Netflix ormai fruga spesso nel mondo delle graphic novel alla ricerca di qualcosa da poter portare al pubblico in forma di film o serie tv. Queste operazioni però non sempre ottengono risultati entusiasmanti, anzi, spesso si rivelano una vera e propria delusione per i fan dell’opera originale. Polar, film tratto dai fumetti di Victor Santos, purtroppo non fa eccezione su questa linea: pur avendo molti momenti di grande qualità, si rivela un’occasione sprecata, in cui tutto sembra tenersi in piedi solo grazie alle performance del protagonista Mads Mikkelsen e la sua comprimaria Vanessa Hudgens.
La trama è abbastanza classica per il genere action: un killer dell’agenzia Damocle, Duncan Vizla (nome in codice “Black Kaiser“), deve ritirarsi in pensione una volta raggiunti i 50 anni per obblighi contrattuali, prendendo una liquidazione di 8 milioni di dollari. La compagnia però non ha intenzione di dargli questi soldi, quindi decide di eliminarlo sguinzagliandogli dietro una squadra di agenti speciali, che dall’aspetto sembrano una “Squadra Cobra” dei poveri, sottovalutando le sue abilità stealth. Nella casa in Montana in cui si è rifugiato, Duncan fa la conoscenza della vicina Camille, per la quale inizia a provare una simpatia che lo porta ad aiutarla e legare sempre di più con lei.
Pur avendo una trama che sa di già visto, Polar propone comunque degli spunti interessanti nelle parti più introspettive e soprattutto sul finale, in cui probabilmente troviamo la scena migliore del film, con un plot twist molto interessante che potrebbe persino aprire le porte ad un sequel. Le sequenze d’azione sono teatrali e molto ben realizzate, ma quando entrano in scena i cattivi il lungometraggio sembra cambiare registro e diventare quasi una parodia del genere.
L’opera originale di Santos inizialmente è nata come webcomic per poi essere riunita in 5 volumi (4 più il numero zero) da Dark Horse Comics. Di questi solo il numero 1, “L’Uomo Venuto dal Freddo“, è stato preso come ispirazione per il film. Il fumetto è caratterizzato da pochi dialoghi e colori: solo rosso, nero e bianco, risultando minimale ma comunque di grande impatto. Il film targato Netflix purtroppo si ritrova in linea con la graphic novel solo nelle parti in cui il Black Kaiser è da solo o insieme a Camille, dando vita a scene riflessive ed efficaci, abbastanza ispirate anche in termini di regia.
I problemi più vistosi per me rimangono quelli legati ai villain, perché con il loro essere sopra le righe, fuori contesto rispetto al “mood” del protagonista, al momento della loro entrata in scena tirano in basso la qualità generale, a volte sfiorando il trash. Se fossero stati gestiti più seriamente avrebbero contribuito al confezionamento di un ottimo action movie.
Polar si guadagna la sufficienza solo grazie al carisma di Mads Mikkelsen, con scene focalizzate sul suo personaggio davvero valide ed interessanti, a cui però si alternano quelle dei cattivoni che peccano sia nella gestione dei personaggi che proprio nella regia: sembra quasi di vedere due film differenti montati insieme. Ne consiglio comunque la visione, soprattutto per il finale, e per la curiosità che potrebbe instillarvi nei confronti del fumetto originale, opera che merita veramente tanto.
Commenta per primo
Questo sito è protetto da reCAPTCHA e si applicano le Norme sulla Privacy e i Termini di Servizio di Google.