The Punisher – stagione 2

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Voto:

The Punisher è senza dubbio la mia serie Marvel/Netflix preferita subito dopo Daredevil, quindi questa seconda stagione l’ho attesa con entusiasmo, ma anche un filo di amarezza perché ero certo che l’avrebbero cancellata al pari di tutte le altre, come poi è stato confermato. D’altronde l’aver fatto fuori DD, che era una delle più amate e seguite della piattaforma, non lasciava molto spazio all’ottimismo.

Alla luce di questo speravo in un finale esplosivo, esagerato, maestoso ed invece mi sono ritrovato davanti ad un prodotto da cui traspare, in parte, una certa svogliatezza, così com’è stata svogliata la campagna promozionale precedente alla sua uscita, con ad esempio l’annuncio della data affogato tra le altre uscite del mese. Non fraintendetemi, al di là di tutto ho apprezzato la stagione e mi ha rincuorato vedere che offre un finale di serie soddisfacente (simile a quello di Daredevil 3), purtroppo però l’ho trovata decisamente una tacca sotto alla prima, e non solo perché è svanito l’effetto novità.

Un grosso problema di fondo è che dopo una stagione d’esordio incentrata sulla risoluzione dei fatti personali di Frank ora c’era voglia di vederlo all’opera a tutti gli effetti come il Punitore dei fumetti, ovvero l’antieroe con la missione di radere al suolo senza pietà ogni organizzazione criminale. Gli autori invece hanno deciso di aggiungere uno step intermedio a questa evoluzione, che comunque nel suo insieme funziona, ha un senso, ma porta inevitabilmente a danni collaterali come tanti déjà-vu e una trama abbastanza bipolare. In sostanza abbiamo due storyline principali all’interno dei nuovi episodi: quella di Amy, che spinge di più Frank verso il suo destino, e quella di Billy Russo, che invece lo tiene ancorato al passato.

Partiamo da Billy Russo: sapevamo benissimo che sarebbe tornato nella seconda stagione sotto forma del villain Jigsaw/Mosaico (sebbene non venga mai esplicitamente chiamato così), ma non come, ed è notevole il modo in cui sono riusciti ancora una volta a renderlo allo stesso tempo tanto interessante quanto differente dalla sua controparte fumettistica. In sostanza, svegliatosi dal coma, Billy si ritrova con la memoria cancellata fino al periodo del servizio militare, quindi nella sua testa lui e Frank sono ancora grandi amici ed ovviamente non sa chi è stato a sfregiarlo. Ironico, vero? Frank ha rimosso da Billy proprio quei ricordi che voleva lo perseguitassero fino alla fine dei suoi giorni.

the punisher stagione 2 jigsaw billy maschera

Ovviamente quest’amnesia, questi pezzi mancanti, lo mandano fuori di testa e di base l’idea applicata al personaggio è molto affascinante, ma non viene sviluppata con il giusto mordente. Alla lunga questo “Jigsaw” diventa piuttosto ripetitivo e nell’alternarsi di scatti d’ira e remissive richieste d’aiuto alla sua psicologa tende un po’ a stufare. Avrei quasi preferito che diventasse un pazzo omicida totale senza troppi fronzoli. Il suo rientro in scena inoltre è quello che comporta il maggior numero di cose già viste e già dette, un’opera di riciclo abbastanza evitabile.

Poi non è da sottovalutare la questione del suo aspetto esteriore, perché ok la chirurgia estetica all’avanguardia (che poi, perché applicarla ad un criminale del genere?), ma le ferite riportate sul suo volto non sono assolutamente compatibili con il bagno di sangue e vetro a cui l’ha sottoposto Frank, e questo dettaglio sicuramente gli toglie del carisma. Probabilmente è una questione di budget, che hanno tentato di compensare con il concetto di una sua frammentazione più mentale che estetica e con una maschera carina che rende l’idea, ma il carattere del personaggio alla fin fine non riesce a reggere bene il gioco. In tutto ciò comunque c’è da dire che Ben Barnes ha dato una buona performance.

the punisher stagione 2 frank amy

La parte dedicata ad Amy invece risulta complessivamente più appassionante, a partire dai suoi presupposti: Frank si fa i fatti suoi in un bar, sta bene, ma ad un certo punto vede questa ragazzina che si trova in difficoltà, seguita da loschi figuri, e non può fare a meno di intervenire. La situazione degenera, cadaveri ovunque. Amy però nasconde un segreto (tant’è che all’inizio si presenta anche con un nome falso), che la rende solo la punta dell’iceberg di un grande e malato intrigo. L’assenza di Micro al fianco di Frank si fa sentire in questa stagione, ma la sorta di rapporto padre-figlia che si viene ad instaurare tra il rude Punitore e la scaltra ragazza, entrambi soli al mondo, è comunque interessante e mi ha vagamente ricordato quella tra Joel ed Ellie in The Last of Us.

Nella storia di Amy si inserisce anche la figura di John Pilgrim, altro villain della stagione, forse quello maggiormente definibile come tale per via della sua spietata lucidità, che però porta con sé un tocco di malinconia che non lo rende piatto. Pilgrim è un uomo dal passato oscuro, che ad un certo punto ha deciso di cambiare vita diventando un fervente Cristiano e mettendo su famiglia, ma suo malgrado si trova a dover compiere missioni da sicario, come appunto quella di eliminare Amy (e Frank assieme a lei). L’ho trovato un personaggio bellissimo, in primis per l’evoluzione che subisce nel corso della storia, ma anche per la splendida interpretazione di Josh Stewart, davvero perfetto per la parte.

the punisher stagione 2 john pilgrim

Ora, in che modo si intrecciano queste due storyline? Semplice, per quasi tutto il tempo non lo fanno, si alternano senza particolari interconnessioni e a volte si rimane così tanto su una da dimenticarsi che ci sia l’altra, messa nel frattempo in stand-by. Ecco, per me ciò che più di tutto rende la stagione 2 inferiore alla prima è una mancanza di compattezza, probabilmente dovuta a troppi fattori tra cui la consapevolezza di dover dare una buona chiusura alla serie, quindi evitare di lasciare questioni in sospeso come quella di Billy, ma portare anche finalmente a maturazione il personaggio del Punisher. Tolto il discorso della svogliatezza per alcuni dettagli, dev’essere stato difficile cercare di far quadrare i conti al meglio.

C’è però un aspetto della serie che anche in questa seconda stagione rimane incontestabile, e tra l’altro è quello più importante per il personaggio: l’azione. Se c’è una cosa con cui The Punisher può davvero deliziarvi i sensi sono quintali di pura, cruda, brutale (e a volte anche molto fantasiosa, bisogna dirlo) azione distillata. Alcune scene fanno davvero salire l’adrenalina a mille, come quella memorabile di Frank che si trova di nuovo faccia a faccia con Billy e gli urla “RUSSO!” da lontano prima di sfoderare il simbolo del teschio, ma potrei citarvene molte altre. In quanto a Jon Bernthal, si è riconfermato assolutamente il miglior Punisher mai visto sullo schermo, così come Charlie Cox per Daredevil non vorrei vedere più nessun altro nei panni del personaggio.

the punisher stagione 2 palestra

La seconda stagione di The Punisher soffre senza alcun dubbio di diverse problematiche, ma la qualità generale della serie rimane comunque piuttosto alta grazie ad una messa in scena molto valida, soprattutto nelle sequenze d’azione, e le performance convincenti dei protagonisti.

Giunti fin qui, è davvero un peccato pensare di non poter continuare a vedere Bernthal nei panni di un Punitore pienamente maturo, o magari assistere ancora a dei suoi incontri/scontri con altri eroi dell’universo Marvel, ma è stato bello finché è durato.

RocketSimoon Articoli
Appassionato di film e videogiochi da quando c'erano ancora videocassette e floppy disk, da meno tempo anche di serie tv. Sono curioso per natura e per questo non specializzato in un unico genere, ma tendo a preferire horror, thriller e azione.

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