Nel 2016 acquistai Stories: The Path of Destinies a scatola chiusa e ne rimasi molto colpito: nonostante alcune problematiche si trattava di un action-RPG fresco, originale e divertente. Due anni dopo, lo studio canadese Spearhead Games è tornato con un gioco chiamato Omensight, successore spirituale di Stories ambientato (a detta degli sviluppatori) nel suo stesso universo.
Il titolo è stato creato seguendo la stessa filosofia del suo predecessore, proponendo un concept decisamente non banale che stavolta, assieme alla principale componente action, calca più gli aspetti investigativi rispetto a quelli RPG.
Impersoneremo l’Araldo, una leggendaria guerriera soprannaturale che compare sono quando è vicino il rischio di un’apocalisse, e infatti la terra di Urralia, già devastata dalla guerra, verrà in men che non si dica trascinata nel vuoto dal gigantesco serpente Voden, oscuro dio della distruzione, evento causato dall’assassinio della Sacerdotessa-senza-dio. Ma prima della fine del mondo una Strega ci trasporterà all’Albero della Vita, da cui potremo tornare più volte all’alba dell’ultimo giorno nel tentativo di capire chi ha ucciso la Sacerdotessa e impedire l’avvento di Voden.
Come in Stories, dunque, ci troveremo a dover affrontare più volte situazioni molto simili per raccogliere nuovi indizi o sbloccare nuove zone degli scenari, con la differenza che in Omensight non si percepisce alcuna ripetitività. Questo avviene grazie a piccoli astuti stratagemmi messi in atto dagli sviluppatori, come ad esempio il poter arrivare direttamente al nodo di alcune vicende evitando le parti identiche a quelle già giocate, o la sempre benedetta possibilità di saltare i dialoghi.
La trama di per sé non propone nulla di troppo originale, ma si sviluppa attraverso intrecci intelligenti e colpi di scena ben piazzati, ed anche il mix coerente di fantasy, mitologia norrena e favola (se non altro ancora) in cui ci ritroviamo immersi funziona perfettamente. La protagonista purtroppo, essendo anche muta, è abbastanza anonima (non capisco bene se si tratta di una scelta ben precisa), ma fortunatamente quest’aspetto è compensato dai comprimari, molto ben caratterizzati.
Anche in questo nuovo titolo i ragazzi di Spearhead hanno introdotto linee di dialogo dinamiche, che si attivano in maniera molto naturale in base ad alcune nostre azioni: passando troppo tempo a rompere vasi e barili ci sentiremo dire qualcosa come “hai l’hobby di rompere le cose?”, oppure agitando a vuoto l’arma potremmo essere presi in giro con un “mi piace il suono che fa la tua spada”. Purtroppo mi sono mancate le belle secchiate d’ironia presenti in Stories, ma è anche vero che qui il contesto non ne consente un uso così ampio.
È bene sottolineare che il gioco gode di una buonissima traduzione italiana dei testi (pur con qualche refuso ogni tanto), ma chi ha più dimestichezza con l’inglese si troverà avvantaggiato, poiché nelle situazioni movimentate sarà chiaramente molto più semplice ascoltare i doppiaggi che tentare di leggere i sottotitoli.
Omensight si adatta alle esigenze di ogni giocatore grazie a ben 5 difficoltà selezionabili (e modificabili in qualsiasi momento) tra cui, tolte le classiche “facile” e “bilanciata”, ne troviamo una che offre combattimenti più impegnativi, un’altra che rende l’investigazione più ardua, e la più alta denominata “Araldo” che porta agli estremi entrambe queste due con combattimenti difficili e nessun aiuto sulle indagini.
Il mio consiglio, se avete già esperienza con action game ed hack ‘n’ slash, è quello di partire almeno dalla modalità con combattimenti impegnativi, perché purtroppo da questo punto di vista il gioco non offre un gran livello di sfida. Anche il combat system non è dei più entusiasmanti: gli sviluppatori in parte si sono discostati dal combattimento in stile free flow adottato in Stories, ma il risultato, per quanto non sgradevole, comunque non regala molte soddisfazioni. Però c’è da dire che i comandi sono goduriosamente responsivi e in un titolo di questo genere è un dettaglio fondamentale.
Tecnicamente la qualità del titolo è minata (anche se non in maniera grave) da una telecamera fissa che a volte può diventare frustrante e fastidiosi cali di frame (almeno su PS4 standard). Dall’altra parte però abbiamo belle animazioni, tantissimo stile e una colonna sonora fantastica.
Omensight è un gioco intelligente, capace di unire come pochi gli elementi action e quelli investigativi, ed è inoltre un piacere tanto da giocare quanto da guardare e ascoltare. Il team di Spearhead Games ormai ha consolidato un proprio stile riconoscibile, e per la seconda volta offre un’esperienza di gioco insolita e divertente, pertanto a mio parere merita fiducia e sicuramente non mi lascerò scappare il loro prossimo lavoro.
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