In molti attendavamo lo speciale di Sherlock, serie di Gatiss e Moffat, trasmesso il primo gennaio 2016 dalla BBC e, per i più fortunati, assaporato sul grande schermo in alcune sale italiane.
Gli spettatori vengono catapultati da un’ambientazione più familiare e moderna alla tetra ed opprimente Londra del XIX secolo, riavvicinandosi allo stile dello scrittore Sir Arthur Conan Doyle, dove l’atmosfera cupa e spettrale si sposa perfettamente con il caso agghiacciante su cui verte l’episodio.
La scena introduttiva è simile a quella che ha dato inizio a questa serie: i sogni del dottor Watson sono agitati dai terribili ricordi della seconda guerra anglo-afghana, dalla quale esce vivo ma gravemente ferito. Ritiratosi a Londra incontra per caso Stamford, un vecchio studente della facoltà di medicina, il quale lo conduce da Sherlock Holmes. L’incontro ricalca quello a cui avevamo già assistito nella prima puntata della serie: uno Sherlock attento ai minimi dettagli stupisce il dottor Watson svelandone in pochi istanti molti tratti della personalità e stralci della sua storia di vita, alternando a questo sfoggio di doti di deduzione un macabro esperimento medico: Sherlock è infatti intento nel frustare un cadavere per cercare di capire il principio delle contusioni inflitte dopo la morte.
Lo speciale, tuttavia, non vuole fornirci una mera narrazione alternativa dell’incontro fra i due protagonisti come punto di partenza per una storia parallela. The Abominable Bride piuttosto ci getta in avanti, presentandoci un caso tutto nuovo quando Watson già da tempo pubblica i casi più impossibili risolti dall’investigatore sullo Strand (la rivista sulla quale lo stesso Arthur Conan Doyle pubblicava i suoi racconti) ed i due sono, come nella terza stagione, colleghi ed amici già da tempo. Il loro rapporto, lungi dall’essere perfetto, è più profondo e tempestoso che mai, e sarà proprio il suo approfondimento una delle punte di diamante di questo episodio.
Il fulcro dell’episodio è l’apparentemente inspiegabile caso di Emilia Ricoletti, una donna morta suicida e tornata dall’aldilà per uccidere il marito ed altri uomini. La resa di questa strana vicenda è degna dei migliori romanzi gotici per la sua atmosfera sinistra: il terrore generato dalla terribile donna fantasma che si aggira nei vicoli scuri di Londra uccidendo inarrestabile riesce a scalfire anche il dottor Watson, laddove Sherlock dovrà combattere con la sua irremovibile razionalità per poter trovare una spiegazione plausibile e svelare il mistero.
Come i più attenti fan della serie staranno già pensando, questo caso misterioso presenta alcuni parallelismi con i tragici eventi legati al villain della terza stagione, Jim Moriarty, morto anch’esso suicida ma misteriosamente “tornato” dall’aldilà. Il caso che ossessiona lo Sherlock dell’età moderna ha forse qualcosa a che fare con questo speciale?
Un altro aspetto interessante, ma forse troppo poco sviluppato durante l’episodio, emerge proprio dall’ambientazione nella Londra vittoriana, dove alcune problematiche non presenti, o comunque non altrettanto rilevanti, nella “versione” moderna della serie si fanno più spazio. Ci riferiamo alla difficile posizione delle donne nella società inglese dell’epoca, alla quale il matrimonio e lo stesso caso di Emilia Ricoletti si ricollegano. Mary, moglie di Watson, assieme a molte altre donne, avrà un importante ruolo da giocare e servirà a riordinare tutti i tasselli di questo mistero.
Nonostante The Abominable Bride sia un episodio speciale, anche coloro che non hanno mai seguito la serie potranno goderselo in quanto, come molti episodi precedenti, ha una storia auto-conclusiva che può essere guardata come si trattasse di un vero e proprio film. Tuttavia, non è del tutto distaccata dalla serie e per i fan ci sarà infatti molto, molto di più. Se vi state domandando se questo episodio faccia parte della storia della serie regolare e se contenga riferimenti a Jim Moriarty, non vi resta che armarvi di pop corn e godervi questo bellissimo episodio di 89 minuti!
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