In occasione dell’uscita in America (su Starz) della terza stagione, vi parlerò di Black Sails, una superba serie tv che esplora il mondo piratesco molto da vicino, una perla che non potete assolutamente lasciarvi sfuggire se siete amanti del genere.
Pensata come prequel del romanzo L’Isola del Tesoro di Stevenson, Black Sails riesce finalmente a riscattare l’immagine del pirata che Hollywood ci ha propinato negli ultimi 10 anni: non troverete un Johnny Depp eccentrico, truccato e frastornato, bensì una squallida ciurma composta da ladri, assassini e traditori, personaggi poco piacevoli ma decisamente interessanti. L’idea degli sceneggiatori è piuttosto semplice: sotto la guida del re dell’action Michael Bay, il sovrannaturale viene sostituito dalla realtà storica e la computer grafica da un assaggio del caro e vecchio sangue. A guidare questa marmaglia di gente senza morale c’è il temuto e rispettato Capitano Flint, interpretato da un altrettanto rispettato Toby Stephens. Flint unisce le forze a Eleanor Guthrie, figlia del capo dei contrabbandieri operanti sull’isola di New Providence, per allontanare la minaccia della Marina Britannica e garantire loro la sopravvivenza. Mentre affronta il suo destino, Flint deve vedersela con altri capitani invidiosi del suo potere, il padre ambizioso e invadente di Eleanor e un giovane marinaio unitosi di recente alla sua ciurma, John Silver. Senza indugiare particolarmente sulla descrizione dei personaggi, vale la pena notare come la figura del pirata sia stata approfondita in modo molto dettagliato, scindendo il singolo dalle vicende che lo vedono rapportarsi con gli altri. Da un lato la realtà storica di delinquenti, uomini senza speranza, viziosi e spietati assassini, dall’altro le regole e soprattutto un codice d’onore che li lega fortemente tra loro. Come avrete capito, quel che questa serie ci offre sono personaggi non stereotipati, con un background che ne influenza le azioni presenti; i numerosi flashback, a tal proposito, ci aiuteranno a ricostruire il loro percorso di vita. C’è un ulteriore aspetto da non sottovalutare, ovvero il modo di parlare assolutamente coerente con il ruolo di ognuno: spesso, ad esempio, nelle serie tv ci si ritrova ad avere a che fare con schiavi che parlano in maniera erudita.
La trama, inutile dirlo, non è affatto banale. Il colpo di scena, mai scontato e realizzato a dovere, non manca ed è assolutamente imprevedibile (sfido voi spettatori ad anticiparne uno della seconda stagione). Gli sceneggiatori hanno fatto un ottimo lavoro, specialmente con le scene di combattimento in mare aperto, che, credetemi, sono spettacolari!
Insomma, c’è davvero poca possibilità di annoiarsi guardando Black Sails: se siete abituati a serie tv come Game of Thrones e se vi armate di pazienza, capirete che i primi episodi servono a preparare il terreno per gli eccitanti avvenimenti che seguiranno: a volte sembra più di guardare un vero e proprio film che un solo episodio, per questo motivo molti spettatori abbandonano subito la nave! Ma, superato questo scoglio, vi aspettano emozionanti combattimenti in mare, una puntata dedicata totalmente ad un assedio a bordo e tattiche marittime affascinanti. Infine ci viene mostrato come una sola nave, se ben armata, sia in grado di distruggere un’intera città, proiettando così lo spettatore nel pieno della Golden Age, quando i pirati erano temuti sia in mare che in terra, costituendo un enorme problema per una nazione che basava il proprio sostentamento sul commercio marittimo.
In attesa che la terza stagione arrivi anche da noi, potete trovare le prime due stagioni, precedentemente trasmesse anche da Sky, su Netflix.
Ps. La sigla non è figa, di più!
Trailer della prima stagione:
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