Cosa può accadere mettendo insieme due autori come Ruggero Deodato e Miguel Ángel Martín, rispettivamente il regista e il fumettista più censurati di sempre? Indubbiamente qualcosa che lascerà il segno e la casa editrice NPE ha voluto coraggiosamente azzardare questa unione pubblicando Cannibal Holocaust 2.
È doveroso premettere che questo volume è qualcosa di diverso dal solito: in sostanza è la sceneggiatura scritta da Deodato per un seguito del suo film horror Cannibal Holocaust (uscito nel 1980) arricchita dalle illustrazioni di Martín, quindi si tratta di una particolarissima via di mezzo tra questa e un libro illustrato. La scrittura è proprio quella tipica di uno script cinematografico ben fatto, ma ovviamente adattato per funzionare al meglio in un prodotto di questo tipo, senza suddivisione in scene e con pochissimi dialoghi, descrittivo al punto giusto da permettere al lettore di immaginarsi perfettamente l’ambientazione delle scene ed il carattere dei personaggi.
Il progetto è davvero ambizioso, proprio perché si va a ripescare un film controverso come Cannibal Holocaust, che all’epoca procurò a Ruggero Deodato seri problemi, oltre alle “semplici” censure. Nella pellicola infatti si assiste alla reale uccisione di alcuni animali e la scelta di girarlo come un falso documentario conferì una tale credibilità alla pellicola, da costringere il regista a dimostrare davanti alla legge che gli attori coinvolti fossero ancora vivi. Pertanto continuare quest’opera immette già il lettore in uno stato mentale in cui può solo immaginare cosa si appresta a leggere e vedere, ma fidatevi, Deodato saprà stupirvi.
Ritengo che la trama sia decisamente più evoluta rispetto a quella del suo predecessore e ciò mostra una grande maturazione del regista in questo specifico ambito; in Cannibal Holocaust era tutto più lineare, quasi intuitivo in determinati momenti, mentre nel seguito troviamo più sfaccettature, più profondità, più sorprese.
La storia inizia con una scena del vecchio film lunga neanche mezza pagina: 1980, si assiste al momento in cui l’indigena viene impalata, incluso ogni singolo e crudo particolare. Immediatamente dopo si passa al 2018: Ruggero Deodato è al Festival di Bogotà per annunciare l’intenzione di tornare sui luoghi delle riprese di Cannibal Holocaust con gli attori originali, due operatori ed un fonico. I problemi iniziano fin dall’atterraggio del gruppo a Leticia, dove il regista viene identificato e portato in centrale nonostante i colleghi cerchino di spiegare la sua innocenza. Il giorno dopo l’uomo viene rilasciato, ma in prigione ha visto qualcosa che lo ha sconcertato. Da qui parte l’avventura documentata attraverso le location storiche della pellicola, dove troveranno indigeni, proietteranno film, ma incontreranno anche dei criminali.
La narrazione è davvero avvincente, soprattutto per chi già conosce Cannibal Holocaust, ma il volume per l’appunto non è solo questo, poiché al testo si accompagnano i disegni di Miguel Ángel Martín. Lo stile del fumettista spagnolo è caratteristico e subito riconoscibile, ma onestamente non credo che arricchisca davvero l’opera. Per quel che mi riguarda, Cannibal Holocaust 2 avrebbe funzionato benissimo anche senza una parte grafica.
La scelta della copertina è decisamente azzeccata: permette al volume di presentarsi alla perfezione agli occhi dei lettori. Tra l’altro NPE ha reso disponibile anche un’edizione limitata con cover bianca da far personalizzare allo stesso Martín. All’interno delle pagine però il discorso cambia e continuo a pensare che magari avrei preferito una sezione finale interamente dedicata ai disegni, anziché trovarli affiancati al racconto, insomma a parer mio quest’aspetto dell’opera non è pienamente riuscito e tira un po’ giù il resto.
Un ringraziamento speciale ad NPE
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