le lamentele del pubblico, ma qui hanno proprio scelto la strada più comoda, limitandosi a fare il copia e incolla di un videogioco che già di suo ha un’impostazione parecchio cinematografica, cambiando giusto qualcosa di neanche troppo significativo nella trama. Un compitino svolto imparando tutto svogliatamente a memoria per portarsi a casa almeno la sufficienza. Il risultato è un film senza personalità, generalmente strano e con picchi di stupidità clamorosi.

Nei videogiochi tutto è finalizzato all’interazione col giocatore, quindi è giusto che dialoghi, momenti action e quant’altro siano realizzati in un certo modo, ma non si può pretendere di utilizzare lo stesso linguaggio sul grande schermo, e dunque non mancano dialoghi insulsi e più scene in cui sembrano dover comparire da un momento all’altro le indicazioni sui tasti da premere, con la frustrazione di non poterlo fare. A saperlo prima guardavo il film con un controller in mano, almeno facevo finta e mi annoiavo di meno.

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“Premi X per arrampicarti”

Se ci fossero solo aspetti negativi però non giudicherei Tomb Raider così insapore, e per prima cosa bisogna dire che, al di là di tutte le polemiche (soprattutto quelle becere riguardanti le dimensioni del seno), Alicia Vikander si è dimostrata perfetta nel ruolo di Lara Croft. Sarà per il fisico, il volto, il modo di recitare, ma la parte della vera donna d’azione, quella che nonostante lividi, ferite, sudore e sporcizia non si arrende mai, le riesce particolarmente bene. Sicuramente è andata meglio a lei che al marito Michael Fassbender con l’adattamento per il cinema di Assassin’s Creed. La performance migliore del film però è quella di Walton Goggins, che nei panni di Mathias Vogel ha dato vita ad un villain veramente inquietante, riuscendo così a mettere una pezza anche ad alcuni problemi di scrittura del personaggio.

Complessivamente siamo di fronte ad un prodotto confezionato molto bene. Costumi, scenografie ed effetti speciali sono ottimi, buona la fotografia, mentre la regia di Roar Uthaug fa il suo dovere finché non si tratta delle scene d’azione un po’ più concitate, dove troppo spesso bisogna affidarsi alla deduzione per capire cosa stia succedendo.

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Tomb Raider è un film inutile del quale potevamo benissimo fare a meno. Nel suo voler accontentare tutti finisce col risultare solo mediamente godibile, ma non più di quanto lo sarebbe un qualsiasi film del ciclo Fantastica Avventura la domenica pomeriggio in tv. Diversi critici ne hanno già parlato come “uno dei migliori adattamenti di un videogioco”, ma è una definizione semplicemente ridicola, perché di “adattato” qui non c’è nulla, è esattamente un videogioco al cinema, con tutti i difetti che ne conseguono.

Nei videogame la saga prequel di Lara Croft è composta da 3 capitoli (di cui l’ultimo, Shadow of the Tomb raider, in uscita a Settembre), quindi c’è la concreta possibilità di vedere dei sequel di questo film. Non che l’idea mi faccia impazzire, ma il potenziale per creare qualcosa di bello c’è tutto, serve solo sforzarsi di andare oltre il minimo indispensabile e metterci un po’ di coraggio.

RocketSimoon Articoli
Appassionato di film e videogiochi da quando c'erano ancora videocassette e floppy disk, da meno tempo anche di serie tv. Sono curioso per natura e per questo non specializzato in un unico genere, ma tendo a preferire horror, thriller e azione.

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